E’ difficile prevedere per un motivo semplicissimo. Sono
state giocate tre partite quest’anno tra l’Inter e la Juventus e tutte si sono
concluse con degli spruzzi di polemica. Sono state tutte gare stracolme di
equilibrio come quella allo Stadio San Siro di Milano, all’andata di campionato,
che si risolse alla fine con un rigore di Dybala per fallo di Dumfries ai danni
di Alex Sandro. Come la partita vinta dall’Inter in Supercoppa italiana al
120+1, con il goal allo scadere di Sanchez. Come il match di ritorno di Campionato
- anche lì senza le classiche polemiche per una serie di episodi molto dubbi a
sfavore sia da una parte che dall’alta - vinto dall’Inter per 1-0 nel giorno in
cui la Juventus, forse, aveva disputato la sua miglior gara. Per cui, per tutte
queste ragioni, è molto difficile ipotizzare quello che potrà accadere domani.
Sarà sicuramente una partita molto dura, intensa, giocata su alti ritmi di
gioco. In queste partite gli episodi hanno molto più importanza di quella che è
l’espressione di gioco.
Ad oggi
l’attacco migliore del Campionato è quello dell’Inter, ma anche quello della
Juventus non scherza con un Paolo Dybala in grande spolvero nelle ultime giornate
del Campionato di Serie A. Inoltre, recentemente, l’argentino è accostato prepotentemente
all’Inter di Marotta. Secondo lei, domani cosa accadrà dalle parti di Lautaro
Martínez e Dusan Vlahovic?
I numeri dicono che l’Inter ha l’attacco migliore del
campionato. Però le partite che sono state giocate precedentemente sono state
tutte all’insegna dell’equilibrio. L’Inter e la Juventus hanno ottime difese, per
cui questa non sarà una partita in cui avrà il sopravvento l’attacco migliore.
Avrà il sopravvento quell’attacco che sarà maggiormente sostenuto dal
centrocampo; Quando ci sarà la pressione di una squadra e l’altra saprà
rispondere con un contropressing per sviluppare quelle azioni di ripartenza che
potranno favorire gli attaccanti. Per arrivare a segnare un goal è necessario
che si creino le opportunità e le possibilità, spesso, arrivano dalle
ripartenze del centrocampo. Per cui, durante i novanta minuti di gioco, non
dipende soltanto dall’attaccante il risultato finale. Forse tra tutti quelli
che ci sono in campo domani, l’unico in grado di inventare da zero, da nulla,
qualcosa d’importante è Paulo Dybala. Ma il Dybala che abbiamo conosciuto nei
giorni di grande splendore. Quello degli ultimi tempi è un Dybala che ha
lasciato alquanto a disiderare, però a livello personale, e di gusto, è il mio
preferito in assoluto del campionato.
A proposito
di Dybala, in scadenza di contratto, secondo lei potrebbe andare all’estero o
forte è l’interesse dell’Inter?
Fino a venti giorni fa, ero convintissimo che sarebbe andato
all’Inter. Ultimamente sono un pochino più scettico. L’Inter è una società che
si deve autofinanziare, per cui per fare cassa deve cedere un calciatore
importante. Questo mi fa pensare, negativamente, sul possibile approdo di
Dybala all’inter perché non credo che il forte attaccante argentino vada in una
società indebolita tecnicamente. Già lo scorso anno, l’Inter aveva perso due
giocatori pesanti come Lukaku e Hakimi. Nel caso in cui l’Inter fosse costretta
a cedere Lautauro, non penso Dybala sarebbe felice senza il connazionale. Per
cui qualche dubbio mi è venuto in merito.
Dr. Longhi
si aspettava il Milan in testa al Campionato? Tutto merito del Milan o un po’ demerito
dell’Inter e della Juventus?
Attualmente l’Inter ha 10 punti in meno rispetto al
precedente campionato, mentre il Milan ha 5-6 punti in più rispetto alla
stagione scorsa. Il Milan migliora di stagione in stagione, sta facendo il
massimo e lo sta facendo molto bene. E’ un dato di fatto oggettivo. L’Inter per
questioni economiche e finanziare ha dovuto cedere alcuni giocatori che
probabilmente, parlo soprattutto di Lukaku, avrebbero fornito ancora quel
numero di goal necessari per ritrovarsi in testa alla classifica. Detto questo,
l’Inter ha avuto la possibilità di recuperare lo svantaggio. Si è parlato per
mesi del recupero di Bologna. Sappiamo tutti come è andata a finire quella
partita fondamentale per gli interisti. Oggi il Milan è meritevole di essere in
testa anche perché ha vinto le ultime partite, una più difficile dell’altra:
Atalanta, Lazio, Verona e Fiorentina.
Come la
lotta per lo scudetto, anche quella per la retrocessione è apertissima. Lei
cosa si aspetta?
E’ una lotta avvincente, ma impronosticabile. Il merito è soprattutto della Salernitana di Davide
Nicola. Genoa e Venezia hanno meno possibilità delle altre.
Perché nel
Campionato Italiano per la lotta allo scudetto e per quella alla retrocessione non
viene più utilizzata la contemporaneità negli ultimi anni?
La decisione è della Lega Calcio. Vogliono pensare
all’inglese, dove si va in campo a prescindere dai risultati delle altre
squadre. Invece, noi siamo italiani e pensiamo talvolta male. Pensiamo che il
risultato di un'altra partita possa condizionare il risultato della nostra
squadra. Per cui o ragioniamo all’inglese, ma non lo siamo di fatto, oppure
dobbiamo adattarci alle decisioni della Lega Calcio. Comunque, sono d’accordo
con la contemporaneità delle partite nelle ultime giornate perché è l’aspetto più
logico. Ma gli interessi delle TV - e quindi economici - vengono prima di
tutto.
Cristiano
Ronaldo non gioca più nella Juventus; a Dicembre è stato comprato Vlahović per
circa 70 milioni dalla Fiorentina per sostituire il forte campione portoghese. In
che posto di classifica starebbe oggi la Juventus con Ronaldo al posto di
Vlahović?
Alla Juventus di Allegri sono mancati i goal di Cristiano
Ronaldo, indipendentemente sulle dicerie - che ci sono sempre state - sul conto
del forte giocatore portoghese. Durante la stagione, la Juventus ha provato a
rimediare con Vlahović, che è un ottimo attaccante e in futuro darà grandi
soddisfazioni ai tifosi della Juventus. Però con Cristiano Ronaldo,
probabilmente, la Juventus sarebbe stata in lotta per lo scudetto fino all’ultima
giornata.
Si
aspettava una lotta scudetto ridotta alle due milanesi con il Napoli che, fino
a qualche giornata fa, era in lizza per la conquista del tricolore per poi
perdersi per strada?
Si, me l’aspettavo perché lo scorso campionato l’Inter e il Milan
sono arrivate, rispettivamente, prima e seconda in classifica. Il Napoli ha un
allenatore, Luciano Spalletti, che da dodici anni di seguito porta le sue
squadre in Champions League. Mi aspettavo qualcosa di più dall’Atalanta di
Gasperini, considerando che nelle ultime stagioni i bergamaschi avevano sempre
lottato per la zona Champions. Oggi sono a meno quindici punti dallo scorso
campionato. Detto questo Milan, Inter, Napoli e Juventus hanno una rosa
superiore a tutte le altre.
Secondo lei,
Dr. Longhi, il passaggio di Vlahović dalla Fiorentina alla Juventus - così come
sarà imminente quello di Håland al Manchester City - ha portato un beneficio
tecnico o soltanto economico all’ex calciatore della viola?
Alle spalle di questi ragazzi ci sono i Procuratori che sanno
di avere un diamante, talvolta, grezzo e altre un diamante costoso da immettere
sul mercato il prima possibile. I calciatori sono i più inconsapevoli delle
dinamiche complesse e mutevoli del mercato. Quindi, secondo me, non c’era
assolutamente il desiderio di Vlahović di andare alla Juventus. C’era il
desiderio di progredire, questo sì, di andare in una squadra in futuro più
titolata, non dico più forte rispetto alla Fiorentina attuale, così come
dall’altra parte Håland non può resistere al fascino del Manchester City. Detto
questo, ci sono tutte le altre considerazioni da fare. La Fiorentina di
Italiano, anche senza Vlahović, continua a fare un calcio spettacolare. La Juventus
di Allegri non è ancora riuscita a dare a Vlahović quelle certezze, quella
sicurezza che lo possa mettere nelle condizioni di essere lo stesso giocatore
che a Firenze giocava con leggerezza e poteva esprimere il meglio del suo
repertorio.
Ultima
domanda per lei, Dr. Longhi cosa ne pensa del VAR alla luce delle polemiche
continue di ogni domenica da parte di tifosi, calciatori, presidenti, dirigenti
e allenatori?
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