Passa ai contenuti principali

IN PRIMO PIANO

Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#IntervisteSpaceSerieA: Bruno Longhi




Domani sera c’è la finalissima di Coppa Italia, il derby d’Italia tra l’Inter di Simone Inzaghi e la Juventus di Max Allegri, Dr. Longhi come andrà a finire?
E’ difficile prevedere per un motivo semplicissimo. Sono state giocate tre partite quest’anno tra l’Inter e la Juventus e tutte si sono concluse con degli spruzzi di polemica. Sono state tutte gare stracolme di equilibrio come quella allo Stadio San Siro di Milano, all’andata di campionato, che si risolse alla fine con un rigore di Dybala per fallo di Dumfries ai danni di Alex Sandro. Come la partita vinta dall’Inter in Supercoppa italiana al 120+1, con il goal allo scadere di Sanchez. Come il match di ritorno di Campionato - anche lì senza le classiche polemiche per una serie di episodi molto dubbi a sfavore sia da una parte che dall’alta - vinto dall’Inter per 1-0 nel giorno in cui la Juventus, forse, aveva disputato la sua miglior gara. Per cui, per tutte queste ragioni, è molto difficile ipotizzare quello che potrà accadere domani. Sarà sicuramente una partita molto dura, intensa, giocata su alti ritmi di gioco. In queste partite gli episodi hanno molto più importanza di quella che è l’espressione di gioco.

Ad oggi l’attacco migliore del Campionato è quello dell’Inter, ma anche quello della Juventus non scherza con un Paolo Dybala in grande spolvero nelle ultime giornate del Campionato di Serie A. Inoltre, recentemente, l’argentino è accostato prepotentemente all’Inter di Marotta. Secondo lei, domani cosa accadrà dalle parti di Lautaro Martínez e Dusan Vlahovic?
I numeri dicono che l’Inter ha l’attacco migliore del campionato. Però le partite che sono state giocate precedentemente sono state tutte all’insegna dell’equilibrio. L’Inter e la Juventus hanno ottime difese, per cui questa non sarà una partita in cui avrà il sopravvento l’attacco migliore. Avrà il sopravvento quell’attacco che sarà maggiormente sostenuto dal centrocampo; Quando ci sarà la pressione di una squadra e l’altra saprà rispondere con un contropressing per sviluppare quelle azioni di ripartenza che potranno favorire gli attaccanti. Per arrivare a segnare un goal è necessario che si creino le opportunità e le possibilità, spesso, arrivano dalle ripartenze del centrocampo. Per cui, durante i novanta minuti di gioco, non dipende soltanto dall’attaccante il risultato finale. Forse tra tutti quelli che ci sono in campo domani, l’unico in grado di inventare da zero, da nulla, qualcosa d’importante è Paulo Dybala. Ma il Dybala che abbiamo conosciuto nei giorni di grande splendore. Quello degli ultimi tempi è un Dybala che ha lasciato alquanto a disiderare, però a livello personale, e di gusto, è il mio preferito in assoluto del campionato.

A proposito di Dybala, in scadenza di contratto, secondo lei potrebbe andare all’estero o forte è l’interesse dell’Inter?
Fino a venti giorni fa, ero convintissimo che sarebbe andato all’Inter. Ultimamente sono un pochino più scettico. L’Inter è una società che si deve autofinanziare, per cui per fare cassa deve cedere un calciatore importante. Questo mi fa pensare, negativamente, sul possibile approdo di Dybala all’inter perché non credo che il forte attaccante argentino vada in una società indebolita tecnicamente. Già lo scorso anno, l’Inter aveva perso due giocatori pesanti come Lukaku e Hakimi. Nel caso in cui l’Inter fosse costretta a cedere Lautauro, non penso Dybala sarebbe felice senza il connazionale. Per cui qualche dubbio mi è venuto in merito.
Dr. Longhi si aspettava il Milan in testa al Campionato? Tutto merito del Milan o un po’ demerito dell’Inter e della Juventus?
Attualmente l’Inter ha 10 punti in meno rispetto al precedente campionato, mentre il Milan ha 5-6 punti in più rispetto alla stagione scorsa. Il Milan migliora di stagione in stagione, sta facendo il massimo e lo sta facendo molto bene. E’ un dato di fatto oggettivo. L’Inter per questioni economiche e finanziare ha dovuto cedere alcuni giocatori che probabilmente, parlo soprattutto di Lukaku, avrebbero fornito ancora quel numero di goal necessari per ritrovarsi in testa alla classifica. Detto questo, l’Inter ha avuto la possibilità di recuperare lo svantaggio. Si è parlato per mesi del recupero di Bologna. Sappiamo tutti come è andata a finire quella partita fondamentale per gli interisti. Oggi il Milan è meritevole di essere in testa anche perché ha vinto le ultime partite, una più difficile dell’altra: Atalanta, Lazio, Verona e Fiorentina.  

Come la lotta per lo scudetto, anche quella per la retrocessione è apertissima. Lei cosa si aspetta?
E’ una lotta avvincente, ma impronosticabile.  Il merito è soprattutto della Salernitana di Davide Nicola. Genoa e Venezia hanno meno possibilità delle altre.

Perché nel Campionato Italiano per la lotta allo scudetto e per quella alla retrocessione non viene più utilizzata la contemporaneità negli ultimi anni?
La decisione è della Lega Calcio. Vogliono pensare all’inglese, dove si va in campo a prescindere dai risultati delle altre squadre. Invece, noi siamo italiani e pensiamo talvolta male. Pensiamo che il risultato di un'altra partita possa condizionare il risultato della nostra squadra. Per cui o ragioniamo all’inglese, ma non lo siamo di fatto, oppure dobbiamo adattarci alle decisioni della Lega Calcio. Comunque, sono d’accordo con la contemporaneità delle partite nelle ultime giornate perché è l’aspetto più logico. Ma gli interessi delle TV - e quindi economici - vengono prima di tutto. 

Cristiano Ronaldo non gioca più nella Juventus; a Dicembre è stato comprato Vlahović per circa 70 milioni dalla Fiorentina per sostituire il forte campione portoghese. In che posto di classifica starebbe oggi la Juventus con Ronaldo al posto di Vlahović?
Alla Juventus di Allegri sono mancati i goal di Cristiano Ronaldo, indipendentemente sulle dicerie - che ci sono sempre state - sul conto del forte giocatore portoghese. Durante la stagione, la Juventus ha provato a rimediare con Vlahović, che è un ottimo attaccante e in futuro darà grandi soddisfazioni ai tifosi della Juventus. Però con Cristiano Ronaldo, probabilmente, la Juventus sarebbe stata in lotta per lo scudetto fino all’ultima giornata.

Si aspettava una lotta scudetto ridotta alle due milanesi con il Napoli che, fino a qualche giornata fa, era in lizza per la conquista del tricolore per poi perdersi per strada?  
Si, me l’aspettavo perché lo scorso campionato l’Inter e il Milan sono arrivate, rispettivamente, prima e seconda in classifica. Il Napoli ha un allenatore, Luciano Spalletti, che da dodici anni di seguito porta le sue squadre in Champions League. Mi aspettavo qualcosa di più dall’Atalanta di Gasperini, considerando che nelle ultime stagioni i bergamaschi avevano sempre lottato per la zona Champions. Oggi sono a meno quindici punti dallo scorso campionato. Detto questo Milan, Inter, Napoli e Juventus hanno una rosa superiore a tutte le altre.

Secondo lei, Dr. Longhi, il passaggio di Vlahović dalla Fiorentina alla Juventus - così come sarà imminente quello di Håland al Manchester City - ha portato un beneficio tecnico o soltanto economico all’ex calciatore della viola?
Alle spalle di questi ragazzi ci sono i Procuratori che sanno di avere un diamante, talvolta, grezzo e altre un diamante costoso da immettere sul mercato il prima possibile. I calciatori sono i più inconsapevoli delle dinamiche complesse e mutevoli del mercato. Quindi, secondo me, non c’era assolutamente il desiderio di Vlahović di andare alla Juventus. C’era il desiderio di progredire, questo sì, di andare in una squadra in futuro più titolata, non dico più forte rispetto alla Fiorentina attuale, così come dall’altra parte Håland non può resistere al fascino del Manchester City. Detto questo, ci sono tutte le altre considerazioni da fare. La Fiorentina di Italiano, anche senza Vlahović, continua a fare un calcio spettacolare. La Juventus di Allegri non è ancora riuscita a dare a Vlahović quelle certezze, quella sicurezza che lo possa mettere nelle condizioni di essere lo stesso giocatore che a Firenze giocava con leggerezza e poteva esprimere il meglio del suo repertorio.

Ultima domanda per lei, Dr. Longhi cosa ne pensa del VAR alla luce delle polemiche continue di ogni domenica da parte di tifosi, calciatori, presidenti, dirigenti e allenatori?
Oggi oltre all’episodio incriminato, rispetto al passato, si discute anche della decisione del VAR per cui si sta amplificando tutto. Il VAR sia il benvenuto nel calcio perché ci sono state tante situazioni di gioco sanate dal VAR stesso.  Ad esempio, in passato molte situazioni evidenti non venivano sanzionate. Il vero problema è il regolamento che sta frastornando gli arbitri. Il calcio di rigore deve essere una cosa seria, si chiama massima punizione per cui deve corrispondere alla massima infrazione. Troppo tocchetti di mano sanzionati in area di rigore. Quindi? Bisogna rivedere il regolamento, contrariamente saremmo sempre nel caos.  E’ il caos, purtroppo, c’è stato anche quest’anno. 

Staff SpaceSerieA 

Commenti

Post più popolari