Ma, Marco Crespi, che incomincia presto il suo percorso da allenatore, ha avuto anche una carriera da cestista, magari a livello giovanile?
Ho giocato a basket, ma prima di essere coach mi sono infortunato un ginocchio. Quando avevo 15 anni, sognavo, da grande, di fare l'allenatore di basket. Giocavo in attesa di smettere per poter allenare. Mi ruppi i legamenti di un ginocchio quando avevo 16 anni e, da allora, pensai ad allenare. Sono 43 anni che alleno.
Come vede la nuova realtà del basket femminile, in Italia?
Innanzitutto, con l'europeo della Svezia, nel 2021, ho deciso che quella sarebbe stata la mia ultima esperienza sul campo come allenatore. Tutti chiedono la differenza tra il basket maschile e femminile e, la risposta che io do, dopo esser stato a contatto con il basket maschile e femminile, è che non esiste nessuna differenza tra i due. Se tu alleni 12 persone, ed atleti uomini ed atlete donne di alto livello, e sono 12 persone differenti tra loro in quanto persone, la risposta è che non c'è nessuna differenza di genere.
Cosa fa il director of International scouting?
È responsabile di tutta una squadra NBA, specialmente nelle free agency e per il draft. International significa "tutto il mondo al di fuori degli Stati Uniti". Non solo Europa, ho seguito giocatori argentini, brasiliani o anche in Australia.
L'Italbasket diventerà mai grande nel basket? Può arrivare nelle fasi finali di un mondiale?
L'Italia ha vinto dei campionati europei ed un argento olimpico, può competere. A settembre ci sarà l'europeo, la squadra è molto intrigante. Ci sarà un'unione tra generazioni, come una all'ultima chiamata, ovvero quella dei Datome, Gallinari e Belinelli e con una nuova generazione che può fare molto bene. La nostra nazionale non ha limiti tecnici e nemmeno atletici, credo che il basket sia un gioco dove non serve essere giganti. Uso come provocazione: per giocare a basket, oggi, se superi i 210 centimetri devi essere molto bravo, altrimenti non puoi giocare a basket. A volte è mancato, negli ultimi 10 anni, qualcosa come idee, e dico sviluppi di gioco e modo di sviluppare anche i giocatori.
Superteam o squadre sviluppate? I Boston Celtics sono arrivati in finale, giocando già 3 finali di Conference e battendo 4-0 i Nets di Kevin Durant: come spiegarlo ai bambini?
I bambini sanno l'inglese e quindi anche la differenza tra "bought" (comprato) e "built" (costruito). I Nets hanno firmato 3 grandi giocatori: Harden, Durant e Irving, poi 2 senza Harden. Hanno puntato su di loro, ma per motivi diversi non si sono mai allenati insieme e non c'è stato tempo, è stato limitato, per giocare insieme sul campo. Quando sei davanti al campo, poi... non sei preparato e non hai memoria.
Dall'altra parte, al di là della crescita di giocatori come Tatum, Smart e Brown, i Celtics hanno avuto un'idea ed hanno richiamato, in più, Horford e Theis (utile, con uno spazio di appena 10 minuti, utile). Sono ritornati ad una visione determinata, ed un giocatore che è stato ai Celtics e poi è passato ai Nets, Irving, l'aveva allontanata come identità. Ora sono ritornati all'idea di Danny Ainge, che ora non c'è più ma che voleva costruire questa squadra, e sono un piacere da vedere giocare.
Qual è stato il momento che si porta di più nel cuore dell'europeo di Parigi del '99?
Mi piace ricordare il mattino prima della partita contro la Bosnia. La sera prima avevamo giocato contro la Croazia e all'intervallo eravamo sopra di 15 punti, giocando un basket meraviglioso. Poi, calando le percentuali e risalendo la Croazia, con giocatori dell'NBA, alla fine eravamo proprio bloccati. Erano nate espressioni come "Myers non sa giocare con Meneghin", "Meneghin non è pronto da playmaker'. Mi piace ricordare il momento: giocavamo con la Bosnia e se avessimo perso, saremmo stati eliminati e fine del sogno europeo e del sogno qualificazione olimpica. Si mettono a zona in 2/3, nemmeno troppo pretenziosa, e la Bosnia era aggressiva ad aspettare il nostro errore e, Myers si vede raddoppiato e passa la palla a Meneghin, come a dire "adesso tocca a te". Lui segna il canestro decisivo e, l'abbraccio a fine partita di Meneghin e Myers è la mia fotografia più importante di quell'europeo.
Il VAR nel calcio come nel basket?
Intanto, a volte ho letto dichiarazioni, perché mi piace anche leggere queste cose, di persone che parlano di VAR negativamente. A me sembra l'atteggiamento di persone che vogliono ostacolare un cambiamento, e pensano che con le loro dichiarazioni possano influenzare un cambiamento nel calcio. Credo che sia, solamente, qualcosa di obsoleto.
Cosa tifa il coach, nel calcio?
Tifo Sampdoria, fortunatamente il proprietario che era una macchietta, non c'è più. Sono momenti tristi, ma sono felice per la vittoria del Milan ma mi piacerebbe andare a rileggere o ad ascoltare tutti quei grandi opinionisti che dicevano "il fondo Elliott deve comprare dei grandi campioni perché con i giovani non si può vincere". Vorrei che quelli adesso ci mettessero la faccia, perché il Milan ha avuto una rivalutazione economica ed ha vinto lo scudetto. Il Milan non è passato per dover prendere i campioni o gente esperta, ma scegliendo i giovani. Ha dimostrato che si può fare con competenza e qualità, in modo diverso, senza spendere per i campioni che, tra virgolette, possono essere solo campioni.
Marco Crespi, da telecronista, è molto appassionato. Accade nelle dirette che ci siano dei giocatori meno graditi e, a volte, può capitare di dover coniugare queste due cose? Ricordo una telecronaca dove Enes Kanter fu definito "uno scarsone"...
Sì sì, assolutamente. Chi fa il telecronista deve provare assolutamente ad avere questo obiettivo: aiutare chi guarda la partita ad avere ancora più piacere di guardarla. Il commento tecnico deve portare ad opinioni. Mi capita di sentire commenti tecnici, anche miei, in partite bruttissime dove io dico "bellissimo, spettacolo spettacolo". Ma mi sembra di prendere in giro la gente che ascolta. Così sono le opinioni per i singoli giocatori, senza dover essere un pochettino freddi e politically correct e magari un pochino falsi. Ad esempio penso che Kanter sia uno dei giocatori più scarsi nella fase difensiva e, secondo me, questo va detto. Kanter alcune volte protesta e si muove. Poi può essere una persona interessante che vive una sua storia personale con il problema delle minacce dal governo turco per le sue prese di posizione. Ma quando difende da schifo, bisogna dire che difende da schifo.
Anche con Carmelo Anthony non è tra i più apprezzati: è soggettività, giustamente...
Bisogna anche far divertire e dire che Carmelo Anthony, se si giocasse in un metro quadrato, sarebbe il giocatore più forte del mondo. Peccato che ci si debba spostare sia nella metà campo d'attacco ed, addirittura, finire in quella difensiva. Credo che questa sia un'opinione personale che vada sopportata ed oggi chi fa il mio lavoro deve guardare tanto ed ancora di più e trovare le sensazioni. Troppo o mai viene venduta la statistica ed il numero, allora si perde il piacere della verità rispetto a quanto e quando guardiamo
Perché gli Atlanta Hawks non hanno funzionato? Eppure ci sono tanti giocatori di talento. L'anno scorso erano alle finali di Conference, perché quest’anno sono stati negativi?
Ci sono delle scelte, e ci sono troppi medi giocatori con le aspirazioni di diventare più che medi. Quindi non c'era spazio per tutti e sono state fatte delle scelte, Atlanta ha Trae Young che è un giocatore così forte ma anche così condizionante, perché tiene il pallone per tirare, passare... ed in questo ha una percentuale altissima. Il suo corpo può essere puntato dall'attacco avversario ma è così forte con la palla in mano che può fare, sicuramente, 35 punti a partita, però ti condiziona nella metà campo in attacco ed in difesa con un corpo che non può essere protetto. Non voglio togliere nulla alla grande capacità ed alla determinazione con quel corpo, di essere devastanti, però è un condizionamento e, quindi, gli Hawks, brand che ha in Trae Young il punto di riferimento, saranno sempre condizionati da Trae Young.
Un giocatore che mi piace tanto come Patrick Beverley è necessario in questa NBA?
Beverley è un giocatore d'amare. Un cane arrabbiato che mette, con la sua energia (in senso positivo), limiti in attacco che ha sempre cercato di superare ed esaltandosi nel giocare dentro i suoi limiti. Mi piace moltissimo ma non mi piace quando, essendo diventato un personaggio "cane arrabbiato", vuole troppo rispettare quello e, poi, fare una protesta in più o un urlo in più e tutte queste cose. Allora diventa schiavo del suo personaggio e perde quell'efficacia che tutti amiamo.
A questo punto, Damian Lillard si dovrebbe pentire della sua carriera?
Lillard ha scelto di finire la sua carriera a Portland, tutto porta a questo, adesso. Il general manager anche ha detto "partiremo da Lillard, e tutto per noi" e via dicendo. Lillard finirà la sua carriera a Portland e, 12 mesi fa, c'era un punto interrogativo su questa cosa. Credo che Lillard abbia fatto una scelta che non rientra nel giusto o sbagliato, ma che vada rispettata, e che sarà necessaria una ricostruzione totale intorno a Lillard. Immaginarsi Lillard vincente, con un anello a Portland, sia qualcosa di un grande buonismo, però nel giro di 2 anni, penso che Portland se saprà operare bene con Lillard, possa avere qualche possibilità. Non che Portland abbia un appeal per portare Kevin Durant a Portland, questo no, con Lillard o senza Lillard. Ma Lillard ha scelto di finire la carriera a Portland, ed io ho grande rispetto per cosa succede.
Kawhi Leonard può essere quello che assomiglia di più a Jordan, mentalmente e sul campo, e come può essere analizzata la sua situazione d' "autonomia" rispetto alla sua franchigia?
Leonard, come fotografia tecnica, ha vinto 2 titoli e soprattutto il secondo titolo a Toronto, rompendo con i San Antonio Spurs. Era stato inserito in una trade dove si sentiva punito ad andare a Toronto. È successo che ha vinto il titolo e grazie ai suoi meriti, alla sua rabbia difensiva, all'efficienza ed al tiro dalla media distanza. Sicuramente è un giocatore che ha una durezza mentale impressionante e questa deve essere protetta da comportamenti che gli diano certi benefit e privilegi, ma anche capricci, che allontanano dalla durezza mentale. Può essere un grande rischio: io faccio sentire che lui sia la mia stella e voglio farlo stare nella posizione migliore, ma voglio farlo sentire troppo bene. E se l'ho scelto per la durezza mentale, così, non ha più quella durezza mentale.
I Golden State Warriors sono, effettivamente, i più forti in NBA?
Non so se nella lista sono i giocatori più forti, ma sono la squadra che nelle due metà campo ha dimostrato di poter giocare meglio di tutte le altre.
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