L’estate afosa esplode i suoi bollenti fuochi in un
luglio che non sembra lasciare tregua alla povera gente oppressa, sudata e
sofferente per la calura insopportabile. Caldissimo è anche il calciomercato.
L’estate è il periodo dei grandi colpi, dei sogni, delle illusioni e delle
delusioni dei tifosi. Acquisti, cessioni, comunicati che si inseguono con cifre
e dettagli di tutte le operazioni. L’attenzione della dirigenza bianconera,
capace di incendiare il primo fine settimana di luglio con gli arrivi in
rapida successione di Di Maria e Pogba, è rivolta in questi giorni alla difesa.
Nel giro di due giorni è partito De
Ligt ed è arrivato Bremer, letteralmente strappato alla concorrenza
dell’Inter, costretta a temporeggiare un momento di troppo a causa delle
difficoltà a reperire, attraverso le cessioni, i fondi per chiudere
un’operazione che i media raccontavano impostata già da alcuni mesi. In questo
prolungato tentennamento la Juventus si è inserita con una prova di forza. Quarantuno
milioni al Torino più altri otto di eventuali bonus. Un’offerta
irrinunciabile per la società di Cairo. Nonostante l’acquisizione di quello che
si è rivelato uno dei migliori difensori della serie A nella passata stagione, la
cessione di De Ligt in ogni caso non scivola via indolore. La Juventus ha
perso probabilmente il suo difensore più forte e uno di quei giocatori sui
quali aveva previsto di edificare un nuovo progetto vincente. Il rinnovo di
contratto del centrale olandese, dato da molti mezzi di informazione quasi
fatto alla fine dello scorso campionato, non ha in realtà mai visto la luce. De
Ligt ha chiesto di andar via. La Juventus lo ha accontentato. La cifra pagata
dal Bayern Monaco, da comunicato 67 milioni più altri dieci di eventuali bonus,
ha lasciato perplessa parte della tifoseria, tra chi sognava il pagamento
dell’intero importo previsto dalla clausola e chi pensava di raggiungere una
cifra più vicina ai 90/100 milioni. La società ne ha accettati 77, realizzando
una plusvalenza di 30,7, rinunciando forse a qualcosa pur di chiudere in fretta
l’operazione e lasciarsi alle spalle un giocatore che non voleva più saperne di
giocare ancora a Torino. Incassati i soldi si è lanciata su Bremer, chiudendo
l’acquisizione nel giro di due giorni. L’ex difensore del Toro ha scelto la
maglia appartenuta per tanti anni a Chiellini; quindi, si è imbarcato con
il resto della squadra sul volo diretto per gli USA dove la Juventus disputerà
la sua tournée estiva. Siamo arrivati dunque al primo snodo cruciale di questa
estate. Consapevoli che il mercato in casa bianconera è ben lontano
dall'essere concluso, in questo momento desta qualche preoccupazione la
composizione del reparto difensivo a disposizione di Allegri (Bonucci, Bremer,
Gatti e Rugani). Se la prevedibile coppia titolare, composta dal vecchio
capitano e dal nuovo acquisto, offre buone garanzie in vista della stagione che
va a cominciare, sono le due alternative attualmente a disposizione del tecnico
a destare, per diversi motivi, alcune perplessità.
Federico Gatti sta
muovendo in questi giorni i suoi primi passi in una nuova enorme realtà. Miglior
difensore della scorsa Serie B e autore di una prova molto buona al suo
debutto in Nazionale, contro quell’Inghilterra che però di lì a pochi giorni
verrà sommersa dall’Ungheria con un pesante 4-0, seppur considerato un elemento
valido e di prospettiva non è stato ancora provato ai livelli più alti.
Difficile in questo momento prevedere per lui un ruolo diverso dall’ultima
scelta nelle rotazioni di Allegri per quanto riguarda il reparto centrale
arretrato. Se per Gatti questa sarà una stagione importante per comprendere il
suo potenziale, per Daniele Rugani - sbarcato sul pianeta bianconero
nell’ormai lontano 2015 - è arrivato ormai il momento di decidere cosa fare
da grande, dopo una vita juventina trascorsa da riserva, addirittura da
ultima riserva, un prestito poco felice tra Rennes e Cagliari e un rientro alla
base accolto con uno scetticismo che il giocatore non è riuscito a disperdere
nelle sue poche apparizioni stagionali.
Arrivato a 28 anni, nonostante un folle
contratto concessogli da Marotta e valido ancora per due anni, Rugani non
può permettersi di perdere altro tempo. Non ha mai mostrato le qualità per
essere considerato un elemento all’altezza di una squadra che vuole riprendersi
il trono d’Italia dopo due stagioni ai limiti dell’anonimato. In questo
momento appare necessario per la Juventus intervenire ancora sul reparto dei
centrali con un altro nome valido, di sicuro affidamento e di prospettiva
che possa prendere il posto di Rugani in rosa. L’addio di De Ligt e l’età di
Bonucci impongono serie riflessioni. Riflessioni sulle quali la società
sicuramente non si farà trovare impreparata.
@CarloTasciotti
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