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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Dybala e i dogmi dello Special One, perché la Roma manterrà il 3-4-2-1

Dopo la vittoria della Conference League, l’arrivo di Paulo Dybala nella Capitale continua a mantenere alto il morale dei giallorossi, che affronteranno la prossima stagione consapevoli di dover migliorare il rendimento in campionato e lottare per un posto in Champions League. Il progetto dei Friedkin sembra nato coi giusti presupposti e tra i loro meriti, oltre ad aver dato solidità economica al club, c’è quello di aver scelto gli uomini adatti per raggiungere traguardi ambiziosi. José Mourinho è divenuto il cuore pulsante di questa società e ha stretto un sodalizio importante col suo connazionale, il direttore sportivo Tiago Pinto, che sta operando sul mercato in simbiosi con le indicazioni dell’allenatore. Per ora, i colpi in entrata sono stati Svilar, Matic, Celik e Dybala. Tra i nuovi innesti, si è investito solamente sul cartellino di Celik (7 milioni), mentre gli altri giocatori sono arrivati a parametro zero. Le prossime mosse sembrano orientate a portare in rosa ulteriori rinforzi per la linea mediana, Frattesi e Torreira sono infatti i nomi accostati con insistenza ai giallorossi che, con buona probabilità, manterranno l’impianto tattico visto nella scorsa stagione, in cui lo Special One ha gettato le basi per il futuro, insistendo su due concetti a lui cari: solidità difensiva e attacco fulmineo, possibilmente spietato. 
Tra i dogmi di Mourinho non c’è il possesso palla. Il suo 3-4-2-1 / 3-4-1-2 è infatti costruito per sopportare la pressione avversaria e ripartire rapidamente sfruttando gli spazi liberi con repentini inserimenti da parte dei trequartisti e dei quinti. Non a caso, il primo obiettivo del portoghese è quello di tenere la palla il più lontano possibile dalla propria trequarti e innescare rapidamente l’attacco una volta recuperata la sfera in posizione congeniale (per numero di tocchi nella propria area, la Roma è penultima in Serie A). Per questo tipo di gioco è fondamentale il lavoro di cucitura dei due trequartisti, in particolare di Pellegrini, che ama abbassarsi molto rispetto alla posizione iniziale. 
Nella passata stagione, Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo hanno spesso composto la coppia dei trequartisti a ridosso della punta, col primo schierato sul centrosinistra e il secondo sul centrodestra. Pellegrini ha disputato una stagione importante, realizzando 14 reti e 7 assist, giocando al servizio della squadra, muovendosi molto per non fornire riferimenti e tenersi smarcato per ricevere il passaggio. Zaniolo ha invece vissuto un anno a due facce: per 18 volte è stato impiegato come trequartista/seconda punta, producendo 7 reti e 5 assist, mentre in 20 occasioni è stato schierato più largo sulla destra, posizione dalla quale ha inciso meno, andando a rete una sola volta e fornendo 5 assist. Una stagione non troppo brillante per lui, che ha certamente risentito del brutto infortunio occorsogli l’anno precedente. 
Questo lungo preambolo mi pareva opportuno per introdurre un tema che starà a cuore a molti tifosi giallorossi, ma più in generale a tutti gli amanti del calcio: In che ruolo giocherà Dybala? Partendo dal presupposto che l’argentino ha già metabolizzato un calcio particolarmente accorto dal punto di vista difensivo (l’ormai celebre “corto muso”), resta da capire se mai ci sarà la possibilità di vederlo schierato assieme a Zaniolo, Pellegrini e Abraham. Per fare ciò, Mourinho dovrebbe accantonare l’attuale sistema di gioco in favore del 4-2-3-1, o di un 4-3-2-1 con Pellegrini mezz’ala sul centrosinistra. Almeno sulla carta, si tratterebbe di soluzioni egualmente percorribili, ma a patto che la linea dei trequartisti si sacrifichi (o si snaturi, fate voi) per partecipare costantemente alla fase di non possesso. Dybala è già stato coinvolto in questo tipo di dinamica e molto si è discusso circa il suo ruolo ideale e quanto sia opportuno tenerlo lontano dalla porta. Infatti, l’argentino possiede ottimi valori per quanto riguarda la visione di gioco e il passaggio, ma restano dubbi sulla sua mobilità e la capacità di sostenere per 90 minuti entrambe le fasi di gioco. 
Zaniolo, che al momento non da segno di voler rinnovare il contratto in scadenza nel 2024, sarebbe oggetto d’interesse da parte della Juventus e la sua permanenza nella capitale è tutt’altro che scontata. La sua eventuale uscita sgombrerebbe il campo da ogni speculazione sul modulo, che resterebbe inalterato, con l’inserimento della Joya al suo posto. È appunto sul centrodestra che Dybala può dare il meglio, specialmente quando gioca a ridosso della porta, coadiuvato da una prima punta in grado di muoversi bene senza palla e attirare le marcature avversarie. Da quella zona del campo, il nuovo acquisto dei giallorossi può sia calciare col mancino (37 tiri nelle specchio la scorsa stagione, il doppio di Zaniolo) che inventare per i compagni, mentre i compiti di copertura sarebbero limitati al solo pressing alto, senza dover compiere troppi ripiegamenti. 
Qualora Zaniolo dovesse rimanere, è più probabile che Mourinho opti per delle turnazioni tra i trequartisti, mantenendo il lavoro tattico fatto la scorsa stagione, un lavoro che è partito dalla mente per poi arrivare al campo. Un lavoro lungo, che non può essere snaturato dall’arrivo di un giocatore, per quanto talentuoso egli sia. Assieme a Pellegrini e Abraham, Dybala comporrà il nuovo reparto avanzato della Roma, che durante questo mercato proverà a inserire nuova linfa sulla mediana, ma costruirà partendo dai dogmi del tecnico, per nulla avvezzo a modificare il proprio credo calcistico in favore di piacevoli suggestioni. 

Nicola Murrali 

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