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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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#FinoallaFine: L'addio di De Ligt? Semplice, questione di "Dna"!
QUANDO I QUARTI POSTI NON POSSONO
BASTARE
"Guardo sempre a ciò che è meglio per me in termini di progetto sportivo. Il quarto posto consecutivo per due volte non basta, dovremo fare dei passi in quella direzione"
Queste le parole rilasciate da De Ligt- solo qualche
settimana fa - dal ritiro della nazionale olandese. Parole che lasciano pochi
dubbi sul fatto che il difensore non sia niente affatto soddisfatto
sull’andamento altalenante avuto dalla squadra bianconera soprattutto nelle
ultime due stagioni. De Ligt era stato preso nel 2019 come futuro erede
di Giorgio Chiellini e soprattutto per rendere la Juventus una delle squadre
più forti d’Europa dopo che - proprio lui - la stagione precedente,
aveva contribuito e non poco all’eliminazione dei bianconeri nel corso dei
quarti di finale di Champions League giocati contro i sorprendenti lancieri
dell’Ajax, poi fermati soltanto in semifinale dagli inglesi del Tottenham. Da
metà maggio, infatti, la Juventus e l'entourage di De Ligt - rappresentato dal
legale Rafaela Pimenta probabile erede del parco giocatori gestiti dal
compianto ex procuratore Mino Raiola - vanno avanti ininterrottamente per
cercare di trovare un accordo su un possibile prolungamento del suo contratto che
scadrà soltanto fra due stagioni. L'ipotesi su cui si è ragionato, in
questa frazione di tempo, è quella di un possibile prolungamento
fino al 2026 con una clausola rescissoria destinata a salire a 140 milioni di
euro, oppure di una sola stagione rispetto all'attuale scadenza
(quindi 2025), con un ingaggio spalmato in più anni che attualmente ammonta
a circa 8 milioni netti più bonus. La richiesta dell’entourage del
giocatore olandese invece è quella di abbassare la clausola rescissoria ad una
cifra inferiore ai 100 milioni di euro rispetto a quella attuale di 120 che
difficilmente verrebbe esercitata dai principali club europei. Durata,
ingaggio e clausola rescissoria, dunque, i punti focali sui quali si è
delineata la trattativa che attualmente non ha messo
d’accordo le parti, provocando una rottura che pone inevitabilmente il
giocatore sul mercato già da questa sessione soprattutto per paura di perderlo
a zero tra due anni dopo il grande investimento effettuato solo tre stagioni
fa. D’altronde anche lo stesso giocatore, dalle sue parole ha fatto trapelare
che inevitabilmente ci sia ancora molto su cui lavorare per trovare l'intesa
totale su entrambi i fronti:
“La Juventus è sempre un club che vuole e deve vincere. Personalmente questo è il mio anno migliore finora. In termini di minutaggio e di come ho giocato. Le trattative sono ancora in corso, per questo motivo quando sarà il momento deciderò se prolungare o se voglio guardare oltre verso nuovi progetti.”
Nuovi progetti che in questo momento lo
vedrebbero lontano dalla Juventus e con un forte interessamento del Chelsea, soprattutto dopo l’addio di Rudiger passato al Real
Madrid a parametro zero proprio alla fine di questa stagione. Il giovane
difensore olandese sarebbe una richiesta specifica dell’allenatore tedesco dei
Blues Tomas Tuchel, che proprio su De Ligt vorrebbe puntare per blindare e
ricostruire la difesa del futuro. Si parla già di un’ipotetica offerta
avanzata dalla squadra londinese alla dirigenza bianconera di circa 80 milioni
di euro con l’inserimento di una contropartita tecnica, a scalare l’importo del
cash, a scelta tra Pulisic e l’attaccante Timo Werner, che già avrebbe dato
il suo assenso a un possibile trasferimento all’ombra della mole. Dunque, una
brutta gatta da pelare per la Juventus che inevitabilmente senza un accordo sul
rinnovo sarà, costretta a cedere il giocatore proprio nel corso di questa
sessione di mercato per non rischiare di perderlo a zero nel 2024 o addirittura
venderlo a prezzo di saldo, proprio l’anno prossimo a fronte di una forte
minusvalenza rispetto al grande investimento fatto nel 2019.
QUESTIONE DI DNA
La Juventus non è un mistero ormai da tre stagioni a
questa parte ha perso il suo DNA vincente,
cioè quella sua capacità di saper vincere ad ogni costo, quella sua capacità di
lottare su ogni pallone e soprattutto di non arrendersi mai anche quando la
fine sembra vicina. Un DNA scomparso dai radar da quando è arrivato Cr7 leader
accentratore per eccellenza, che divora tutto e tutti e che sa spostare gli
equilibri di una squadra - sia nel ben che nel male - e culminato con l’avvento
di Maurizio Sarri, un allenatore che per caratteristiche e trascorsi storici
non poteva evidentemente mai essere adatto per l’ambiente e lo stile Juventus.
Ovviamente non può essere solo colpa di un grande campione come l’asso
portoghese o dell’ex tecnico, se la Juventus non è più quella squadra
schiacciasassi in grado di vincere nove campionati di fila e arrivare a
disputare due finali di Champions League nel giro di pochi anni; ma
evidentemente il tutto è anche conseguenza della grande confusione societaria e
delle scelte sbagliate fatte in questi anni, dai dirigenti bianconeri che
ancora sembrano non essersi risolti del tutto se oggi si parla di un giocatore
centrale come De Ligt in uscita in cambio di un quarantina di milioni di euro
più il cartellino di un calciatore, con tutto il rispetto, modesto come Timo
Werner. Ma non è questo il punto perché oggi sicuramente fare mercato e
ricostruire una squadra da zero richiede del tempo, investimenti mirati e
scelte logiche; infatti, come detto precedentemente la squadra bianconera in
questi anni oltre a perdere i propri campioni, ha letteralmente perso il suo DNA
da vincente sia fuori che soprattutto dentro il rettangolo verde, una cosa che
non si può certamente comprare sul mercato e forse ben più grave degli ultimi
disastrosi eventi. D’altronde anche Alex Delpiero qualche giorno fa durante
un’intervista ha detto che alla Juventus manca proprio una figura alla
Boniperti, cioè un uomo non solo competente da un punto di vista
dirigenziale ma soprattutto dal” pugno di ferro” che era in grado di incutere
timore ad ogni calciatore, passato dalla Juventus e che soprattutto sapeva
incarnare e trasmettere quello “spirito Juve” oggi andato disperso. Dunque,
in effetti non possiamo sorprenderci più di tanto se giocatori come De Ligt,
alla fine, decidono di non rinnovare con la Juventus chiedendo la cessione perché
anche lui, come noi tutti tifosi bianconeri, si sarà chiesto: cosa vuole essere
questa Juventus da qui ai prossimi quattro anni? Qual è il progetto vincente di
questa squadra? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Si vuole puntare sui
giovani oppure a giocatori pronti con esperienza in grado di far vincere subito
la Juventus? Cosa intende fare la società per cercare di vincere la Champions
League? Domande a cui nessuno ha saputo dare realmente una risposta.
Ciò che più colpisce è il silenzio di Andrea Agnelli, è lui insieme ai suoi
dirigenti a doverci dare delle risposte che non sono mai arrivate, un silenzio
assordante di un uomo a cui tutti i tifosi e la stessa Juventus devono tanto
soprattutto in termini di riconoscenza che nel calcio dura come un battito di
ciglia. E allora perché dopo questa deludente stagione il presidente
non ha indetto alcuna conferenza stampa per metterci la faccia e spiegarci qual
è il progetto della Juventus del futuro? Perché la
Juventus non riesce a liberarsi del suo passato riprendendo in società vecchie
conoscenze che già avevano fatto la loro storia in bianconero e quindi chiuso
il suo capitolo? Perché la Juventus sembra essere indietro di mille
anni rispetto alle sue concorrenti? Ma soprattutto perché la Juve
non viene data agli Juventini? Forse è proprio questo ultimo punto che
manca realmente alla Juventus, dei veri juventini che sanno cosa significa
avere nel sangue il DNA bianconero e che soprattutto sappiano trasmetterlo a
chiunque varchi la soglia dell’Allianz Stadium quando si indossa quella maglia
sul campo.
Ancora non sappiamo cosa accadrà da qui ai prossimi
mesi e se la Juventus sarà in grado di costruire una squadra competitiva in
grado di competere per lo scudetto l’anno prossimo e disputare una buona
Champions League però quello che mi sento di dire e che sono molto
felice di rivedere in società gente come Paolo Montero, neoallenatore delle
primavera, uno che incarna perfettamente il DNA bianconero e che può
insegnare ai ragazzi cosa significa scendere in campo con quella maglia
addosso. Perché ripeto la Juve va data agli juventini e chi non lo è o chi non
ha più a cuore la Juventus abbia il coraggio di farsi da parte, perché li fuori
da qualche parte abbiamo un “capitano” pronto a tornare più forte di prima.
Ciccio Indi
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