Una
brutta, bruttissima Juventus esce “indenne”, dal
Franchi con uno scialbo pareggio che non fa, niente affatto, ben sperare per il
futuro. La solita Juve, verrebbe da
dire, identica a quella dell’anno precedente: brutta, senza gioco,
sconclusionata e perfino superficiale nell’affrontare un avversario tosto come
la Fiorentina. Sono tante, troppe le cose che non funzionano in questa Juventus
già dopo cinque giornate. Arrivati Arek
Milik e Leandro Paredes negli
ultimi giorni di mercato tuttavia la squadra continua a mostrare, ad ogni
singola partita, le grosse lacune lasciate sulle fasce e in particolare a sinistra
dove la Juventus soffre tremendamente e anche ieri si è visto in occasione del gol
del pareggio insaccato contro i viola. Una Juve che nonostante abbia rinforzato
il centrocampo sembra ancora subire troppo il gioco degli avversari nella zona
nevralgica del campo, senza Pogba la
Juve perde tanto in fisicità e soprattutto in qualità, Locatelli è spesso non pervenuto, anche nel suo ruolo, Meckennie senza anima, Paredes, come giusto che sia, in fase
di rodaggio e con delle assenze che purtroppo pesano come dei macigni
soprattutto in questo momento di assestamento e preparazione della squadra per
il proseguo della stagione. Ovviamente
non possono essere degli alibi se ti chiami Juventus e sei chiamato a
vincere in ogni modo e ad ogni costo. Nemmeno a dirlo l’indiziato numero uno e
nel centro del mirino dei tifosi è Massimiliano
Allegri e il suo presunto “non gioco”, appellativo che si porta dietro sin
dal primo giorno che ha messo piede alla Continassa in quel lontanissimo
precampionato di luglio del 2014 dopo la fuga, in fretta e furia, di Antonio Conte.
Probabilmente è anche vero se la squadra non ingrana sul campo e se non ti
riesce a fare nemmeno un tiro in porta nel secondo tempo con la Fiorentina,
lasciando stare per un attimo le lacune della rosa, qualcosa in più è lecito aspettarsela da lui soprattutto se
sei l’allenatore più pagato della serie
A e la società ha fatto l’all in sulla tua esperienza per riaprire un ciclo
che ha chiuso con Sarri e dilaniato con Pirlo negli anni precedenti al suo
arrivo. Ecco ma è proprio questo il punto in cui bisogna seriamente soffermarsi
per un attimo, lasciando perdere le solite dicerie da social con tanto di
#Allegriout ecc, la paura di tutti i, veri, tifosi juventini è soltanto una: quest’anno rischia di essere ancora di transizione? Anche se ancora è troppo presto per poter giudicare, siamo
solo alla quinta giornata del resto, il rischio è proprio quello di ripetere la
stessa identica stagione dell’anno precedente perché appare piuttosto evidente
che questa Juventus sia ancora un cantiere aperto con i cartelli appesi addosso
di “lavori in corso”. Ovviamente un ciclo è difficile da aprire in soli due anni,
la società, nonostante venga tacciata dalla tifoseria di perenne incapacità,
quest’anno ha portato a termine un ottimo lavoro che ancora però non vede i
suoi frutti sul campo. Allegri aveva spiegato i problemi dell'anno scorso con
la necessità di dover cambiare radicalmente pelle a una squadra costruita male
nel biennio precedente. Chiaramente non si poteva fare tutto e subito la stagione
precedente, però ora gli interventi ci sono stati ed è dunque arrivato il
momento, di chiedere ad Allegri di fare vedere al più presto la sua “mano” perché il materiale che ha a
disposizione non sarà completo ma non è nemmeno così inadeguato per poter
riuscire a mettere in campo uno spettacolo migliore rispetto a quello offerto
nella partita di Marassi con la Sampdoria e nel secondo tempo di ieri con la Fiorentina. Volendo essere ancora
più chiari la Juventus da gennaio a oggi, ha preso il miglior difensore (Bremer)
del campionato nella passata stagione e il miglior
attaccante (Vlahovic) della
Serie A investendo gran parte del budget a disposizione, campioni del calibro di Pogba e Di Maria, ha accontentato Allegri prendendogli un regista, Paredes, ed ha soprattutto alleggerito
la rosa di zavorre, Arthur e Ramsey su tutti, che non facevano più
parte del progetto. Senza volerci girare
attorno troppo a lungo è il momento di Max Allegri. Cinque giornate sono
sufficienti per poter affermare con certezza che si è visto troppo poco in
campo fin qui per essere solo colpa del mercato incompleto, degli infortuni,
della sfortuna e del rodaggio dei nuovi. Questa
è una stagione da all-in anche per il tecnico livornese perché gli investimenti
fatti dalla società hanno l’obiettivo di tornare a vincere subito dunque un
altro eventuale “fallimento” non verrà assolutamente tollerato. Non c’è tempo
di abbattersi perché martedì inizia la Champions e si andrà già ad affrontare
una sfida da mille e una notte con una delle candidate principali a vincere la
Coppa dalle grandi orecchie: il Paris Saint Germain di Messi, Neymar e Mbappè. Allegri è chiamato a battere un colpo
perché gli alibi sono finiti per tutti e, come lui ha dichiarato nel post Fiorentina, non
può essere solo quella con il Benfica la partita da giocare perché in prima c’è
il Psg e noi siamo la Juventus in cui
“vincere” è sempre l’unica cosa che conta.
Francesco Indelicato
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