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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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#FinoAllaFine Da zero come le vittorie in Champions al dieci alle lacrime di Bonucci in Juventus - Benfica
Zero come le vittorie ottenute in
Champions League da questa Juventus. Nessuno si sarebbe aspettato che la squadra bianconera, già a
questo punto della stagione, fosse a rischio eliminazione addirittura nei
gironi di qualificazione. Ancora tutto potrebbe ribaltarsi il tempo c’è ma non
è molto e a questo punto anche il Maccabi Haifa deve fare paura!
Uno come l’errore di Miretti sul
rigore. Non ci
sentiamo di mettere sulla graticola il giovane Fabio, come è giusto che sia
deve fare esperienza d’altronde la titolarità sul campo serve proprio a questo
scopo. L’importante è non mettergli fretta e fargli capire dove ha sbagliato,
purtroppo è stato ingenuo nel causare il rigore del momentaneo pareggio ma deve
stare tranquillo perché la sconfitta non è assolutamente derivata da questo
episodio.
Due come le sconfitte maturate in
Champions League dalla Juventus in questa stagione. Da premettere che le difficoltà ci
possono stare nell’arco di un'intera stagione ma questa Juventus non ha
un’anima, un cuore, un gioco, nulla di nulla insomma non è una squadra: aveva
ragione Chiellini l’anno scorso di questi tempi. È bastato poco al Benfica per
vincere la partita senza troppe difficoltà mettendo già a rischio la
qualificazione dei bianconeri. Due sconfitte su due sono dei segnali gravissimi
e menomale che “qualcuno” aveva detto che era più importante la sfida con i
portoghesi: vero Max?
Tre alla preparazione atletica della
Juventus. Questa
squadra ha un’autonomia di 15 – 20 minuti massimo dopodiché smette
completamente di giocare, letteralmente, in balia degli avversari. Oltre agli
evidenti problemi tecnici, viste le lacune in alcune zone del campo, la squadra
sembra proprio non averne a livello atletico a dispetto degli avversari. Tutti
sembrano correre il triplo rispetto alla Juventus che invece “passeggia” e
“cammina” come se stesse andando a fare delle “scampagnate” di inizio autunno.
La società dovrebbe quantomeno chiedere spiegazioni di questa evidente
impreparazione ma dubitiamo, come al solito, che avvenga qualcosa di concreto
ormai ci siamo abituati!
Quattro come i minuti passati per il
gol del vantaggio. Subito
pronti via punizione di Paredes sulla testa di Milik e gol del momentaneo
vantaggio. Un gol che aveva illuso tutti a sperare per il meglio e soprattutto
su un cambiamento di rotta rispetto alle ultime uscite incolori ma è stata
soltanto un fuoco di paglia che è durato quasi per un tempo ed esattamente fino
al pareggio su rigore di Joao Mario. La prossima volta per favore non
illudeteci così che poi ci crediamo!
Cinque alle sostituzioni
incomprensibili operate da Massimiliano Allegri. Francamente alcune scelte sono
davvero incomprensibili come quella di fare uscire, sino a quel momento, l’uomo
migliore della Juventus ovvero quell’Arek Milik che aveva quasi sfiorato anche
il secondo gol nella ripresa andando vicino alla sua personale prima doppietta
in bianconero. Se c’è lo chiediamo noi tifosi diciamo che non è un problema ma
se a farlo è Di Maria, quando a fine gara prova a chiedere spiegazioni allo
stesso attaccante polacco ottenendo come risposta solo una smorfia piena di
perplessità, allora questo merita sicuramente più attenzione. Ripeto chi sa
cosa passa per la testa di Allegri è davvero bravo.
Sei come i punti che devono essere
fatti obbligatoriamente con il Maccabi Haifa. La Juventus dopo queste due sconfitte
consecutive rischia seriamente di essere eliminata, con gli israeliani vanno
fatti sei punti senza se e senza ma se si vuole avere almeno ancora una minima
speranza di passare il turno. Però bisogna fare davvero attenzione perché il
Psg pensava di andare in Israele a fare una gita turistica in ciabatte salvo
poi accorgersi che anche in Europa nessuno ti regala niente se scendi in campo
con la presunzione di essere il più forte anche se poi ha vinto agevolmente.
Quindi occhio perché noi non siamo il Psg!
Sette al Benfica. La squadra di Schmidt veniva da
undici vittorie consecutive tra campionato e coppa, insomma una squadra ben rodata
pronta a fare male in qualsiasi momento. Subisce inizialmente l’offensiva della
Juventus ma dopo i primi venti minuti di difficoltà esce fuori dominando in
lungo e in largo i bianconeri non correndo quasi mai pericoli e meritando la
vittoria, viste le numerose occasioni da gol fallite clamorosamente. Dove può
arrivare questo Benfica in Champions League? Ad oggi, sicuramente davanti della
Juventus!
Otto come le partite giocate sin qui
dalla Juventus. Sono
otto con quella di ieri sera le partite giocate sin qui dalla Juventus in
questa stagione, frutto di due sole vittorie, quattro pareggi e due sonore
sconfitte, consecutive, in Champions League. Nessuno si sarebbe
aspettato un inizio così infausto nemmeno il più pessimista dei pessimisti ma
purtroppo è la realtà dei fatti e in questo momento il progetto tecnico della
Juventus sembra davvero messo a durissima prova ma a proposito: esiste un
progetto tecnico alla Juventus?
Nove alla partita di Perin. Il ruolo di secondo portiere gli sta
decisamente stretto, quest’anno, approfittando dei problemi del suo alter ego
polacco, sta dimostrando di essere un portiere estremamente affidabile e
soprattutto di grande reattività tra i pali. Senza dubbio è lui il migliore in
campo della Juventus ieri sera, nulla può sui gol subiti ma si esibisce in
almeno quattro – cinque interventi provvidenziali che “salvano” la squadra
bianconera da un’imbarcata che poteva essere ben peggiore al cospetto delle due
“sole” reti subite. Vederlo in panchina sarà davvero un peccato e non lo merita
grande Mattia!
Dieci alle lacrime di Bonucci. Gli si può rimproverare tutto a Leonardo, dal punto di vista della
comunicazione, degli atteggiamenti fuori dal campo e soprattutto sulle ultime
prestazioni deludenti nel rettangolo verde. Bisogna, però, essere onesti
intellettualmente nel dire che ci troviamo di fronte ad un uomo che mette il
cuore davanti all'ostacolo e che soprattutto ci mette la faccia a dimostrazione
che ama molto questi colori. Le sue
lacrime di ieri, sotto i fischi assordanti, e legittimi, della curva dell'Allianz Stadium, sanno di un uomo che ha dato tutto per questa maglia e che più
di questo, al momento, non riesce a dare per la causa bianconera. Forse sarebbe
anche ora di perdonarlo definitivamente per l’avventura milanista dopotutto è
ancora qui a metterci la faccia di fronte a questo inizio disastroso a
differenza di altri che voltano le spalle!
Per la Rubrica #FinoAllaFine
Francesco Indelicato
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