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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoallaFine: Da zero a dieci Psg - Juve. Dallo zero come i punti conquistati al dieci alla cagata pazzesca del bel secondo tempo!



Zero come i punti conquistati dalla Juventus contro il Psg. Alla fine la squadra bianconera limita i danni ad una partita che poteva avere un risultato ben peggiore se solo Mbappè non fosse stato troppo egoista con i suoi compagni di reparto (Neymar) che gli chiamavano il pallone a più riprese e in alcuni frangenti con la porta sguarnita. Bastano 35 minuti di buona gara per essere contenti? Assolutamente no, insomma siamo la Juve mannaggia la miseria!

Uno come il numero di vittorie conquistate dal Psg contro la Juventus in nove incontri ufficiali. L’ultima volta Juventus e Paris Saint Germain si erano incontrati nel doppio confronto del 1997, in supercoppa europea. All’epoca erano i bianconeri ad essere Golia e i parigini Davide, con due schiaccianti vittorie, adesso la situazione, a distanza di 25 anni, si è completamente ribaltata chi lo avrebbe mai detto!

Due come i miracoli di Donnarumma. È vero sul gol subito probabilmente poteva fare meglio ma ha salvato il risultato in almeno due nitide occasioni: una sul colpo di testa di Milik, che sarebbe valso il momentaneo pareggio, e una sempre su colpo di testa ravvicinato di Vlahovic che probabilmente salva il risultato portato a casa dalla sua squadra. E poi c’è pure chi lo critica!

Tre alla retroguardia bianconera. Va letteralmente in bambola sulle percussioni di Mbappè e compagni per poi farsi infilare, con il gol partita, da un lancio di trenta metri che pesca ancora Mbappè da solo in area di rigore, facendogli fare il più facile dei gol. Insomma difesa a 4 o difesa a 3 per adesso il risultato non cambia e le difficoltà rimangono piuttosto evidenti, poi se incontri un “alieno” insomma più di qualcosa logicamente va rivista.

Quattro alla prestazione di Cuadrado.
Ormai vederlo in campo è una sofferenza: Impalpabile, deludente, lento, privo di idee commette un errore dopo l’altro si fa sovrastare fisicamente tant’è che non riesce mai a superare Mendes e creme de la creme, arriva sulla trequarti avversaria per ripassare il pallone indietro ad indirizzo della sua difesa. Mi sa che forse anche per lui il ciclo bianconero si sia oramai concluso, bocciato clamorosamente.

Cinque ai cambi di Allegri.
Stavolta schiera una formazione iniziale corretta ma sbaglia completamente le sostituzioni nella seconda parte della ripresa. Quando la partita poteva essere pareggiata lui cosa fa? Sostituisce Milik per Locatelli, lasciando completamente solo Vlahovic lì davanti che non riesce a creare più nulla e poi decide di fare entrare Kean negli ultimi cinque minuti in cambio di un Rabiot che stava comunque facendo un buon lavoro in fase di recupero. Cosa gli passa per la mente al tecnico livornese? Lo sa soltanto lui e nessun altro, chi lo capisce è davvero bravo.

Sei alla tranquillità di Miretti
. Forse l’unica nota lieve di questo difficile inizio di stagione bianconero. Per il giovane Fabio era la prima in assoluto in Champions League e affronta la gara con il piglio giusto, quasi da veterano e infatti non si fa intimidire nemmeno da Neymar picchiandolo duro in più di un’occasione. Se questo è solo l’inizio non vediamo l’ora di vedere il resto.

Sette a Galtier. Il tecnico francese prepara bene la partita contro la Juventus, rispettando l’avversario nonostante non viva uno dei suoi momenti migliori. La sua squadra domina i bianconeri in lungo e in largo per gran parte della partita però patisce nel finale il ritorno dei bianconeri. Anche con un pizzico di fortuna porta a casa una vittoria che vale già mezza qualificazione mostrando solidità e ottime trame di gioco nonostante quei tre mostri sacri davanti. Evidentemente le “figurine” le avrà strappare dall’album e i risultati cominciano a vedersi.

Otto al pubblico del Parco dei Principi. Una vera e propria bolgia, incita la squadra dal primo all’ultimo minuto e prepara una coreografia da brivido a pochi minuti dall’inizio del match. Davvero una bella pagina di calcio, si vede che da quelle parti hanno voglia di Champions cosa che non si può dire in altri “luoghi”.

Nove alla partita di Mbappè
. Famelico, infermabile, opportunista, dribblomane, velocista e chi più ne ha più ne metta. La sua partita è praticamente perfetta, con una doppietta stende la Juventus che non riesce a rimetterla in piedi nonostante i buoni propositi del secondo tempo. La sua prestazione poteva essere da dieci se fosse stato un po’ più altruista con i suoi compagni di reparto ma ad un fuoriclasse così tutto può essere perdonato soprattutto quando è in stato di grazia come ieri. Magic!

Dieci come la cagata pazzesca del bel secondo tempo giocato dalla Juventus. Onestamente queste scuse becere cominciano a fare stancare anche il più paziente dei tifosi. Una volta i 65 minuti con la Roma, una volta i venti minuti con la Fiorentina, una volta i 35 di ieri con il Psg, fatto sta che le partite vanno giocate, bene, per novanta e passa minuti, cercando di regalare meno “tempo” possibile agli avversari. Ormai si fa fatica a concepirlo e c’è gente che è felice della prestazione, con lo slogan dobbiamo ripartire da qui, dimenticandosi però che con i frammenti ben giocati si rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano!


#FinoallaFine

Francesco Indelicato

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