In vista di Inter-Roma, analizzeremo l’ultima partita di entrambe le formazioni. Il primo articolo sarà dedicato alla gara dell’Olimpico, che ha visto trionfare l’Atalanta per 0-1 in trasferta contro la formazione di Mourinho. Nel secondo articolo, ci occuperemo di Udinese-Inter, persa dai nerazzurri per 3-1. Un solo punto di distanza separa i meneghini dai giallorossi, rispettivamente settimi e sesti in classifica.
Roma-Atalanta (18/09/22) - Match Analisi
I capitolini si presentano col solito 3-4-2-1 con Rui Patricio in porta, Ibañez, Smalling e Mancini in difesa; Spinazzola, Matic, Cristiante e Çelic sulla mediana; Pellegrini e Zaniolo trequartisti con Abraham unico riferimento in attacco.
Gasperini risponde col 3-4-3, schierando Musso tra i pali; De Roon, Demiral e Toloi per il pacchetto arretrato; Mæhle, Koopmeiners, Scalvini e Hateboer sulla linea dei 4; davanti, Ederson e Pasàlic a supporto di Højlund.
Dalla posizione media dei giallorossi [Img.1] si evince come Spinazzola tenda a giocare molto avanzato sull’out di sinistra, lasciando spazio alle sue spalle per le incursioni della Dea. È proprio da questo versante di campo che nasce l’azione dell’unica rete del match. I bergamaschi, non trovando spazio centralmente, optano per un passaggio smarcante in favore di Højlund [Img.2], bravo nel portare la sfera verso il fondo, attirando così le marcature e liberando il centro per l’Inserimento dei centrocampisti a rimorchio [Img.3]. Nell’Immagine successiva [Img.4] notiamo 3 uomini della Roma molto ravvicinati tra loro, uscire in marcatura per accorciare le distanze sulla trequarti, completamente sguarnita. Errore grossolano quello di lasciarsi attirare in massa dall’attaccante danese.
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Img.1 (da Sofascore) |
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L’azione prosegue coi nerazzurri che prendono il controllo del perimetro dell’area, garantendo a Scalvini (il primo ad avventarsi sul retropassaggio di Højlund), ben 4 soluzioni di passaggio. Il classe 2003 decide di andare al tiro e finalizza con un bel destro, che s’insacca in basso alla sinistra di Rui Patricio [Img. 5-6]. Una prima osservazione riguarda la posizione dei due mediani giallorossi, spesso in ritardo quando si tratta di prendere posizione e andare in marcatura preventiva, ritardo di movimento che espone la squadra ai tiri dal limite. Nell’ultima immagine notiamo come la Roma tenda a presidiare centralmente l’area sguarnendone completamente i lati.
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I giallorossi rispondono pericolosamente con un azione interessante per quanto riguarda l’uscita dal pressing avversario. Vediamo Spinazzola largo a sinistra, su di lui vanno in pressione due uomini. Decide quindi per un pallonetto a scavalcare il centrocampo [Img.7]. La palla arriva sul petto di Zaniolo, il quale, spalle alla porta, scarica rapidamente per Pellegrini [Img.8], in posizione da regista e preciso nel servire di prima Abraham, che va centralmente ad attaccare la profondità [Img.9].
In questo frangente, notiamo la linea alta dei tre centrocampisti atalantini, ormai superati e spettatori impotenti dell’azione. Abraham è abilissimo in questo tipo di situazioni, agendo spesso come fulcro del gioco riesce a calamitare su di sé molte palle, lavorando col fisico a protezione della sfera e permettendo alla squadra di salire. In questo caso, ha molto campo davanti e sfrutta la sua velocità per superare i centrali avversari, sui quali guadagna un vantaggio di diversi metri. Azione costruita bene, ma vanificata dal tiro dell’Inglese, impreciso nel calciare sull’uscita dell'estremo difensore, che col corpo riesce a schermare una buona porzione di porta [Img.10].
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Img.10 |
L’Atalanta, fiutato il pericolo, abbassa leggermente l’intensità della pressione, facendo densità sulla propria trequarti e tagliando fuori dal gioco i due trequartisti, Zaniolo e Pellegrini. La Roma sbatte contro il muro dei bergamaschi più volte, ma alla fine riesce a passare grazie ad un’azione ben impostata da Matic, il quale, subito dopo aver scaricato la palla verso Abraham [Img.11], si lancia sulla fascia sinistra, per occupare l’unico spazio libero e aggirare i difensori. L’asse Matic-Abraham, funziona alla perfezione, con l’Inglese che protegge la sfera col fisico restituendola al centrocampista serbo con un delizioso tocco di suola. Quest’ultimo riesce ad arrivare sul fondo [Img.12] e a rimetterla al centro per Abraham, che sbaglia per la seconda volta andando a calciarla addosso al portiere [Img.13].
Un’ultima azione meritevole d’essere presa in esame viene costruita cercando d’ingabbiare un’Atalanta ormai in deficit di energie e poco accorta sui ripiegamenti difensivi. Notiamo [Img.14] come Belotti abbia a disposizione due linee di passaggio, con Abraham e Ibañez centrali ad attirare tre uomini, e Spinazzola più Zaniolo rispettivamente liberi sul centrosinistra e centrodestra. Bellotti decide per Zaniolo, il quale cerca un tiro difficile da posizione non favorevole, mentre avrebbe potuto cercare Spinazzola, rimasto tutto solo a sinistra [Img.15].
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Img.14 |
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Img.15 |
Conclusioni
L’Atalanta ottiene il massimo col minimo sforzo: un tiro in porta e un gol. La Roma è frenetica e imprecisa, produce una grossa mole di gioco chiudendo la partita con 21 tiri complessivi, solo 5 dei quali in porta. Risultato che va stretto ai giallorossi, i quali reclamano anche su un intervento in area ai danni di Zaniolo, giudicato regolare dall’arbitro. Mourinho va su tutte le furie e viene espulso. Non sarà quindi in panchina contro l’Inter.
Roma pericolosa soprattutto quando si appoggia al suo centravanti, bravo a sacrificarsi per la squadra e proteggere palla. Trovare un attaccante così pericoloso sia spalle alla porta sia frontalmente non è facile. Partita sfortunata per lui, che arriva spesso al tiro ravvicinato senza comunque trovare la via del gol.
Un punto debole della Roma è certamente la sua mediana. Matic e Cristiante sono abilissimi nel fare da diga a difesa schierata, ma risultano lenti e macchinosi quando si tratta di correre all’indietro per recuperare terreno sugli avversari. Ne fanno le spese Pellegrini e Zaniolo, costretti ad abbassarsi di molti metri per per dare manforte alla linea arretrata, lasciando così troppo isolato e distante il centravanti. Da rivedere anche il posizionamento di Spinazzola, propositivo palla al piede, ma difensivamente spregiudicato.
Nicola Murrali
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