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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Io Giorgio, tu Balotelli!


Non vedo l'ora di leggere l’Opera autobiografica: “Io, Giorgio”; il prossimo best seller in uscita - in anteprima mondiale - presso tutte le migliori edicole, italiane e straniere, ad eccezione di quelle africane e brasiliane. 
Autobiografia da leggere e rileggere - si consiglia con la presenza di un adulto per i minori di 12 anni - tutto d’un fiato e, possibilmente, sotto l’ombrellone per evitare giramenti di testa dovuti al sole e/o alla lettura impegnata dell’Opera, magari degustando un buon ghiacciolo al gusto di banana. 
Per tutti gli amici bianconeri - ahimè è tutto vero - un’Opera letteraria dal valore inestimabile da trasmettere alle generazioni future tra i fortunati e virtuosi tifosi bianconeri. Autobiografia di valore inestimabile, almeno tanto quanto l’altro capolavoro dell’ex compagno di Nazionale: “un Capitano” di Francesco Totti.
Quanti calciatori, colti e intellettuali, abbiamo avuto nel campionato di Serie A? 
Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande.
Per l’elevato spessore dell’Opera autobiografica di Chiellini si consiglia, caldamente, di evitare di conservare il libro a temperatura ambiente e all’interno della sacca contenente le pinne, il fucile e gli occhiali
L’opera letteraria può essere utilizzata - solo se le condizioni atmosferiche lo consentono - come base rigida per i castelli di sabbia e le piramidi ma solo in quelle illuminate con l’occhio che tutto guarda. Per non compromettere la validità della garanzia del libro, si consiglia caldamente di evitare le immersioni in acqua; Il produttore, infatti, non copre da eventuali danni causati dai liquidi, ma soltanto per il furto e/o l’incendio.
Dalle prime indiscrezioni giornalistiche, l’autobiografia di Chiellini è un capolavoro di livello assoluto, soprattutto grazie all’elevato valore mistico, scientifico e filosofico dell’opera.
Il Codice da Vinci di Mr. Dan Brown è davvero poca roba rispetto alle nuove, scioccanti, rivelazioni contenute nell’Opera dal titolo ambiguo e forviante: “Io, Giorgio”. 

Chi siete? Cosa Portate? Si, ma quanti siete? Un fiorino!
Carta e penna alla mano perché l’autobiografia di Chiellini porterà gli studiosi a rivedere tutte le nozioni acquisite, fino all’altro ieri, dell’attuale Pedagogia.
Cosa si intende con il termine Pedagogia?
È la scienza che studia l’educazione umana;
Qual il campo di applicazione della Pedagogia?
L’educazione.
Qual è l’oggetto di studio della Pedagogia?
La persona.
Ritornando in tackle in scivolata sul libro di Giorgio Chiellini: Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. Su certi argomenti, oggi troppo controversi, toccherà ai posteri pronunciarsi. 
Io, oggi, farò la mia parte e andrò a recensire l’opera del più forte difensore centrale, con licenza letteraria, di tutti i tempi.
Durante, voi tutti chinate la fronte a Giorgio Chiellini, il forte difensore bianconero e della Nazionale Italiana.
Nel libro autobiografico - come nella più classica delle barzellette all’italiana - il “toscano” descrive il “bresciano” come una persona negativa da evitare perché dannosa per la salute dei compagni di nazionale. Parole con un peso specifico da indurre il lettore - persino quello meno malizioso - verso l’idea di una forma di comportamento violento di natura psicologica.
Possiamo, dunque, parlare di un possibile episodio di bullismo? 
Determinati argomenti è, sempre, meglio tacerli. Siamo o no in Italia? Soprattutto quando si criticano uomini ricchi e potenti. È stato, dunque, un possibile episodio di bullismo? Rettifico, subito! Niente di tutto ciò, perché la vera motivazione è da ricercare in un ambito prettamente cinematografico. 
È tutta colpa del film preferito di Giorgio: il capolavoro della Walt Disney, Mary Poppins. “Basta un poco di zuccheroE la pillola va giùLa pillola va giù”.
Giorgio - grazie al suo libro - ha aggiunto, alla sua collezione, un'altra perla delle sue: “In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi”.
Ricordiamo che il bullismo è una forma di comportamento violento e intenzionale, di natura sia fisica sia psicologica, oppressivo e vessatorio, attuato nei confronti di persone considerate come bersagli facili….
Mario Balotelli nasce a Palermo, in una calda giornata di agosto di trent’anni fa, dall’unione carnale tra la madre biologica Rose e il padre biologico, Thomas Barwuah. Sembrerebbe soltanto una vicenda familiare, magari anche una storia con un lieto fine; quella di una famiglia di emigranti africani, i Barwuah. In realtà - in questa misera vita mortale - tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo: “Il cittadino italiano di etnia nera con radici ghanesi è stato diagnosticato con una complicanza intestinale pericolosa per la vita dopo la nascita, una condizione che i suoi poveri genitori non potevano permettesti di trattare e che non avevano altra scelta che offrigli l’adozione…”. 
Poche ore più tardi non tarderà ad arrivare la risposta piccata e risentita - per la verità piuttosto diplomatica considerando il soggetto in questione - di Mario Balotelli: “Io almeno ho la sincerità e il coraggio di dire le cose in faccia. Tu dal 2013 avresti avuto tante occasioni per farlo, comportandoti da vero uomo, ma non l’hai mai fatto. Chissà cosa dirai un giorno dei compagni di oggi, strano capitano... Se questo vuol dire essere un campione, allora preferisco non esserlo. E alla maglia azzurra non ho mai mancato di rispetto”. 
CONCLUSIONI E OSSERVAZIONI 
Mi sembra scontato che questa vicenda extra calcistica - della quale tutti noi avremmo fatto volentieri a meno - possa avere il contorno di una storia violenta di natura sia fisica che psicologica. 
Il carnefice, nonché il bullo, ha un nome e un cognome: questa volta, non è Mario Balotelli. 
Arsenico17 

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