#ROCCO
Recentemente le dichiarazioni di Rocco Commisso, il nuovo proprietario
dell’ACF Fiorentina, mi hanno lasciato letteralmente di stucco. Basito, per
rendere meglio l’idea del mio attuale stato d’animo. Voi italiani pensate
troppo ai debiti! Cosa, cosa Rocco? Yes my best friends. In
America, noi non abbiamo questo tipo di mentalità. Chi? Chi se ne frega
degli americani. Dovremmo prendere ad esempio da coloro che hanno sterminato,
senza pietà, i nativi americani??
Tarantella, facennoce 'e cunte, nun vale cchiù a
niente 'o ppassato a penzá...! Scusami Rocco ma adesso mi incappero
per davvero! Sai! Mi sono proprio stufato di te. Non
voglio fare più la parte dello scimmione. Why Arsenico17? E poi
statt calm cumpà! Davvero tu credi che noi italiani pensiamo troppo
ai debiti? Yes my friends! Ma ved a cus! (Te lo dico in
foggiano). Caro Rocco, e va beh, tu lo sai che noi italiani abbiamo un debito
pubblico di ben 2.560 miliardi di euro? Cosa? Cosa? 2.560
miliardi di euro? Si! Si! 2.560 miliardi di euro! Minchiaaa! Così
tanti? Are you sure? (Il Proprietario della Fiorentina è leggermente
pallido in volto. Avrà, forse, sbagliato il Paese dove investire i soldi di una
vita?). Eh già caro Commisso e ne faremo molti di più alla faccia della
Germania e dei Paesi Scandinavi: Ua! Ua! Ua! Ua! Ehm, e voi Italiani non
siete preoccupati? Ahahahah! Ahahahah! Come sei ingenuo Rocco!
Ahahahah! Oh tu Rocco mio mi fai tanta, ma tanta, tenerezza. Gli italiani
preoccupati per il debito pubblico? Ahahahah! Siamo su Scherzi a Parte? Oh
Rocco, noi, ce ne freghiamo alla grande del debito da almeno 30 anni. No?
Ma davvero? Nessuno mi ha informato. E come mai? Non sono soldi vostri… Si
vede che sei stato assente dall’Italia da tanto tempo. Troppo! In Italia basta
ca ce sta ‘o sole, ca c’è rimasto ‘o mare, na nènna a core a core, na canzone
pè cantà…
I’m sorry Arsenico17!
Scuse accettate Mr. Commisso! Non ti preoccupare. Ci mancherebbe pure altro.
Alla fine io sono un bravo ragazzo. Oggettivamente, ragazzi e ragazze, il dr.
Commisso non lo poteva sapere. Egli è fuori dall’Italia da tanti anni. Da
allora, l’Italia è cambiata in peggio. È assente da quando, all’età di dodici
anni, dalla Calabria emigrò con furore per cercare fortuna negli Stati Uniti
d’America. Il ragazzino, però, si farà perché l’America è lontana centinaia di
chilometri di distanza dalla Calabria. Dall’autorimessa di casa sua, come il
più classico degli stereotipi americani, Commisso fonda il colosso di Mediacom;
La quinta azienda fornitrice di TV via cavo negli Stati Uniti. Fino a questo
punto niente da segnalare alla vostra cortese attenzione. Tutt’altro! Sono
costretto, eh già, a riconoscere in Commisso il grande merito di un uomo che ce
l’ha fatta assolutamente da solo. Soprattutto senza l’aiuto di un politico
corrotto, il supporto di un usuraio o peggio ancora l’aiutino della criminalità
organizzata. In Italia, c’è solo l’imbarazzo della scelta quando si
tratta di associazione a delinquere. Detto questo non c'ho visto più,
però, quando Rocco Commisso ha buttato altra benzina sul fuoco: “Voi non
dovete pensare ai debiti! Perché io porto il cash!”. E con più
enfasi, manco avesse vinto la Champions League con la Fiorentina: “Cash!
Cash! Cash…..”.
(Onestamente Commisso mi ricorda un po' Vanna Marchi e
un po' Massimo Ferrero). Come è arretrato quest’uomo. E mi domando, sconvolto
da così tanta volgarità: “Come ha fatto questo qui a farsi tutti sti
soldi?”. E poi: “Siamo proprio sicuri che quest’uomo sia un imprenditore
di successo?”. E ancora: “Favorisca subito i documenti dr. Commisso!”.
E infine: “Esibisca subito il CUD, il 730 e l’ISEE!”. What do you
want? Così tanti… documents! Benvenuto in ITALIA caro ROCCO COMMISSO. Ahhahahahahaha!
#APPELLO
Caro Proprietario dalla Fiorentina, mi consenta, nonché imprenditore di
successo. Dimmi un po' tu. Occhio! Rispondimi solo quando ti senti pronto.
Quanto sei ingenuo da una scala da uno a diciassette? In America tu chiamalo se
vuoi cash, noi in Italia lo chiamiamo semplicemente “nero” e non contenti
associamo ad esso anche un'azione. Il nero Made in Italy lo trattiamo come se
fosse una persona, un figlio per esagerare. Perché gli italiani sono un popolo
creativo. Tu porti il cash all’interno dell’azienda e noi facciamo il “nero”
all’interno delle nostre società. Siamo i migliori al mondo a fare il “nero”.
Non ci batte nessuno. Nero! Nero! Nero! CAMPIONI DEL MONDO!
Detto questo, ne ha dette, tante altre, di mozzarelle
di bufala il proprietario della Fiorentina. Ci può stare. È stato assente
giustificato per dirla in termini scolareschi. Il ragazzo classe 1949, ahimè,
ha semplicemente bisogno di un po' tempo per riprendere la confidenza con il
bel Paese e le sue usanze. Noi Rocco ti diamo tutto il tempo che
desideri. Del debito pubblico ce ne sbattiamo altamente i coglioni. Ci
mancherebbe pure altro. Rocco Commisso
imparerà “a sue spese” cosa significa essere il proprietario di una
squadra di calcio in una ridente provincia italiana. Intanto spero che CHIESA non venga venduto al miglior offerente, come i
rumors di mercato riportano nelle ultime ore. Magari ceduto per una trentina di
milioni ai nemici storici della Juventus. Ahimè, caro Commisso, sarebbe
l’ennesimo boccone amaro da inghiottire per la passionale tifoseria viola.
Soprattutto, perché il buon Commisso - lo voglio ricordare a scanso di equivoci
- di recente ha espresso la ferrea volontà di vincere subito con la Fiorentina.
Ma occhio Rocco a fare promesse!
Perché occhio Rocco in Italia non è carino illudere i propri tifosi. Non sei
più un boyscout, bensì sei un cattivone di cowboy. Hyhaaa!
#IPOCONDRIA
Il calcio è un’arte atavica e dai risvolti talvolta bucolici.
L’argomento potrebbe sembrare un po’ asettico, ma non lo è affatto, almeno, per
il sottoscritto. Perché? A parere dell’umile scrivente il gioco del
calcio è la rappresentazione umana dell’eterno conflitto esistente tra l’uomo e
l’io, il tu, il lei, il voi e, ahimè nei casi più gravi, soprattutto il “nostro”.
Sono sincero! L’io, il tu, il lei e il voi non mi preoccupano affatto.
Ho imparato a convivere con l’io, il tu, il lei e il voi fin da quando ero un
piccolo bozzolo all’interno dell’Astronave Madre.
Arsenico17 telefono casa…..casa. Come spieghi cos'è il calcio ad
un'intelligenza superiore? Ohi, ohi...
Ahimè è il “nostro” che mi preoccupa nella vita. Questo pronome
possessivo - all’apparenza così amichevole da rasserenarci per un senso
atavico di appartenenza ricollegabile all’imprinting del neonato - non mi
fa stare sereno. No! No! Non sono assolutamente tranquillo! Faccio degli
incubi, così terribili, da svegliarmi inzuppato di sudore nel bel mezzo della
notte. Sogno, spesso, di essere un difensore professionista della Juventus. Durante
la partita subisco, sistematicamente, un rigore dubbio. Che umiliazione! In
realtà all’Allianz Stadium non è mai successo. Mai e poi mai
accadrà! Questo è poco, ma sicuro, finché gli Agnelli esiteranno. Lode alla
famiglia Agnelli!
A causa di tutto questo fardello, il giorno dopo mi
risveglio più scoglionato del giorno prima. Sono arrivato a un punto di
scoglionamento di non ritorno. Sono depresso. Gli articoli sportivi con le
trattative di calciomercato non mi fanno né caldo né freddo. Sono così depresso
e abulico da non leggere nemmeno più gli articoli in VxL. Per comodità, eh già,
leggo direttamente i commenti per poi partecipare in modo subdolo alla
discussione. Purtroppo sono sempre fuori tema e questo mi pesa tanto. Di
recente, ahimè, ho iniziato pure a tagliarmi sulle braccia. Mi procuro piccole
ferite perché provo molta più soddisfazione in questa macabra pratica che
vedere correre sulla fascia destra Bruno Peres, Santon e Karsdorp. Mamma
mia che bidone quest’ultimo.
A pensare che godevo come un riccio di mare per l’acquisto di Fausto Salsano
dalla Sampdoria. Ahimè, come passa velocemente il tempo. Soprattutto come si peggiora e non parlo solo
da un punto di vista fisico.
Di recente mi auto-scogliono dalle prime ore dell’alba fino a notte inoltrata.
Per questo motivo - memore del profondo legame che ci lega da mesi - devo
approfondire il mio stato d’inquietudine con una sorta di terapia di gruppo.
Ehm, oggi, è il giorno giusto per poterlo fare approfittando della vostra
gradita presenza.
In barba a tutti quei cliché di una società del pallone tanto cinica quanto
ottusa.
#QUI/QUO/QUA/SIPARLADICALCIO
Qui si parla solo di calcio! È regola suprema della regola madre
di tutti gli illuminati. Chi l’ha scritta? Comisso? Ferrero? Rino Gaetano?
Roberto Vecchioni? No! No! Nessuno dei sopracitati, purtroppo, almeno ce ne
saremmo fatti subito una ragione.
Papà, papi, qual è la tua figura geometrica preferita? Figliolo senza
ombra di dubbio il triangolo ottusangolo. Papà anche io un giorno voglio
diventare forte e saggio come te. Non c’è bisogno, amore mio, perché tu
sei il sangue del mio stesso sangue.
#MASOCHISMO
Cosa faccio in barba alla regola delle regole degli illuminati? Qui si parla
solo di calcio. Semplice! Faccio quello che mi riesce meglio nella vita: il
mero masochista. Il Tavazzi della situazione per intenderci. Del resto, non
sono né il primo né l’ultimo dell’allegra compagnia. Di recente, l’ha fatto al
GF quel capellone di Gabriel Garko per una misera sommetta di sessanta
mila euro. Cosa? Così tanto? State tranquilli almeno per una volta nella
vita. Mettete di mezzo, sempre, il vile denaro. Se siamo dei poveracci ci
sarà un motivo? No? Giusto o mi sbaglio? Sono soltanto pochi
spiccioli per un uomo tricologicamente così dotato. Se quell’uomo fosse pagato
a kg per capello, beh, oggi sarebbe un mega milionario.
Ebbene, alla lieta notizia sull’orientamento sessuale di Gabriel, tutti i
“nostri” hanno subito gridato allo scandalo. Lei si vergogni perché le piace la
zucchina anziché la patata!
Pertanto #iostoconGabriel. Beh! Se mi
avessero chiesto ti piace la zucchina? Sono sincero, anche se sono un
eterosessuale convinto, avrei certamente risposto in modo affermativo davanti a
milioni di italiani. Mi vendo per un misero buono Amazon di 100 euro. #MivendoperunbuonoAmazon
Per favore, oggi, non nascondiamoci dietro uno comodo cavetto USB. Togliamo la
mascherina momentaneamente dalla bocca. Scolleghiamo la tastiera dalla porta
USB del portatile. Una volta per tutte, eh già, guardiamoci dritto in un
occhio.
E possibilmente, ahimè, non nascondiamoci sempre dietro un nickname di
periferia. Troppo comodo, cari ragazzi e ragazze di oggi noi. L’era dei Social
e del distanziamento sociale. Nonostante il fascino ancestrale del Nickname,
non siamo autorizzati a sentirci né Superman né Spider Man quando siamo
connessi in rete.
La butto lì, senza perdere del tempo prezioso da utilizzare per altre attività
più redditizie. Magari il lavoro? Per carità di Dio meglio scrivere per un
Blog di calcio.
#SIAMOSOLONOI
Chi siamo? Dove siamo? Da dove proveniamo? Rispondo a queste domande
solo per il vostro bene. Ebbene vi informo che (oggi il 30/09/2020 alle ore 18
in punto) non siamo né giornalisti, né scrittori di talento. Siamo tutti
residenti a tempo determinato su questa cazzo di terra per poi andare a finire
a tempo indeterminato sottoterra.
Per carità nulla di grave! Lo faccio per parlare e non voglio turbare il vostro
equilibrio mentale.
#LASENTENZA
Beh che dire? Merito di essere punito con la peggiore delle punizioni corporali:
un dito nel culo senza vasellina.
#TRATTAMENTO DELLA NON CONFORMITA’
Caro esperto di calcio non te la prendere con me senza un motivo preciso. In
realtà, eh già, non dovresti prendertela con nessuno dei presenti. Se vuoi,
sfoga la tua ira repressa con gli assenti. Perché? Il calcio è
principalmente un gioco che consiste nello spingere con i piedi o la testa un
pallone di cuoio, su e giù, a destra e a sinistra e viceversa in un campo di
gioco di forma rettangolare.
#AZIONECORRETTIVA
Vivere, vincere, perdere sono tutti verbi transitivi e intransitivi a eccezione
del verbo “morire”. Quest’ultimo è intransitivo. Una bizzarra coincidenza o più
banalmente una regola stramba della grammatica?
“Lei Arsenico e vecchi merletti parla sempre a
sproposito come nei suoi articoli dove le viene facile parlare d'altro. Eh sì,
parlare di calcio è difficile e non le si addice per nulla. Detto questo le
anticipo che ho fatto un'eccezione perché solitamente non commento mai e non
replico chi non stimo!”
Ahimè nella vita quotidiana è il “nostro” che mi preoccupa da sempre….
#PARLIAMODICALCIO
14-09-2019
Coast to coast di Alessandro Florenzi che si dirige verso la linea di
fondo con uno scatto prodigioso. Lo Stadio Olimpico di Roma è una bolgia:
Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Urla felice il pubblico pagante. La tensione
nell’aria è palpabile e si taglia con una lama a punta di coltello. Al forte
terzino, giallorosso, restano soltanto pochi metri da percorrere in apnea, e in
solitario, coast to coast. Con una finta da grande campione, in piena trance
agonistica, Florenzi umilia l’ultima fila dei cartelloni pubblicitari. Salto
prodigioso di Florenzi: Sotomayor! Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Olè! Soltanto
un maledetto cartellone pubblicitario lo separa dalla gloria. Poco meno di
cento gradini dalla felicità. Al campione, finalmente in tribuna, non resta
nient’altro che un abbraccio: ALESSANDRO FLORENZI!
19-11-2019
Stefano Desideri mi affascinava più di altri calciatori famosi perché era
dotato di un tiro volante con un mezzo di propulsione autonoma. Con la
gloriosa maglia della Roma, il ragazzo romano ha silurato
all’incirca una ventina di portieri avversari con ben ventiquattro
Shkval. Soprannominato “Cicciobello” a causa della sua
corporatura robusta. Finì la sua mesta carriera a giocare in un campetto di
blasone minore, come quello di Milano. Ti voglio bene,
tanto bene, Cicciobello perché resterai sempre nel mio cuore e in quello
gioioso di milioni di bambine italiane……
22-12-2019
Una notte passata insonne. Come lo stesso Esposito dichiarerà
visibilmente commosso e in lacrime alla fine davanti alle telecamere. Magari
una nottata vissuta, come tanti altri ragazzini alla ricerca della felicità,
tra la playstation e rari momenti d’introspezione. Una notte insonne a
sognare un’esultanza per un assist o per una marcatura determinante per il
risultato finale. Perché canta l’immensa gioia di vivere, d’esser
forte, d’esser giovine, di mordere tutti i frutti terresti con saldi e banchi
denti voraci. È anche questo il calcio e non soltanto i lustrini e le
pagliette dei calciatori famosi. A parere del sottoscritto questo è Il
calcio più bello. È il calcio visto con gli occhi di un ragazzino
che guarda con occhi fiammei il volto divino del mondo come l’amante guarda
l’amata.
23-02-2020
Davide inizia la carriera nella Primavera del Ponte San Pietro. Quelli
sono gli anni più belli. I migliori della nostra vita: “A quei tempi avevo
solo il calcio in mente. E quel campetto di periferia dove l’inverno non
trovavi un filo d’erba nemmeno con una lente d’ingrandimento; tuttavia quel campetto
era il nostro San Siro. Il pallone pesava più di dieci chili e d’inverno era
così inzuppato d’acqua da essere un macigno troppo pesante da spostare anche
per il più forzuto dell’allegra compagnia. Il fango dentro le scarpette, tra i
tacchetti, ahimè, nelle calze e, persino, dentro le mutande per la gioia di
mamma e di papà. Davide prima di entrare in casa, per favore, togliti le
scarpe! Ora i palloni sono leggeri come l’aria e con un tiro
vanno dritti in cielo. Vola più su, vola oltre le nuvole. E alla
fine dell’allenamento c’era sempre l’ultimo tiro verso la porta. Poi
tutti a casa, ma mai stanchi. Perché? Semplice, pane e salame per merenda”.
29-04-2020
Agostino Di Bartolomei nasce a Roma l’8 Aprile 1955. Di mestiere fa il
calciatore professionista; “Diba” non è venuto al mondo per fare il
lavoro dell’ingegnere, l’idraulico o il muratore e neppure - con tutto il
rispetto per la categoria - un umile ma duttile panettiere. “Diba”
nella quotidianità, fuori dal rettangolo di gioco, è un uomo schivo e riservato
come tanti altri. Il ragazzo romano dà del tu a quella testa di cuoio con
le cuciture “Come si permette? Lei non sa chi sono io!”. Dal
barone, il saggio Nils Liedholm, è messo davanti alla difesa proprio come
un faro che sovrasta la tempesta e non vacilla mai, ma impavido resiste al
giorno estremo del giudizio….
09-06-2020
Nella fase di possesso, Franco è leggenda. Perché? Tutti
vorrebbero essere Franco e in un certo senso lo sono. Perché egli è capace
di portare sulle spalle larghe tutto il peso dell’emozioni dei tifosi. Dal
sogno all’incubo, dalla speranza all’angoscia, dalla gioia alla delusione, dal
dubbio alla certezza, dalla felicità alla tristezza e dalla vittoria alla
sconfitta. In Franco uno, nessuno e centomila. Un padre di famiglia che
fatica ad arrivare a fine mese. Un ragazzo del sud catapultato per lavoro o per
studio in una grande metropoli come Milano. Un uomo e una donna in trepidante
attesa del loro primogenito. Un piccolo artigiano in difficoltà economica. Un
operaio sfruttato da un datore di lavoro disonesto. Un commesso umiliato a
causa di un cliente maleducato. Un uomo licenziato per giusta causa e uno per
negligenza. Un amore finito e uno appena nato. Un imprenditore fallito e uno di
successo. Un bacio dato e uno rubato. Un impiegato, un operaio, un
imprenditore, un bracciante agricolo, una prostituta, un dottore, un
carpentiere, uno studente, un idraulico, un giornalista, un commesso, un
politico, l’omino della frutta e quello dell’acqua, un’insegnante, un alunno,
un’elettricista, un prete, un dirigente, un santo, un massone, uomini,
mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo, quaquaraquà e, persino, il diavolo in
persona. Almeno per una volta nella vita tutti vorrebbero essere Franco. E
quando durante i novanta minuti c’è da attaccare, beh, il nostro Franco non si
tira mai indietro perché di lui ci si può fidare. Sempre! Egli riparte indomito
dalla difesa all’attacco, con un’eleganza da lasciare senza fiato… E con la
testa sempre alta perché è dalla difesa che si riesce a guardare meglio
l’orizzonte per collocare ogni singola cosa al posto giusto.
06-08-2020
Zeman è un profeta del 4-3-3. Lo schema più democratico del mondo. Con
il 4-3-3 il terreno di gioco è diviso in parti uguali. Ognuno avrà sempre la
sua fetta di torta da mangiare. Nessuno con Mr. Zeman rimarrà mai a bocca
asciutta. Zeman è il Messia del 4-3-3 e non esiste altro Dio all’infuori di
ZEMAN. Il boemo non è un Serse qualunque perché egli è un grande filosofo per
il settore di competenza: il gioco con la sfera ovale. Un fine pensatore al
pari di Platone e Aristotele, Kant e Hegel, Marx e Nietzsche. "Il
talento conta tantissimo, è più facile, si è avvantaggiati, ma anche senza si
riesce ad andare avanti. Chi tratta meglio il pallone si chiama artista, ma non
è detto che 11 artisti battano 11 artigiani. Bisogna formare una miscela tra
queste due categorie. E poi chi ha talento non deve accontentarsi, adagiarsi su
quello che gli ha dato madre natura, ma lavorare ogni giorno per
migliorarsi".
09-09-2020
Nella stagione 1992-1993, Andrea Fortunato ritorna finalmente in Liguria con
l’obiettivo di disputare da protagonista il prossimo campionato di Serie A.
Questa volta il ragazzo con le spalle strette, nato a Salerno, non può non
centrare il suo obiettivo. È l’occasione della vita, ahimè, quella che capita
una volta e basta. Poi ti attacchi al treno che passa a folle velocità contro
il tempo e non ti aspetta anche se tu sei in possesso da mesi del biglietto. Perché
a differenza di altri, certi treni non si fermano ad aspettarti alla stazione: li
devi prendere al volo, punto e basta! Fa parte del rito del sacrificio per
obbedienza al Dio del Pallone. E questa volta in Serie A, Andrea Fortunato
ci vuole restare con tutti e due i piedi: il sinistro e il destro. Eh che cavolo!
Da protagonista con la maglia numero tre cucita a fuoco sulle spalle. Il
numero esoterico per eccellenza. Un predestinato al gioco del pallone,
adepto al Dio del Calcio….
Arsenico17 telefono casa…..casa.
Come spieghi cos'è il calcio ad un'intelligenza superiore?
Ohi, ohi...
Ahimè nella vita quotidiana è il “nostro” che mi preoccupa da sempre. Perché?
Perché qui si parla solo di calcio!
È regola suprema della regola madre degli illuminati. Chi l’ha scritta? Boh!
Papà, papi, qual è la tua figura geometrica preferita? Figliolo senza
ombra di dubbio il triangolo ottusangolo. Papà anche io un giorno voglio
diventare forte e saggio come te. Non c’è bisogno perché tu, amore mio,
sei il sangue del mio stesso sangue………..
La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà
dappertutto (Albert Einstein).
#ILFINALEASORPRESA
Oggi la voglia di andare al mare è irrefrenabile. Vorrei strapparmi questa
maglietta inutile di dosso. Mi separano dal mare, solo, poche settimane. Mi
rivedo in Autostrada, oggi più di ieri, a inveire contro il traffico e a
scomodare i santi, i vivi e i morti. Alla mia destra, come ogni estate, ci sarà
la mia fedele compagna. Anche se lei, ahimè, ha un’autonomia di pochi
chilometri fino al Casello Autostradale di Melegnano. 780 km di strada, da
percorre tutti d’un fiato, come ogni santa e maledetta estate mi ripasserà
tutta la vita negli occhi. Il viaggio. Sempre più giù a scavare tra i ricordi
di una vita passata. A santificare i sogni realizzati e rimuginare su quelli
spezzati. E in prossimità di Ancona, al 400° km percorso in solitaria, scorgerò
dal finestrino della mia automobile, appena sulla sinistra della strada, quella
immensa distesa azzurra che da sempre quieta e sazia il mio animo ferito e
facendomi sentire finalmente a casa. Sono vivo e avido di ossigeno, respiro! La
vita è dentro di me e io sono in essa. WOW! Ed è in quell’istante preciso, con
il mare in bella vista, che mi sembrerà di rivedere mio padre venirmi
nuovamente incontro.
“We waglio tutto ‘appost? Che se dec a M’len?”.
Sì Papà non ti preoccupare perché a MILANO stanno tutti BENE!
Adesso il colpo di scena. Dopo tanto faticare, sento la voglia di cantare. E
come posso fare? Accendo la radio per non sbagliare.
Click-on
Bimbi per strada
Bimbi per strada
Giro in torno con lo guardo.
Click-off
Click-on
Se, va beh!
……In questi giorni è certo autunno giù da noi dolce Marta, Marta mia ricordo
il fieno e i tuoi cavalli di Normandia, eravamo liberi, liberi………
Arsenico17
Commenti
Posta un commento