Passa ai contenuti principali

IN PRIMO PIANO

Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

il GIAMPKENSTEIN

8 ottobre 2019 
La dirigenza del Milan ha esonerato Marco Giampaolo, durato poco più di tre mesi. Praticamente come un gatto in tangenziale OVEST; 
5 agosto 1996
Lucio Dalla: “Solo un cretino come me, ma veramente un cretino (breve pausa) come me, poteva scrivere una canzone e chiamarla Canzone”.
29 settembre 2019
GIAMPKENSTEIN è un termine coniato dal sottoscritto per descrive una corrente filosofica; quella di uomini e donne che mai - e dico mai - hanno raggiunto un traguardo, importante, nella vita nonostante siano dotati di competenza e professionalità fuori dal comune. GIAMPKENSTEIN è una corrente di pensiero in opposizione all’illuminismo, al positivismo, all’intellettualismo e alla filosofia di vita. 
La corrente di pensiero del GIAMPKENSTEIN cerca di dare un senso alla rappresentazione del vincente e quella del perdente, estremi di un continuum all’interno del quale si collocano le concezioni personali sul successo. Il GIAMPKENSTEIN prende il nome dalla stessa corrente di pensiero: il GIAMPKENSTEIN. Il GIAMPKENSTEIN è considerato alla stregua di una creatura dai tratti morfologici bestiali e con un disturbo, borderline, della personalità. Qual è il suo mantra? I PERDENTI meritano di perdere, al contrario i VINCENTI meritano di vincere. Per questa ragione, purtroppo, il GIAMPKENSTEIN risulta essere non conforme agli standard fisici, intellettuali e sociali del mainstream. 
La creatura incarna, alla perfezione, il diverso che - in quanto tale - causa un disagio profondo alla società civile e per questo motivo, signori e signore, deve essere prima umiliato e, poi, cacciato negli inferi assieme ai peggiori demoni mai esistiti sulla faccia della terra. Postate ora o toglietevi dalle palle per sempre: “Quanti di voi si sentono un po’ un GIAMPKENSTEIN nella vita di tutti i giorni?”.  Non ci sarebbe nulla di male ad esserlo, non siate timidi.
Rompo gli induci, facendo outing: “Nella vita sociale e professionale, durante la giornata, spesso mi sento un GIAMPKENSTEIN
Anche tu - proprio come me - ti senti un GIAMPKENSTEIN? Beh, allora, non ti preoccupare perché sei in buona compagnia (non sentirti solo) e a braccetto con milioni d’italiani infelici. 
Sia chiaro, caro GIAMPKENSTEIN, in te non c’è, proprio, nulla che non va. Viviamo in una società cinica e bigotta, in grado di ferirti in qualsiasi modo possibile, dove i ragazzi - fin dalla culla - sono educati a essere infelici, ahimè, un po’ come lo sono gli operai, tristi, in una catena di montaggio in una fabbrica: Stesso taglio di capelli e manicure, grembiule azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce.
“When we grew up and went to school, there were certain teachers who would hurt the children in any way they could” è il verso di una bellissima canzone dei Pink Floyd dal titolo The happiest days of our lives, che tradotto in italiano: “Quando siamo cresciuti e siamo andati a scuola c’erano certi insegnanti che avrebbero ferito i bambini in qualsiasi modo possibile”. 
The happiest days of our lives è un testo di denuncia contro un modello scolastico fallimentare che invece d’incentivare i valori morali, sociali e intellettuali degli individui, ahimè, li deprime in una sorta di gabbia sociale: “Versando tutta la loro derisione in tutto ciò che facevamo e rendendo pubblica ogni debolezza per quanto attentamente nascosta dai bambini. Ma in città era risaputo che quando andavano a casa, le loro grasse e psicopatiche mogli li avrebbero bastonati riducendoli in fin di vita”.
Possiamo affermare che il sistema calcio - come il modello scolastico, fallimentare, descritto dai Pink Floyd tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni '80 - negli ultimi 20 anni ha inculcato principalmente valori decadenti ai nostri giovani? Tutto questo, ad esempio, ha portato all'estinzione del ruolo del trequartista - calciatore dotato di tecnica e fantasia (il numero dieci per eccellenza) - a favore di atleti sempre più forti fisicamente che tecnicamente. La carriera dei calciatori si è allungata e di conseguenza anche il conto in banca a 666 zeri. Compreso il conto corrente di Procuratori sempre più indaffarati tra una pratica di plusvalenza fittizia e l'altra. 
Anche tra gli allenatori di calcio sono in costante aumento quelli che curano - spesso in modo maniacale fino a spaccare il capello: Conte docet - il proprio aspetto fisico perché ritenuto fondamentale per poter fare carriera nel mondo pallonaro del pallone. Il famoso proverbio, l’apparenza inganna, è solo un lontano ricordo di una saggezza popolare, ormai, démodé; È un dato di fatto, forse incontestabile, oggi, gli allenatori di calcio si valutano principalmente in base all’apparenza a discapito di talento, esperienza e competenza. In tal senso - in questi lunghi giorni uggiosi d’Autunno - è in atto un attacco mediatico, senza precedenti, contro il povero Marco Giampaolo al quale si imputa, ingiustamente, dopo una lunga e onorata carriera nel mondo del calcio, di non essere all'altezza ad allenare il "grande" Milan; per intenderci quello di Cutrone, Pasquetà, Kessiè, Calabria e Biglia.
Il sig. Marco Giampaolo è, forse, un membro onorario della corrente di pensiero del GIAMPKENSTEIN? 
Non saprei proprio but in the town, it was well know when they got home at night, their fat and psychopatic wives would thrash them within inches of their lives”.
Caro GIAMPKENSTEIN, ovunque tu sia, ricorda sempre che in città era risaputo che quando andavano a casa, le loro grasse e psicopatiche mogli li avrebbero bastonati riducendoli in fin di vita...

Arsenico17

Commenti

Post più popolari