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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Inter, una notte da leoni🦁, per un colpo crudele al Barcellona.

L’Inter archivia il capitolo Barcellona acquisendo una nuova consapevolezza nei propri mezzi, ma anche rammaricata per gli ultimi, convulsi, frangenti del match, in cui i catalani hanno messo a segno la rete del definitivo 3-3. Inzaghi ha comunque di che sorridere, dal momento che sarà sufficiente battere il Viktoria Plzen in casa per ottenere una qualificazione non banale, in uno dei gironi più complicati di tutta la competizione.

Il tema tattico della partita è stato sulla falsariga del precedente incontro, coi blaugrana impegnati a fare gioco e i nerazzurri pronti a sfruttare gli enormi spazi tra centrocampo e difesa. Ieri sera, i catalani hanno ottenuto il 62% del possesso palla, muovendo molto il pallone e non dando punti di riferimento, mentre a Milano avevano tentato di sfondare sulla destra, con Dembéle, ieri in gol, ma anche tra i più nervosi in campo. Malgrado l’emergenza in attacco, con Correa e Lukaku fermi ai box per infortunio, Inzaghi non rinuncia a schierare due punte, mossa importante per l’economia dell’intera partita: era infatti fondamentale non pensare soltanto a difendere e mantenere una batteria di attaccanti in grado di fare pressione tra la difesa e il centrocampo, rallentando così gli avversari durante l’uscita palla al piede dalla difesa.

Soluzione, quella delle due punte, che ha portato l’Inter a non subire passivamente il martellante tiki taka in versione Xavi, rimanendo molto compatta sulla propria metà campo, ma altresì pericolosa in fase di costruzione. Sul piano dell'intensità, il primo tempo è dominato dai padroni di casa, che tirano complessivamente 15 volte, centrando la porta in 5 occasioni, con l’Inter sulle barricate, che arriva al tiro solto in 3 occasioni, 2 volte centrando la porta. Al 16' la prima grande occasione è a favore dei nerazzurri, capaci di sfruttare al meglio un calcio piazzato da posizione defilata e arretrata, eseguito molto bene da Calhanognu, il quale pesca Dzeko in area, che colpisce il pallone troppo sotto, andando a impattare sulla traversa [Img.1-2-3]. Nella prima immagine, notiamo anche l’attenzione dei meneghini in fase di copertura, con 5 giocatori in posizione arretrata rispetto alla mischia in area.

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Il Barcellona reagisce aumentando la pressione sulla trequarti avversaria, ma il posizionamento degli uomini di Inzaghi è ineccepibile: le marcature e i raddoppi vengono eseguiti con attenzione, costringendo i blaugrana a una fitta trama di passaggi, nel tentativo di liberare qualche spazio per l'imbucata. In questa fase i catalani attaccano in massa, mantenendo soltanto i due centrali a protezione delle retrovie. Al 27’ l’Inter esce dalla pressione con Barella, il quale approfitta di un’indecisione degli avversari per rubare palla e ripartire centralmente [Img. 4]. Sui fianchi ci sono due corridoi completamente liberi (A-B), attaccati rispettivamente da Dzeko e Dumfries. Per tutto il primo tempo, sulla propria fascia di competenza, l'olandese gode di grande libertà, ma non riesce a tradurre questo vantaggio tattico in giocate degne di nota: poco lucido nell'ultimo passaggio e spesso macchinoso nel seguire l'azione. In questo caso, Barella porta palla fino alla trequarti avversaria e serve Dumfries sulla corsa, ma la palla non è perfetta e fa perdere un tempo di gioco al numero 2 [Img.5], che opta per un tiro da posizione angolata, mentre avrebbe potuto metterla al centro, dove Barella e Dzeko erano in posizione ottimale per calciare da fuori e dove stava sopraggiungendo anche Lautaro [Img.6].

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Al 29’ il Barcellona manovra sulla sinistra con Dembéle, il quale cerca Busquets al centro, ma il Numero 5 è pressato da Barrella e, dimostrando la solita intelligenza tattica, opta per un velo che consente alla palla di arrivare fino a Sergi Roberto, lasciato tutto solo sul centrodestra, in posizione favorevole per il tiro [Img.7]. Il suo tiro non è irresistibile, tuttavia Onana è costretto a una parata in due tempi, sulla quale Lewandowski non arriva per pochissimo [Img.8-9]. Azione non irresistibile del Barça, comunque
utile per mettere in evidenza la difficoltà nel penetrare la doppia linea interista, composta da difesa e centrocampo.

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I catalani cambiano passo e si rendono più volte pericolosi. Prima al 35', su iniziativa sempre di Dembéle, che lancia sulla sinistra Lewandowski, bravissimo a trovare Raphinha tutto solo a destra. Meno preciso il numero 22, che colpisce al volo senza inquadrare la porta, mandandola oltre il palo, alla destra di Onana. Primi segnali di scollamento da parte dei nerazzurri, costretti a difendere bassi sull'assedio dei blaugrana, che prosegue al 38' ancora una volta con Dembéle, il quale calcia dal centrosinistra, ma la palla viene intercettata e rimane pericolosamente in area. Pedri vi si avventa, ma l'estremo difensore nerazzurro riesce a sventare il pericolo.

Al 40' arriva la rete del Barça. Alonso cerca la testa di Raphinha, sul quale Dimarco non riesce a chiudere. Il numero 22 si allunga la palla fino al corner e da lì trova Sergi Roberto, che crossa con potenza in mezzo all'area, trovando il colpo vincente di Dembéle [Img. 10-11]. Dopo il gol i nerazzurri sono comunque bravi a ricompattarsi ed evitare il peggio, approfittando dell'intervallo per riorganizzare le idee.

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L'Inter rientra in campo con un altro passo e più aggressiva. Una chiave tattica importante sarà l'impiego di Lautaro in pressione sui portatori di palla avversari. Con questa mossa, il numero 10 entra nel vivo dell'azione, passando dall'essere l'osservato speciale delle marcature avversarie a svolgere egli stesso un'importante azione di disturbo quando il Barcellona riparte dalla difesa. 

Al 49' arriva la risposta interista. Bastoni, autore di una solida prestazione difensiva, si posiziona largo sulla sinistra ed esegue un lancio preciso che trova Barella in area [Img.12]. L'inserimento del centrocampista è preciso e agganciato il pallone lo calcia alla destra di Ter Stegen [Img.13].

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Il gol ridà fiducia agli uomini di Inzaghi, i quali ci riprovano con Calhanoglu al 55' di gioco. Da posizione defilata sulla destra, il turco trova una parabola insidiosa e potente, sulla quale interviene il portiere catalano, che la respinge fuori, concedendo un corner, sul quale Skriniar per poco non trova il colpo di testa vincente sul primo palo. In questa fase i meneghini sono più precisi negli anticipi, riuscendo spesso a intercettare le linee di passaggio avversarie e ribaltare rapidamente l'azione da difensiva in offensiva.

Al 62', Calhanoglu inventa per Lautaro con una sventagliata a cambiare gioco [Img.14]. Soluzione che aveva creato non pochi problemi ai catalani anche nella gara di Milano. Il Toro aggancia bene in area e si gira colpendola con grande forza verso il primo palo. Palla che rimbalza, tocca il secondo palo e infine entra in rete [Img.15].

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Al 76' Inzaghi inserisce Bellanova e Gosens per Calhanoglu e Dzeko, disponendo i suoi uomini col  5-4-1, modulo che vede Lautaro sempre molto attivo in entrambe le fasi di gioco. L'Inter riesce a mantenere il vantaggio fino all'80', quando Lewandowski approfitta di una mischia in area per colpire potente da posizione ravvicinata. Onana non ha il tempo per intervenire sul pallone, che s'insacca alle sue spalle per il temporaneo 2-2. 

Al minuto 88' arriva il 2-3, con Lautaro largo a destra a inventare per Gosens, che attacca lo spazio sul centrosinistra. La palla è precisa, servita coi giri giusti, e il tedesco non deve fare altro che appoggiarla in rete col sinitro [Img. 16-17].

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I nerazzurri pregustano il sapore della vittoria e negli ultimi minuti di gioco perdono lucidità, concedendo molto al Barcellona, che al primo minuto di recupero pareggia con Lewandowski. La partita si conclude con un ultima occasione per l'Inter: Asllani parte in contropiede sul centrodestra; Lautaro è libero alla sua sinistra, ma il giovane centrocampista decide per la conclusione personale, che viene disinnescata dal portiere tedesco. 

 

Nicola Murrali

 

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