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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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#FinoallaFine: Bonucci? No, il vero leader è Danilo🔝 !
Allegri aveva chiesto compattezza e unità di intenti al suo
gruppo di giocatori per riacquistare fiducia nei propri mezzi in questo momento
di grande difficoltà e la vittoria nel derby contro il Torino ha restituito un po’
di serenità dopo il “mini-ritiro” “imposto” dal disastro con il Maccabi Haifa.
Un’unione più facile a dirsi che a farsi visto l’avvio complicato di stagione, soprattutto
da quando all’interno dello spogliatoio mancano
dei veri leader in grado di trascinare, letteralmente, il gruppo oppure coloro
i quali dovrebbero esserlo invece non sono stati reputati all’altezza di importantissimo ruolo. Perché non tutti possiedono
la stoffa del trascinatore, non tutti sono capaci allo stesso modo di caricarsi
sulle spalle le responsabilità del gruppo, non può bastare, dunque, essere un
“senatore” per farsi elevare, automaticamente, a leader “maximo” di una squadra come la Juventus. Perché
vedete Bonucci, colui che avrebbe dovuto
raccogliere lo scettro del “potere” che fu di Chiellini, Barzagli e Buffon,
ovvero il vecchio e storico gruppo del lungo ciclo vincente bianconero degli
ultimi nove anni di cui Leonardo ha fatto parte tra l’altro da grande protagonista,
non sembra possedere lo stesso carisma e senso di leadership dei suoi ex
compagni di squadra a tal punto da non essere riconosciuto come un vero grande leader
della squadra bianconera. Lo
stesso Allegri, del resto, gli negò la fascia da capitano quando rientrò alla
base dopo la breve parentesi, negativa, rossonera; a proposito una vecchia “ferita”,
non rimarginata del tutto, che i
tifosi non gli hanno mai perdonato e che ancora oggi riaffiora di più dopo tanti anni e a maggior ragione in una stagione difficile come questa. Un motivo,
evidentemente ci sarà pur stato se Allegri non gli aveva affidato quella fascia e non può
essere soltanto dovuto agli screzi che si erano avuti a creare in passato, tra
i due, con il famoso “sgabello” di Oporto in tribuna. Per essere dei leader non bastano le solite
frasi di circostanza come “io posso guardarmi allo specchio perché so di aver
dato sempre tutto”, i messaggi retorici e critici pubblicati sui social, le
interviste post partita in cui ammette di non capire i motivi di questo disastro,
i faccia a faccia con l’allenatore in allenamento o l’aver portato la squadra
sotto la curva prendendosi gli insulti che meritava di ricevere, tra l’altro
scena non piaciuta affatto agli ultras Juventini. Alle volte si può essere leader anche
in maniera silenziosa e senza proclami di nessun tipo ma evidentemente Bonucci non
riesce proprio a calarsi in questo ruolo nemmeno senza farsi notare. Non sono un caso le
panchine recenti, come non sono un caso le voci che riportano di un suo
addio, difficile, già a gennaio o al termine di questa stagione nonostante le difese di Allegri e le, freschissime, indiscrezioni su un suo possibile rinnovo di un altro anno. Ciò che appare
chiaro però è che al momento, un altro
componente della rosa sembra maggiormente in grado di trasmettere alla squadra,
serenità, grinta, coraggio dentro e fuori dal campo: ed è Danilo Luiz da Silva. Un
giocatore che nel corso della sua carriera ha vestito maglie di grandissimi
club come Real, City e Porto, grazie alle quali ha accumulato una grande
esperienza in grado di trasmetterla anche ai suoi compagni di squadra. Uno
che da quattro stagioni ha conquistato il suo ruolo di “pilastro” alla Juventus calandosi perfettamente nella
realtà bianconera, uno
dei pochi, negli ultimi tempi, a comprendere che cosa significa possedere il
DNA Juventus che, a suon di prestazioni convincenti, si
è ritagliato sempre più un ruolo importante all’interno dello spogliatoio, dimostrando,
lui, di possedere le caratteristiche
per assumere il “comando” all’interno
di una barca che sta sempre più andando alla deriva. Insomma un vero leader, una guida capace grazie alla sua determinazione e al suo carisma di
trascinare i suoi compagni, per non parlare delle analisi lucide fatte durante
le interviste post partita, non cercando mai alibi ma solo voglia di riscattarsi
già dalla prossima. Prova del ruolo di leader è stato il discorso fatto alla squadra,
in campo, poco prima dell’inizio del derby: tutti attorno a lui, l’unico a
proferire parole di incoraggiamento e motivazione, con i suoi compagni che lo ascoltavano
attentamente. Quindi Danilo e non Bonucci.
Si la realtà dei fatti dice questo. Così com’era stato sempre il brasiliano a metterci la faccia
dopo la sconfitta di Maccabi dichiarando apertamente che questa non può essere
la Juventus e che non basta riunirsi al campo di
allenamento per ritrovare la fiducia nel gruppo ma bisogna pensare alla
Juventus continuamente, deve fare anche parte della propria vita, perché questo
club ti impone di dare sempre tutto senza rimpianti, ragionando sempre da squadra
e mai da singoli. Parole severe ma giuste che
ci sarebbe aspettato di sentire da qualcuno che è da tanto tempo alla Juventus però il
calcio è questo ed evidentemente lo scettro del potere è ormai di Danilo e non
più di Bonucci nonostante la fascia di capitano sul braccio.
#FinoallaFine
Francesco Indelicato
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