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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoAllaFine: Clamoroso 😱 e se Antonio Conte tornasse alla Juve?


La prima pagina della Gazzetta dello Sport ha aperto oggi il suo giornale con una notizia-bomba: il ritorno di Antonio Conte alla Juventus. Massimiliano Allegri per adesso non rischierebbe, a meno di incredibili ulteriori passi falsi da qui fino alla pausa dei mondiali, nonostante la fresca eliminazione dalla Champions e soprattutto dopo la conferma, davanti ai microfoni, da parte del presidente Andrea Agnelli  in occasione della clamorosa debacle in quel di Israele di solo qualche settimana fa, ma ovviamente ciò non lo rassicurerebbe affatto su una sua possibile permanenza fino alla naturale scadenza del contratto che avverrebbe nel giugno del 2025.

Il ritorno del condottiero

Alla Juve si sta riflettendo su un grande ritorno come quello di Antonio Conte. Le condizioni per la riunificazione dopo quasi otto anni ci sarebbero tutti: il contratto in scadenza con il Tottenham non ancora rinnovato, il suo legame fortissimo con la Juventus che ha guidato, prima da “capitano” sul campo e poi come allenatore in panchina, parte della dirigenza che sarebbe favorevole ma soprattutto la voglia di riprendere il lavoro lasciato a “meta” dell’opera quando nel 2014 sbatté la porta, a ritiro appena cominciato, senza poi voltarsi indietro anche per via dei rapporti tesi che c’erano tra lui e Andrea Agnelli culminato nella lite allo Stadium, quasi tre anni fa, quando Conte era allenatore dell’Inter. Chi conosce Antonio sa perfettamente che uno dei motivi per cui non ha ancora prolungato con gli inglesi è perché aspetta la Juve, come l’aveva attesa già due anni fa, prima che la società bianconera decidesse di optare per il ritorno di Massimiliano Allegri in sella sulla panchina della Juventus.

Perché puntare su di lui?

Il progetto della Juventus quest’anno era quello di puntare, spendendo parecchio sul mercato, su profili di esperienza per accontentare le richieste specifiche fatte da Max Allegri: l’obiettivo era quello di provare a vincere subito sacrificando la maturazione e il lancio di profili più giovani che avrebbero avuto bisogno di più tempo per ottenere risultati. La rosa, infatti, è stata costruita, per la maggior parte, su profili over 30 con ingaggi molto elevati oltre ad aver mantenuto parte dei “senatori” protagonisti del lungo ciclo vincente dei nove scudetti consecutivi. Nonostante questo, la stagione rischia di essere totalmente fallimentare e con zero titoli in bacheca per il secondo anno consecutivo ed è così che all’interno del club si sta facendo sempre più strada la convinzione che Allegri non sia più l’uomo giusto per la rifondazione, perché è un tecnico più gestore che allenatore e senza grandi campioni sta dimostrando di faticare parecchio. Conte invece all’inizio del ciclo vincente ha vinto il primo Scudetto, dell’epoca post calciopoli, con una rosa nettamente inferiore rispetto a quella che ha avuto il tecnico livornese soprattutto negli ultimi anni prima dell’esonero del 2018, dimostrando che con il lavoro di campo e una grande preparazione atletica e soprattutto con il carattere si può vincere anche sopperendo alla qualitá. Doti che ha dimostrato, negli anni, anche in altri club poiché bravo a tirare fuori il meglio dagli uomini che ha a disposizione. E poi, nonostante il biennio nerazzurro, Antonio Conte incarna il Dna bianconero, avendolo vissuto nella grande Juve di Lippi, e sarebbe dunque l’uomo giusto per infondere quei valori e quello spirito battagliero che la squadra  sembra aver smarrito da tanto, troppo tempo. E in ultima analisi l’attuale rosa potrebbe anche essere adatta, con una grande rivoluzione tecnica, per il suo modulo preferito ovvero quel 3-5-2 che rappresenta il suo cavallo di battaglia, infatti anche Allegri, al netto dei tantissimi infortuni, si è dovuto arrendere all’idea di utilizzare uno stile tattico diverso, 4-3-3, optando per un modulo che gli potesse dare più equilibrio nei reparti anche se i risultati al momento continuano a scarseggiare.

Conte perché no?

Nonostante sia un uomo forgiato dalla Juventus il popolo bianconero risulterebbe diviso sulla scelta positiva di un suo ritorno non soltanto per come ha lasciato la squadra nel 2014, a meno di un mese dall’inizio della stagione, ma soprattutto per essere passato al “nemico” giurato dei bianconeri, l’Inter, diventandone l’allenatore e interrompendone, proprio lui, la striscia di scudetti vinti in serie dopo nove anni. Quindi potrebbe risultare difficile una possibile “ricucitura” con una parte della tifoseria che non lo vedrebbe di buon occhio definendolo di fatto un “traditore” oltre a considerarlo ancora come un uomo che ha abbandonato la nave senza aver affrontato la tempesta, dunque un fattore da ben considerare oltre alle frizioni che in minima parte ci sarebbero ancora con Andrea Agnelli. Da un punto di vista puramente tecnico il ritorno di Antonio Conte potrebbe essere visto come  la solita “minestra riscaldata” che potrebbe portare a non ottenere grandi risultati come sta avvenendo, in questo momento, con Massimiliano Allegri. Inoltre l’utilizzo del 3-5-2 potrebbe non essere l’abito più adatto per fare il salto di qualità nell’Europa che conta, visto che proprio Conte nelle coppe, fino adesso, non è mai arrivato oltre la prima fase ad eliminazione diretta, dunque anche questo è un fattore da non sottovalutare e che potrebbe influire su una sua possibile scelta.

Ciò che risulta certo, al momento, è che senza l’ottenimento di risultati nell’immediato, a fine stagione potrebbe esserci una vera e propria rivoluzione, sia tecnica che dirigenziale, con un nuovo clamoroso passaggio di testimone tra i due, ma questa volta al contrario: dentro Antonio Conte, fuori Massimiliano Allegri. Sarà realmente così?

#FinoAllaFine

Ciccio

 

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