Passa ai contenuti principali

IN PRIMO PIANO

Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoallaFine: il Derby è dalla #Juve, ma tifosi e giornali non sono soddisfatti 🤨



La Juventus vince il Derby di Torino con un goal di rapina al 74’ di Vlahovic D. Da calcio d’angolo, Dusan gonfia la rete su sponda di Danilo. L’esultanza del calciatore serbo è furente e rabbiosa come se si fosse levato un grande peso dalla coscienza.
Partita sofferta per i bianconeri, ma risultato assolutamente meritato perché gli uomini di Mr. Allegri hanno, più volte, sfiorato il vantaggio sbattendo contro la manona di un grandissimo Milinkovic-Savic V. Il portierone del Torino è il fratello minore, quello meno famoso, del fenomeno laziale, sogno di mezza estate per i bianconeri.

Alla fine del match, il possesso palla è stato leggermente superiore per i granata: 52,9% contro il 47,1% degli juventini, ma i tiri in porta sono a favore degli uomini di Allegri; Nello specifico sono otto e soltanto due per i granata nello specchio della porta. Da segnalare al 62’ le clamorosa occasione sbagliata da Kean che si divora il vantaggio. Prima di lui, Vlahovic era andato vicinissimo, due volte, alla marcatura trovandosi davanti il muro del portiere granata. Tutto sommato prestazione positiva per il giovane attaccante italiano.
Alla fine dei 90’ minuti di gioco - al triplice fischio di Mariani M. - una boccata di ossigeno per Max Allegri. La Juventus si porta al 7° posto in classifica con 16 punti e a meno 8 dalla prima in classifica, una super Atalanta di Giampiero Gasperini, a soltanto 4 lunghezze di distanza dalla squadra campione d’Italia.

Le novità in casa Juventus sono:

Difesa: 3-5-2 con una difesa a suon di musica popular brasileira che vede escluso Bonucci dallo schieramento inziale e dalle gerarchie di Mr. Allegri; Si parla di un possibile addio a Gennaio per il mitico capitano in pectore.

Centrocampo: Fuori il registra classico, Paredes, dentro Locatelli più mobile dell’argentino e in grado di giocare in linea con i suoi compagni di reparto.

Attacco: Non più il tridente delle meraviglie, come si era ipotizzato in estate e nelle prime partite di campionato, ma due centravanti di ruolo di cui uno - Milik nella testa di Allegri - dovrebbe essere una sorta di regista avanzato.

Detto questo, all’indomani della vittoria importantissima della Juventus nel derby di Torino i due principali quotidiani sportivi italiani titolano, in prima pagina, a lettere cubitali:

Vhahovic decide il derby. IL SALVA JUVE (Gazzetta dello Sport);
DusansalvaMax (Corriere dello Sport).

A questo punto è lecito domandarsi seriamente: Il calcio è diventato uno sport individuale o è sempre uno sport di squadra? Evidentemente, fino ad oggi, non abbiamo visto e ammirato partite di calcio, ma quelle di un altro sport. Allora abbiamo vissuto una sorta di Matrix collettivo?
Magari abbiamo ammirato il Tennis, sport individuale per eccellenza, ove l’atleta soltanto decide il suo destino con il più classico dei match point. Forse il Pugilato, dove un terribile montante può causare, addirittura, un trauma contundente o un trauma penetrante su un avversario.

Non è da meno l’altro grande quotidiano sportivo, TuttoSport, che titola in prima pagina.

JUVE, l’orgoglio. Toro il nulla.

Titolo ad effetto, quasi, a voler sminuire la vittoria della Juventus, umiliando gli sconfitti, soprattutto a svalutare quella di Allegri, bollandola come una vittoria soltanto d’orgoglio. Il calcio, con tutte le sue infinite sfaccettature, è soltanto un optional. Non abbiamo più a che fare con uno sport individuale - come parafrasato dalla Gazzetta e dal Corriere, dove 11 uomini sfidano altrettanti uomini per la vittoria o la sconfitta finale - ma con la letteratura prendendo magari spunto dal romanzo di Jane Austen: Orgoglio e Pregiudizio.

E’ un calcio malato quello raccontato da giornali, opinionisti vari ed eventuali tifosi sempre alla ricerca del tweet in tendenza. Uno sport di squadra, purtroppo scambiato per uno individuale, dove non c’è più il rispetto per gli atleti e i professionisti. Il Dio denaro è l'unità di misura. 
Perché l’importante non è più partecipare - come ci insegnavano da bambini citandoci in continuazione Pierre de Coubertin - ma apparire comunque vada, sempre, a suon di tweet in tendenza per prendere più like e followers possibili.

Allora è lecito domandarsi, dopo Torino-Juventus: Cosa avrebbero titolato i giornali, twittato i tifosi, se nel Derby di Milano non si fosse girato Giroud?


Arsenico17

Commenti

  1. Ho smesso di leggere quotidiani sportivi (quello rosa in particolare!) dal 2006, quando la più grande truffa di sempre in ambito sportivo, ci costò la Serie B, e il citato fogliaccio rosa fu il braccio armato del complotto chiamato "Calciopoli"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marco. Grazie per commento. Purtroppo, i contenuti dei giornali sono spesso delle esche per attirare lettori. Nulla di più. La JUVE ha meritato di vincere contro il Torino.

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari