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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoallaFine: La Juve 🅺😱 al da Luz, adesso vogliamo la rivoluzione totale.


È davvero finita, la Juventus viene eliminata clamorosamente dalla Champions League con una giornata d’anticipo dopo la pesante sconfitta subita ieri sera al da Luz contro il Benfica. Non accadeva da circa un decennio, stagione 2013 con Antonio Conte in panchina, che la Juventus non riuscisse a qualificarsi per la fase ad eliminazione diretta della Coppa Campioni, cioè da quando subì quella clamorosa sconfitta in Turchia nel campo “ghiacciato” del Galatasaray trascinato dalle giocate dell’ex Inter Wesley Sneijder e di un certo Didier Drogba, tra l’altro, autore del gol partita. Quella era una Juve molto diversa da quella di oggi e cioè una squadra in piena ascesa, con una società molto forte alle spalle e un allenatore con delle idee tattiche ben precise e che nonostante l’eliminazione si trovava comunque al comando della classifica di serie A. Ma tornando all’attualità nessuno oggi può essere sorpreso più di tanto da questo “fallimento”, perché di questo si tratta, in cui le colpe non sono di un uomo solo, Massimiliano Allegri che ne ha tante sia ben chiaro, ma di tutti nessuno escluso. È un’eliminazione cocente, che fa rabbia non soltanto per il lato economico, circa 30 milioni di euro persi per le già esigue casse bianconere, ma soprattutto per il lato sportivo perché farsi “umiliare” in questa maniera, non inganni il risultato finale di 4-3, è oltraggioso per chi segue la Juventus con passione come facciamo noi tifosi. Questa è una squadra inguardabile, specchio delle scellerate scelte societarie operate in questi ultimi quattro anni, una società alla canna del gas che, come una dinamite, potrebbe esplodere da un momento all’altro. 

Le colpe, come detto precedentemente, vanno suddivise tra tutti i “protagonisti” dell’attuale Juventus, perché non è ancora possibile andare dietro alle convinzioni e ai deliri di un allenatore che sbagliando completamente la preparazione atletica e con più di qualcosa da rivedere nel suo modo di “comunicare” con la stampa, insiste nelle sue idee, oramai superate, di calcio senza pensare a quel limite di dignità che ogni uomo dovrebbe avere ad un certo punto della propria carriera, non è ancora possibile riproporre in campo i “cimeli” di mille battaglie come Cuadrado e Bonucci,  artefici del grande ciclo vincente bianconero ma che continuando di questo passo rischiano di “infangare” la loro grande storia di “eroi” trionfanti, non è possibile continuare a non lanciare dei giovani promettenti con la solita convinzione tutta “italica” che si rischia soltanto di bruciarli alla prima partita giocata male ma principalmente non è ancora possibile continuare con questa “società” e “dirigenza” che evidentemente ha ben altri problemi a cui pensare men che meno a quelli legati alla sorte sportiva di questa squadra. 

Colpe dunque che sono da ricercare da chi sta più in alto e manovra i “fili” di questa società, non è un caso che la vigilia della partita con i portoghesi sia stata accompagnata dalle “bufere giuridiche” della Procura di Torino di cui già ci si sta preparando, in generale, a sfregare le mani per un eventuale, e improbabile, “calciopoli bis” con tanto di “sentenze” e “condanne” anticipate per la Juventus a fronte di un processo mai iniziato, caso plusvalenze, e tra l’altro già archiviato poiché il fatto non sussiste per mancanza di parametri oggettivi relativi alle valutazioni dei cartellini dei giocatori ceduti. Dunque un “artifizio” mediatico quello messo in piedi dai media e non solo che tende come al solito a dare giudizi affrettati su una questione che a livello sportivo non coinvolgerebbe o lo farebbe esiguamente la Juventus come squadra ma semmai le conseguenze si rifletterebbero sui 15 dirigenti indagati per i reati penali, che non elencherò visto che tutti ne parlano, piuttosto gravi venuti fuori dalle conclusioni delle indagini preliminari, che la difesa bianconera, abbastanza tranquillamente, è intenzionata a smontare, nelle sedi opportune, in ogni sua parte puntando a far cadere le accuse pesanti nei confronti dei loro assistiti come tra l’altro enunciato nel comunicato della società apparso ieri nel sito ufficiale bianconero. 

Tutto questo dovrebbe distogliere dagli enormi problemi di campo? Assolutamente non è tutto collegato e chi ha sbagliato, fino a prova contraria di innocenza, dovrà pagare questo è fuori discussione e nessuno lo contesta. È dunque evidente che il solo essere indagati mette in evidenza la cattiva gestione e il grande caos societario di questi ultimi anni e semmai ci saranno delle condanne esemplari queste dovranno essere utilizzate da chi ha la proprietà della Juventus nelle mani come espediente per fare pulizia una volta e per tutte, mettendo in atto una vera e propria rivoluzione,  ricominciando da capo e accompagnando elegantemente alla porta anche chi, dando tutto, ha contribuito enormemente per il grande ciclo di vittorie di questo decennio o chi non ha voglia di impegnarsi oggi sputando “sangue” per questa gloriosa maglia: poiché la storia bianconera lo impone, i tifosi lo meritano, ricordando sempre, a chi verrà dopo, che i cicli finiscono, i giocatori e i dirigenti passano ma la Juve rimane sempre.

#FinoallaFine.

Indelicato Francesco

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