Caro Presidente, Andrea Agnelli
da premettere che chi scrive questa lettera è un tifoso innamoratissimo
della sua squadra e soprattutto una persona che prova una profonda ammirazione
e stima per lei e per il suo grande impegno profuso in questi anni come manager
della Juventus. Detto ciò, mio caro Presidente Agnelli, anche lei se
ne sarà accorto ormai che questa non è più una “Signora” ma piuttosto una
ragazzina impaurita, alla disperata ricerca di sé stessa, dopo una grande
storia d'amore vissuta intensamente e finita come peggio non poteva. Ma prima
di addentrarmi nel turpiloquio dei tanti luoghi comuni che circolano nei suoi
confronti, ci tengo molto a farle una doverosa premessa.
La
riconoscenza nella vita è un valore estremamente difficile da conquistare,
frutto di sacrifici, capacità e impegno nel lavoro ma soprattutto nel nostro
vivere quotidiano. Un valore che si ottiene soltanto dopo aver tagliato dei
grandi traguardi attraverso lo spirito di chi crede alle proprie idee ed ha
grande fiducia nei propri mezzi. In Italia, e in particolar modo, in un mondo
di squali come quello del calcio, basta un minimo affinché la riconoscenza e il
rispetto, guadagnati a fatica, vengano spazzati via in un batter d'occhio, come
se, improvvisamente, il passato non contasse più nulla ed è per questo
Presidente Agnelli che io le sarò sempre "riconoscente";
ringraziandola, immensamente, per le grandi emozioni che ci ha fatto vivere in
questi splendidi dieci anni.
Si fa, infatti, presto a dimenticare, dopo una lunga serie di successi,
come si è arrivati ad oggi e da dove si è partiti, sarebbe pure superfluo
ricordare la serie b, dopo la sentenza di Calciopoli, i settimi posti, gli
acquisti sbagliati, le sconfitte umilianti e gli allenatori che cadevano come
le foglie secche dagli alberi in autunno.
Noi tifosi però siamo fatti così,
vorremmo sempre vedere la nostra squadra trionfare, indipendentemente, dall'avversario affrontato all’interno del rettangolo verde.
Il nostro amore
sconfinato verso la "Vecchia Signora" alle volte non ci permette di
ragionare con lucidità, visto anche l'attuale momento che sta trasformando la
benevolenza in ingratitudine nei suoi confronti. Però si metta nei nostri
panni, come possiamo rimanere impassibili davanti al drammatico momento
storico che stiamo attraversando?
Una società sommersa dai debiti, piena
zeppa di giocatori senza voglia, senza fame, senza cattiveria che pensano solo
al loro tornaconto senza mostrare un minimo di impegno quando scendono in campo
con la nostra gloriosa maglia. Pensi a suo zio Gianni e a suo padre
Umberto, sono sicuro che si staranno rivoltando nella tomba davanti a questo
scempio protratto ormai da quasi tre anni. Non è possibile credere che una
persona così lungimirante, visionaria e rivolta al futuro come lei stia facendo
cadere la Juventus così in basso distruggendo tutto quello che di buono ha
costruito dalle macerie di Calciopoli. Non posso credere che lei non riesca a
vedere l'incompetenza di cui si è circondato, in questi ultimi anni,
interrompendo la lunga egemonia, conquistata sul campo, dopo un ciclo
probabilmente irripetibile ma che poteva tranquillamente durare ancora per
parecchio tempo. Questa Juventus dopo appena nove giornate (l’ultima
sanguinosa contro il Milan in risparmio energetico) continua a non convincere,
il gioco latita, i gol subiti sono troppi, i punti persi sono una regola e non
più un’eccezione. Per non dimenticare, la recente umiliazione subita contro il
Monza. Lo scudetto è ormai una chimera, la squadra non segue i dettami dell'allenatore
anzi sembra giocare contro Mr. Allegri, i tifosi inveiscono giustamente al
primo errore tecnico di un calciatore, la piazza protesta e il cammino in
Champions ormai è compromesso dopo l’ennesima figuraccia rimediata contro un
modesto Maccabi Haifa. Dopo 3 sconfitte e una sola vittoria, 7 goal subiti e
appena 5 realizzati, la Juventus è terza nel Gruppo H a 6 punti da PSG e
Benfica. Una distanza ormai incolmabile Caro Presidente, non prendiamoci in
giro, siamo fuori dalla Champions League.
In tutto questo incredibile pandemonio quello che più mi lascia
perplesso è il suo continuo silenzio, fin troppo assordante per essere vero. Perché
continua a chiudersi in questo silenzio? Perché non ci spiega come si è
arrivati a questo triste epilogo? Eppure, mi sembra una persona con
del carattere da vendere e uno che non le manda certo a dire quando viene
attaccato. Presidente è come se lei si ritrovasse in un lungo letargo dal
quale non si è ancora risvegliato, un letargo che inizia con un
data precisa, il 4 giugno del 2017 e cioè il giorno dopo la disfatta di Cardiff,
in finale di Champions League contro il Real Madrid.
Soprattutto come avete pensato di sostituire un calciatore come Ronaldo
sostituendolo con Kean? Follia e incompetenza calcistica allo stato puro.
Non lo so, è come se avessi l’impressione che queste decisioni non siano
state prese da lei liberamente. Se lei non può prendere delle decisioni forti
perché suo cugino John non glielo permette, molli tutto e prenda le distanze da
un progetto inesistente che spingerà sempre più in basso la Vecchia Signora,
danneggiando la sua immagine agli occhi dei tifosi.
Lei adesso deve riconquistare la Juventus e i suoi tifosi ma per farlo non
bastano le parole, quelle le porta via il vento, ci vogliono i fatti se vuole
ancora rimanere ben saldo al suo posto.
Faccia qualcosa da Andrea
Agnelli, abbandoni la politica di “palazzo” e ritorni a fare il manager, metta
da parte l’orgoglio e faccia tornare Del Piero e uomini come lui in società che
sanno cosa significhi avere il DNA Juventus. Getti delle solide basi già da
quest’anno ancora siamo in tempo per poterci rialzare, ma lo faccia al più
presto se vuole che il frutto del suo lungo lavoro non venga interamente
distrutto dandola vinta ai suoi detrattori.
Vede, da quel momento in poi, e come se lei e i suoi dirigenti aveste perso,
improvvisamente, il lume della ragione, dando il via a una serie di errori
in serie e in perfetto stile domino. Un letargo nel quale non si è accorto di
aver, probabilmente, fatto l’errore più grande della sua gestione: aver
rinunciato, con troppa facilità, ad uno dei migliori Direttori Generali in
circolazione come Giuseppe Marotta per di più lasciandolo andare, a
cuor leggero, al più temibile dei “concorrenti”, non pensando alle gravi
conseguenze della sua perdita. Un lungo letargo durante il quale lei ha
avallato decisioni dei suoi dirigenti, fuori da ogni schema logico. Attraverso
rinnovi contrattuali insensati a tripla cifra, operazioni di mercato folli, cavalli
di ritorno, parametri zero….
Tutte scelte rovinose senza un solido progetto a sostegno. Un sonno che, a
quanto pare, continua a perdurare visto che continua a fidarsi è ad affidarsi
ancora alle stesse persone perseverando negli stessi errori. Chi
sbaglia deve pagare ma questa regola alla Juventus non esiste più già da
un pezzo, visto che è stato il solo Paratici a sobbarcarsi le colpe
di tutti comprese le sue.
Caro Presidente, qui bisogna svegliarsi, e in fretta, perché l’entusiasmo e la
voglia di ripartire richiedono un prezzo alto e un impegno costante, con
investimenti che deve essere disposto a mettere sul piatto se vuole ritornare a
vincere. Ma così facendo anche noi tifosi stiamo perdendo questo
entusiasmo, ripetendoci più volte che un anno senza vittorie ci possa stare,
innamorati persi di una squadra che una volta faceva paura, all’interno della
bolgia di uno Stadium e che oggi è diventato un “teatro” con spettatori da
opera lirica. Non sarà certo solo un cambio di allenatore a restituire i fasti
di un tempo.
Lei non ha avuto la forza e il coraggio di cambiare tutti i vertici, sperando
che potesse bastare sostituire Mazzia con Arrivabene. Quest'ultimo con uno stipendio di 1 milione lordo.
Ha preso prima
Cristiano Ronaldo e, poi, Dusan Vlahovic, per entrambi un’operazione da oltre
cento milioni di euro. Ha fatto un
errore imperdonabile perché, nonostante i milioni spesi, non ha costruito una squadra
competitiva cambiando ben tre allenatori in tre anni, svuotando le casse della
società quasi per nulla.
La Juve non può essere una società improvvisata,
ma se non si vogliono trovare delle soluzioni logiche continuiamo allora a
nascondere la polvere sotto il tappeto. Il problema non è solo economico ma
anche gestionale e soprattutto tecnico. L’ultima cappellata è stata, infatti,
il contratto di quattro anni a Massimiliano Allegri pensando che lui da
solo potesse risolvere tutti i problemi degli ultimi anni e sperando che con la
sua “bacchetta magica” potesse rilanciare i tanti giocatori mediocri presenti
in rosa. Teoria confermata dal mercato estivo e con cui ora lei è chiamato a
fare i conti con l’oste. Come si fa a giocare con Bonucci titolare (35 anni), tenere
Rugani come terza scelta e non prendere un altro centrale di prospettiva da affiancare a Bremer? Come
si fa a prendere Paredes, dopo mesi di trattativa? Calciatore che avrebbe
dovuto fare tutta la preparazione estiva per consegnargli le chiavi del
centrocampo juventino.
Lei prova vergogna e chiede, giustamente, scusa ai tifosi ma nessuna spiegazione sul momento horror della squadra, d’altronde a spiegarci bene la situazione ci ha pensato il campo, in questa settimana da incubo, a tagliarci fuori dalla lotta scudetto e dalla
Champions League già ad ottobre.
Continuando di questo passo, come andrà a finire? Tra un anno sarà ancora
punto e accapo, con una dirigenza da cambiare, un allenatore da esonerare e una
squadra da rifondare. Cosa intende fare quindi per evitarlo? Continuerà ad appoggiare incondizionatamente Allegri (colpevole di non aver saputo dare un'identità a questa squadra) o comincerà a farsi sentire, almeno, all’interno delle stanze
dei bottoni bianconeri?
Una cosa è certa, suo padre e suo zio non le avrebbero
mai consentito una gestione societaria così becera come quella degli ultimi tre
anni, loro avrebbero preso delle decisioni forti che lei non ha avuto il
coraggio di prendere.
Però se tutto questo non lo può fare molli tutto e metta
delle persone al suo posto che abbiano a cuore la Juventus come fece suo zio
Gianni all’epoca con Giampiero Boniperti.
Non ci sarebbe nulla di male qualora
decidesse di fare un passo indietro ammettendo i suoi sbagli, ma
anzi le farebbe onore e sarebbe una decisione alla Agnelli, perché si ricordi
che i cicli finiscono, i giocatori passano ma la Juve rimane sempre e comunque.
Cordiali Saluti
Fino alla fine forza Juventus.
Francesco Indelicato
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