Passa ai contenuti principali

IN PRIMO PIANO

Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoallaFine: Lettera aperta ad Andrea Agnelli



Caro Presidente, Andrea Agnelli

da premettere che chi scrive questa lettera è un tifoso innamoratissimo della sua squadra e soprattutto una persona che prova una profonda ammirazione e stima per lei e per il suo grande impegno profuso in questi anni come manager della Juventus. Detto ciò, mio caro Presidente Agnelli, anche lei se ne sarà accorto ormai che questa non è più una “Signora” ma piuttosto una ragazzina impaurita, alla disperata ricerca di sé stessa, dopo una grande storia d'amore vissuta intensamente e finita come peggio non poteva. Ma prima di addentrarmi nel turpiloquio dei tanti luoghi comuni che circolano nei suoi confronti, ci tengo molto a farle una doverosa premessa. 

La riconoscenza nella vita è un valore estremamente difficile da conquistare, frutto di sacrifici, capacità e impegno nel lavoro ma soprattutto nel nostro vivere quotidiano. Un valore che si ottiene soltanto dopo aver tagliato dei grandi traguardi attraverso lo spirito di chi crede alle proprie idee ed ha grande fiducia nei propri mezzi. In Italia, e in particolar modo, in un mondo di squali come quello del calcio, basta un minimo affinché la riconoscenza e il rispetto, guadagnati a fatica, vengano spazzati via in un batter d'occhio, come se, improvvisamente, il passato non contasse più nulla ed è per questo Presidente Agnelli che io le sarò sempre "riconoscente"; ringraziandola, immensamente, per le grandi emozioni che ci ha fatto vivere in questi splendidi dieci anni.

Si fa, infatti, presto a dimenticare, dopo una lunga serie di successi, come si è arrivati ad oggi e da dove si è partiti, sarebbe pure superfluo ricordare la serie b, dopo la sentenza di Calciopoli, i settimi posti, gli acquisti sbagliati, le sconfitte umilianti e gli allenatori che cadevano come le foglie secche dagli alberi in autunno

Noi tifosi però siamo fatti così, vorremmo sempre vedere la nostra squadra trionfare, indipendentemente, dall'avversario affrontato all’interno del rettangolo verde. 
Il nostro amore sconfinato verso la "Vecchia Signora" alle volte non ci permette di ragionare con lucidità, visto anche l'attuale momento che sta trasformando la benevolenza in ingratitudine nei suoi confronti. Però si metta nei nostri panni, come possiamo rimanere impassibili davanti al drammatico momento storico che stiamo attraversando? 

Una società sommersa dai debiti, piena zeppa di giocatori senza voglia, senza fame, senza cattiveria che pensano solo al loro tornaconto senza mostrare un minimo di impegno quando scendono in campo con la nostra gloriosa maglia. Pensi a suo zio Gianni e a suo padre Umberto, sono sicuro che si staranno rivoltando nella tomba davanti a questo scempio protratto ormai da quasi tre anni. Non è possibile credere che una persona così lungimirante, visionaria e rivolta al futuro come lei stia facendo cadere la Juventus così in basso distruggendo tutto quello che di buono ha costruito dalle macerie di Calciopoli. Non posso credere che lei non riesca a vedere l'incompetenza di cui si è circondato, in questi ultimi anni, interrompendo la lunga egemonia, conquistata sul campo, dopo un ciclo probabilmente irripetibile ma che poteva tranquillamente durare ancora per parecchio tempo. Questa Juventus dopo appena nove giornate (l’ultima sanguinosa contro il Milan in risparmio energetico) continua a non convincere, il gioco latita, i gol subiti sono troppi, i punti persi sono una regola e non più un’eccezione. Per non dimenticare, la recente umiliazione subita contro il Monza. Lo scudetto è ormai una chimera, la squadra non segue i dettami dell'allenatore anzi sembra giocare contro Mr. Allegri, i tifosi inveiscono giustamente al primo errore tecnico di un calciatore, la piazza protesta e il cammino in Champions ormai è compromesso dopo l’ennesima figuraccia rimediata contro un modesto Maccabi Haifa. Dopo 3 sconfitte e una sola vittoria, 7 goal subiti e appena 5 realizzati, la Juventus è terza nel Gruppo H a 6 punti da PSG e Benfica. Una distanza ormai incolmabile Caro Presidente, non prendiamoci in giro, siamo fuori dalla Champions League.

In tutto questo incredibile pandemonio quello che più mi lascia perplesso è il suo continuo silenzio, fin troppo assordante per essere vero. Perché continua a chiudersi in questo silenzio? Perché non ci spiega come si è arrivati a questo triste epilogo? Eppure, mi sembra una persona con del carattere da vendere e uno che non le manda certo a dire quando viene attaccato. Presidente è come se lei si ritrovasse in un lungo letargo dal quale non si è ancora risvegliatoun letargo che inizia con un data precisa, il 4 giugno del 2017 e cioè il giorno dopo la disfatta di Cardiff, in finale di Champions League contro il Real Madrid.

Soprattutto come avete pensato di sostituire un calciatore come Ronaldo sostituendolo con Kean? Follia e incompetenza calcistica allo stato puro.

Non lo so, è come se avessi l’impressione che queste decisioni non siano state prese da lei liberamente. Se lei non può prendere delle decisioni forti perché suo cugino John non glielo permette, molli tutto e prenda le distanze da un progetto inesistente che spingerà sempre più in basso la Vecchia Signora, danneggiando la sua immagine agli occhi dei tifosi. 
Lei adesso deve riconquistare la Juventus e i suoi tifosi ma per farlo non bastano le parole, quelle le porta via il vento, ci vogliono i fatti se vuole ancora rimanere ben saldo al suo posto. 

Faccia qualcosa da Andrea Agnelli, abbandoni la politica di “palazzo” e ritorni a fare il manager, metta da parte l’orgoglio e faccia tornare Del Piero e uomini come lui in società che sanno cosa significhi avere il DNA Juventus. Getti delle solide basi già da quest’anno ancora siamo in tempo per poterci rialzare, ma lo faccia al più presto se vuole che il frutto del suo lungo lavoro non venga interamente distrutto dandola vinta ai suoi detrattori.

Vede, da quel momento in poi, e come se lei e i suoi dirigenti aveste perso, improvvisamente, il lume della ragione, dando il via a una serie di errori in serie e in perfetto stile domino. Un letargo nel quale non si è accorto di aver, probabilmente, fatto l’errore più grande della sua gestione: aver rinunciato, con troppa facilità, ad uno dei migliori Direttori Generali in circolazione come Giuseppe Marotta per di più lasciandolo andare, a cuor leggero, al più temibile dei “concorrenti”, non pensando alle gravi conseguenze della sua perdita. Un lungo letargo durante il quale lei ha avallato decisioni dei suoi dirigenti, fuori da ogni schema logico. Attraverso rinnovi contrattuali insensati a tripla cifra, operazioni di mercato folli, cavalli di ritorno, parametri zero….

Tutte scelte rovinose senza un solido progetto a sostegno. Un sonno che, a quanto pare, continua a perdurare visto che continua a fidarsi è ad affidarsi ancora alle stesse persone perseverando negli stessi errori. Chi sbaglia deve pagare ma questa regola alla Juventus non esiste più già da un pezzovisto che è stato il solo Paratici a sobbarcarsi le colpe di tutti comprese le sue.
Caro Presidente, qui bisogna svegliarsi, e in fretta, perché l’entusiasmo e la voglia di ripartire richiedono un prezzo alto e un impegno costante, con investimenti che deve essere disposto a mettere sul piatto se vuole ritornare a vincere. Ma così facendo anche noi tifosi stiamo perdendo questo entusiasmo, ripetendoci più volte che un anno senza vittorie ci possa stare, innamorati persi di una squadra che una volta faceva paura, all’interno della bolgia di uno Stadium e che oggi è diventato un “teatro” con spettatori da opera lirica. Non sarà certo solo un cambio di allenatore a restituire i fasti di un tempo.

Lei non ha avuto la forza e il coraggio di cambiare tutti i vertici, sperando che potesse bastare sostituire Mazzia con Arrivabene. Quest'ultimo con uno stipendio di 1 milione lordo. 
Ha preso prima Cristiano Ronaldo e, poi, Dusan Vlahovic, per entrambi un’operazione da oltre cento milioni di euro. Ha fatto un errore imperdonabile perché, nonostante i milioni spesi, non ha costruito una squadra competitiva cambiando ben tre allenatori in tre anni, svuotando le casse della società quasi per nulla.

La Juve non può essere una società improvvisata, ma se non si vogliono trovare delle soluzioni logiche continuiamo allora a nascondere la polvere sotto il tappeto. Il problema non è solo economico ma anche gestionale e soprattutto tecnico. L’ultima cappellata è stata, infatti, il contratto di quattro anni a Massimiliano Allegri pensando che lui da solo potesse risolvere tutti i problemi degli ultimi anni e sperando che con la sua “bacchetta magica” potesse rilanciare i tanti giocatori mediocri presenti in rosa. Teoria confermata dal mercato estivo e con cui ora lei è chiamato a fare i conti con l’oste. Come si fa a giocare con Bonucci titolare (35 anni), tenere Rugani come terza scelta e non prendere un altro centrale di prospettiva da affiancare a Bremer? Come si fa a prendere Paredes, dopo mesi di trattativa? Calciatore che avrebbe dovuto fare tutta la preparazione estiva per consegnargli le chiavi del centrocampo juventino.

Lei prova vergogna e chiede, giustamente, scusa ai tifosi ma nessuna spiegazione sul momento horror della squadra, d’altronde a spiegarci bene la situazione ci ha pensato il campo, in questa settimana da incubo, a tagliarci fuori dalla lotta scudetto e dalla Champions League già ad ottobre.

Continuando di questo passo, come andrà a finire? Tra un anno sarà ancora punto e accapo, con una dirigenza da cambiare, un allenatore da esonerare e una squadra da rifondare. Cosa intende fare quindi per evitarlo? Continuerà ad appoggiare incondizionatamente Allegri (colpevole di non aver saputo dare un'identità a questa squadra) o comincerà a farsi sentire, almeno, all’interno delle stanze dei bottoni bianconeri? 

Una cosa è certa, suo padre e suo zio non le avrebbero mai consentito una gestione societaria così becera come quella degli ultimi tre anni, loro avrebbero preso delle decisioni forti che lei non ha avuto il coraggio di prendere.

Però se tutto questo non lo può fare molli tutto e metta delle persone al suo posto che abbiano a cuore la Juventus come fece suo zio Gianni all’epoca con Giampiero Boniperti. 

Non ci sarebbe nulla di male qualora decidesse di fare un passo indietro ammettendo i suoi sbagli, ma anzi le farebbe onore e sarebbe una decisione alla Agnelli, perché si ricordi che i cicli finiscono, i giocatori passano ma la Juve rimane sempre e comunque.

Cordiali Saluti
Fino alla fine forza Juventus.
Francesco Indelicato 

Commenti

Post più popolari