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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoAllaFine: Nel segno di Nicolò Juventus significa gioventù, hai capito Max?

 


La Juve vince, ma non convince, espugnando lo Stadio Via del Mare di Lecce dopo una partita dominata, nei numeri, ma che di fatto poteva anche lasciare l’amaro in bocca, nel finale, dopo il palo colpito da un tiro velenoso da fuori area da parte dei padroni di casa. Dicevamo di una partita non molto semplice per gli uomini di Massimiliano Allegri che erano chiamati, quantomeno, ad una reazione d’orgoglio dopo l’eliminazione cocente subita in Champions League solo martedì scorso per mano del Benfica. Una vittoria che consegna un po’ di serenità a tutto l’ambiente nonostante questo inizio di stagione a dir poco tribolato e in cui sin qui le note liete si possono contare sulle punta delle dita. Una Juventus che non convince a pieno a Lecce giocando la solita partita sporca, a basso ritmo e con poche conclusioni pericolose verso lo specchio della porta ma che consegna la terza vittoria di fila in campionato con zero gol subiti ritrovando comunque un minimo di solidità difensiva nonostante le tante defezioni in ogni reparto siano un problema di frequente assillo. Una Juventus che per vincere si è dovuta affidare alle forze fresche dei giovani rampanti “fatti in casa” e di cui evidentemente la “prima squadra” non può più fare a meno visto che gran parte della vecchia guardia non offre ampie garanzie ne da un punto di vista tecnico né tantomeno da un punto di vista fisico per via delle tantissime noie muscolari subite. E allora in questo mare in tempesta la risolve proprio lui quel Nicolò Fagioli, con un gol alla Del Piero, che tanto bene aveva fatto l’anno scorso a Cremona e di cui si è parlato tanto e bene ma che di fatto, a parte qualche piccolo spezzone, non aveva mai avuto la “vera” occasione di mettersi in mostra prima poiché Massimiliano Allegri gli ha sempre preferito giocatori con maggiore esperienza senza però avere dei veri e propri riscontri in termini di prestazioni e numero di vittorie ottenute. E allora perché non affidarsi proprio a loro? Perché non metterli dall’inizio quando giunti a questo punto della stagione non hai più nulla da perdere ma eventualmente solo da guadagnare? Eppure adesso i “giovani” cominciano ad essere anche numerosi, Soulè, Miretti, Fagioli, Gatti ma soprattutto lui Iling Junior una piacevolissima sorpresa che ha fatto letteralmente ammattire mezza difesa del Benfica e che ieri dopo due minuti, in Portogallo ne aveva impiegati sette dal suo ingresso, ci ha messo lo “zampino” forse troppo per definirlo un vero e proprio assist ma è stato anche lui decisivo per la vittoria finale al netto del brutto fallo subito da Di Francesco. In fondo Juventus significa gioventù e quando la stagione è difficile come questa, si deve avere il coraggio di trovare altre soluzioni e quando c’è li hai in casa cos’altro hai da aspettare? Allegri metta da parte il suo orgoglio e faccia ,per una volta in stagione, il “coraggioso” inserendo questi giovani più di frequente tra i titolari, permettendogli di sbagliare e imparare dai loro errori perché poi quando un ragazzo esulta in quella maniera, con quella gioia, con quella felicità da “bambino” non rendendosi ancora conto del grande gesto tecnico compiuto, non c’è cosa più bella nel calcio. E allora diamo la Juventus ai giovani e i giovani alla Juventus per riaccendere la fiammella della speranza che sembra essersi sopita già da troppo tempo.

#FinoAllaFine

Indelicato Francesco

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