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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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Napoli corsaro🏃 , Mourinho disconnesso dalla realtà😱
Fino all’80’,
sul risultato in bilico di 0-0, abbiamo creduto che la Roma potesse competere,
addirittura, per la conquista del tricolore. Il super goal di Osimhen all’80’, tra l’altro
di pregevole fattura, ha riportato con i piedi per terra i 50.000 tifosi dell’Olimpico.
La Roma
è scesa in campo con un 3-5-2 mascherato con Pellegrini, principalmente, impiegato in compiti di marcatura sul forte regista napoletano, Lobodka.
Il Napoli, invece, si è presentato all’Olimpico con un 4-3-3 spregiudicato
con in attacco Osimhen preferito a Raspadori per sfruttare tutta
la profondità del campo.
Possesso di palla
nettamente a favore del Napoli, 60% contro il 40% dei giallorossi. 12 tiri dei
partenopei di cui 5 nello specchio della porta. Misero bottino di sei tiri per
la Roma di cui “zero” nello specchio della porta. C’è poco da aggiungere a
riguardo perché i numeri sono tutti a favore dei partenopei e raccontano una partita
a senso unico, contrariamente a quanto dichiarato da Mourinho a bocce fredde.
Il Napoli ha
dominato sotto tutti i punti di vista - fisico, tecnico, tattico e mentale - anche
grazie a un atteggiamento, troppo, remissivo degli avversari. La Roma quando
aveva la palla tra i piedi cercava, sistematicamente, di saltare il centrocampo
del Napoli con lanci lunghi verso Zaniolo e Tammy Abraham. Entrambi gli attaccanti
abbandonati al loro triste destino in una porzione di campo arida di flora e fauna giallorossa. Questo spiega il poco possesso palla della
squadra capitolina. I due esterni di centrocampo Karsdorp e Spinazzola
impiegati, prevalentemente, in fase difensiva perché troppo spaventati dalle possibili
sortite offensive di Lozano e Kvaratskhelia.
Senza l’aiuto
degli Highlights e le statistiche non ricordo una sortita offensiva o un misero
cross di Karsdorp e Spinazzola nell’aria avversaria. Il nulla cosmico.
Quindi,
in realtà, la Roma ha giocato con un 5-3-2, modulo ultraconservatore dello Special
One.
Eppure, il portoghese era stato preventivamente avvisato da Luciano Spalletti. Il veggente toscano aveva chiosato, 24 ore prima della partita, che non esistevano mezze misure per i suoi calciatori. Perché una squadra ambiziosa deve avere sempre una mentalità vincente soprattutto in uno stadio difficile come quello dell’Olimpico. Spalletti ha mantenuto la parola data, il Napoli è sceso sul terreno di gioco convinto dei propri mezzi. La Roma no. Del resto, la mentalità vincente e un approccio propositivo alla partita contano, eccome, nel gioco del calcio e nello sport in generale.
Troppi calciatori fuori
ruolo per i giallorossi, iniziando da Pellegrini e finendo a Zaniolo.
Lorenzo Pellegrini non può essere impiegato in un ruolo di copertura per
tutti i ’90 minuti di gioco. È un’offesa per il gioco del pallone. Il
capitano giallorosso è il miglior calciatore della rosa giallorossa dopo
Dybala. Il suo ruolo naturale è quello di trequartista o al massimo mezzala.
Lasciarlo in marcatura è un’eresia calcistica bella e buona. Poi c’è anche il
caso Zaniolo - praticamente da un anno un oggetto misterioso sui
cieli di Roma - che non è un attaccante, ma è una mezzala/trequartista
incursore.
Alla fine
della partita Mourinho - come ormai è prassi consolidata per l’allenatore portoghese
- si è lamentato per alcuni comportamenti dei calciatori del Napoli
(Lozano su tutti, definendolo un cascatore), recriminando per il risultato a sfavore
della sua squadra. Forse per sviare l’attenzione da una prestazione molto negativa
e da palesi errori di valutazione tecnica.
Lo special
one dovrebbe vedere più in casa sua che in quella del Napoli e, magari, fare
anche un po' di sana autocritica.
"Il
Napoli non ha meritato, chi segnava un gol vinceva e lo hanno fatto loro
ma la prestazione è stata sufficiente".
Mourinho, sul
risultato di 0-0 al 64’ di gioco, toglie
il suo miglior attaccante Abraham per Belotti. Un errore imperdonabile, segnale
di una mentalità difensiva e con tutto il rispetto da perdente di successo.
“Avrei
voluto vincere anch'io come hanno fatto loro: un paio di tiri e un gol".
Se avesse voluto
vincere la partita con un paio di tiri, Mou avrebbe lasciato l’inglese in campo
e giocato con due punte, passando dal 5-3-2 al 3-4-1-2 con Pellegrini
trequartista dietro Belotti e appunto Abraham. Le opzioni c’erano per la Roma, contrariamente da quanto dichiarato dallo stesso Mourinho, sempre alla fine del match per buttare
altra benzina sul fuoco.
"Ma
oggi non c'era tanta qualità, in panchina avevo 4 ragazzi e ogni infortunio per
una rosa come la nostra diventa un problema…"
Con un po' più
di coraggio - quello che è mancato allo Special One - magari poteva giocare Stephan
El Shaarawy sulla sinistra, Zaniolo sulla destra con Pellegrini dietro a
lanciarli negli spazi. Oppure, poteva giocare con due punte di ruolo per dare
fastidio a Jesus e Kim Min-jae, i quali hanno giocato
indisturbati nella propria aria di rigore. Nulla di tutto questo. Solo dopo il
goal di svantaggio, Mourinho ha provato a cambiare il modulo della sua squadra
ma, ormai, la frittata era stata già fatta.
Del resto,
come ricordato Spalletti, nel calcio per chi vuole vincere non esiste una via
di mezzo; Il Napoli ha giocato a calcio, la Roma no. E' tutta qui la differenza tra le due squadre. Tutto il resto è la
solita fuffa dell’allenatore che ha perso malamente contro un avversario più meritevole. La storiaccia più vecchia del mondo.
Infine, per non farsi mancare nulla, la stoccata finale al direttore di gara Massimiliano Irrati reo di aver ammonito troppi calciatori della Roma.
Come ti sei permesso? Non devi ammonire i calciatori della mia squadra, ma soltanto quelli della squadra avversaria.
Brutti,
bruttissimi, gli episodi violenti dopo la partita, come il testa a testa fino
al pestone tra Irrati e Karsdorp.
Questo è un
calcio che non ci piace, Mourinho almeno in questo dovrebbe essere più coerente,
e invece, purtroppo, è stato il solito difensivista cronico.
Arsenico17
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