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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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#IlTattico: Analisi tattica di Milan-Juve
Col tentativo di togliere gli spazi dietro la linea dei difensori, Allegri ha di fatto consegnato i tre punti al Milan, che con un possesso nettamente minore è comunque stato più pericoloso, andando alla conclusione per ben 21 volte, mentre i tiri complessivi della Juventus sono stati 10. Quest’ultimo dato va letto tenendo conto che la compagine allenata dal livornese ha, da diverse partite, eletto Milik a “regista avanzato”, abbassando la linea d’attacco e cercando di ripartire da posizione piuttosto arretrata, dando così più tempo agli avversari di recuperare le posizioni difensive.
Questo atteggiamento è stato produttivo contro Bologna e Maccabi Haifa, ma sbagliato in partenza con una squadra dotata di grande fisicità come il Milan, capace di attaccare e difendere in modo corale. Col supporto delle immagini, possiamo constatare come Milik sia sempre stato al centro del gioco nella gara del 2 ottobre contro gli emiliani. È infatti il polacco a dare il via alle azioni più pericolose, con Kostic e McKennie larghi sulle fasce e Vlaovic centravanti [Img.1-2-3].
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Img.1 (Juventus-Bologna) |
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Img.2 (Juventus-Bologna) |
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Img.3 (Juventus-Bologna) |
Nella trasferta milanese, questo genere di giocata ha prodotto scarsi risultati, anche a causa della difficoltà a occupare correttamente il perimetro dell’area coi centrocampisti, che tendono invece a rimanere troppo bassi e a non inserirsi in posizioni potenzialmente pericolose. La qualità di Milik nel lanciare i compagni è stata quindi vanificata, creando ingorghi lungo le vie centrali e sguarnendo le posizioni intermedie (A-B). Lo vediamo chiaramente grazie alle schede tattiche [Img.4-5-6], che mostrano questo genere di soluzione ripetersi sia col Bologna, sia in occasione dell’ultimo match.
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Img.4 (Juventus-Bologna) |
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Img.5 (Milan-Juventus) |
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Img.6 (Milan-Juventus) |
Come dicevamo in precedenza, i rossoneri hanno costruito di più pur palleggiando meno. In larga parte, questo è dovuto alla loro capacità di muoversi compatti durante la fase di pressione. Ciò non significa che i giocatori di pioli siano dei “soldatini” con compiti limitati a una precisa zona di competenza. Al contrario, l’abilità del Diavolo sta proprio nell’avere elementi in grado di sganciarsi temporaneamente dalle consegne generali del mister, per adattarsi con intelligenza alle situazioni che man mano si presentano. È il caso di Kalulu, che al 20’ di gioco, in seguito a un rinvio di Tatarusanu, intuisce la pericolosità di una palla vagante sulla quale si precipita in una frazione di secondo, impedendo a Rabiot di arrivarci e far ripartire l’azione appoggiandosi sui compagni più avanzati [Img.7-8].
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Img.7 (Milan-Juventus) |
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Img.8 (Milan-Juventus) |
Nell’ultima immagine vediamo il numero 20 che, dopo aver recuperato palla, cerca di far ripartire l’azione con un pallonetto, ma la traiettoria e bassa e la minaccia viene neutralizzata dalla difesa avversaria. La linea di passaggio dell’ultima immagine (la freccia gialla), non sta a indicare la reale intenzione di Kalulu, ma una possibile linea di passaggio per Leao, che è solito aggredire lo spazio (cerchio verde) dietro alla linea di fuorigioco. Malgrado quest’azione non vada a buon fine, è lampante la tendenza del Milan a trasformare immediatamente un recupero palla in un’azione pericolosa, impedendo agli avversari di riprendere posizione sulle marcature preventive.
Nonostante la sconfitta per 3-0 rimediata nella trasferta inglese contro il Chelsea, anche in quella occasione i rossoneri hanno ricercato con continuità questo genere di soluzione. È emblematica, in tal caso, un’azione imbastita da Tonali contro i Blues. Vediamo [Img.9] il centrocampista andare deciso su una palla vagante in prossimità della propria trequarti; dopo aver aperto il gioco su Leao (largo a sinistra nel cerchio giallo), la squadra corre subito in avanti per accompagnare l’azione. Apprezziamo anche la posizione di De ketelaere, molto basso, sceso per dare una mano in fase di copertura, che riprende metri di campo e si proietta deciso verso l’area avversaria. Scelta che dimostra una grande intelligenza tattica, specialmente nel non offrire punti di riferimento e sfuggire così alle marcature degli opponenti, i quali, se lo ritrovano in un secondo momento al centro dell’aria, pronto a ricevere palla sul taglio centrale del portoghese [Img-10-11-12].
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Img.13 (Milan-Juventus) |
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Img.14 (Milan-Juventus) |
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Img.15 (Milan-Juventus) |
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Img.16 (Milan.Juventus) |
Conclusioni
Nicola Murrali
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