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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Mario Sconcerti frase shock su Haaland? Consoliamoci ascoltando Luca Carboni.

 

Ho sempre pensato - a torto o a ragione - che un cantautore valga molto di più di un uomo che calcia un pallone. Con questa affermazione, un pò audace, mi rendo conto di essere entrato in un argomento molto scomodo. Molti di voi non saranno d’accordo e quindi, d'ora in poi, dovrò modulare con molta attenzione le parole. Qual è il rischio?
A parere dello scrivente - solo per gusti personali - la maggior parte dei tifosi di calcio sono un tantino "permalosi" e talvolta, persino, pericolosi come i lupi affamati di montagna.

Il mio saggio nonnino - beato lui perché ha campato fino alla veneranda età di quasi cent'anni, nonostante la guerra - mi ha sempre consigliato di non parlare a tavola di Politica o Religione con amici, parenti e infine sconosciuti. Meglio non farlo coi commensali, palesemente, in malafede. Con l’umiltà che mi contraddistingue - posso avere mille difetti compreso l’utilizzo improprio della grammatica ma non quello, più peccaminoso, della prostituzione intellettuale - alla lista di mio nonno vorrei, umilmente, aggiungere alla vostra cortese attenzione, tra i tanti temi di discussione trattabili e immaginabili, un altro argomento di "difficile" narrazione da prendere assolutamente con le pinze: il gioco del calcio
Non solo, purtroppo, i tifosi contribuiscono a rendere l’aria greve attorno al mondo “pallonaro” - altro che la povera Pianura Padana da giorni sommersa dalla nebbia, dallo smog e dall’aria A, B e C - ma spesso ci si mettono, anche, gli addetti ai lavori che - un po' come i nostri "cari" politici - sono ben consapevoli dei loro privilegi e, di conseguenza, molto determinati a difenderli, a tutti i costi, benché ci sia un minimo guadagno. 

Del resto, anche loro comuni mortali, devono pur mangiare per poi, infine, addirittura defecare. Funziona allo stesso modo, per tutti, indipendentemente da ruolo, cultura, settore e competenze. Prima si mangia e poi si va al cesso. In un certo senso, mi verrebbe d’avere una certa riluttanza nel qualificare i giornalisti come dei semplici fessacchiotti. Tutt’altro, giustamente, potrebbe obiettare chi - povero fesso - mi sta leggendo sciaguratamente. Anche io, sono nato fesso, ma a differenza vostra, almeno, consapevole che esiste un'enorme differenza tra chi appare stolto agli occhi degli dei e chi lo è agli occhi del mondo. 
Per Oscar Wilde - un po' come la pensa lo scrivente con le dovute proporzioni perché io sono molto più fico di lui - non ci vogliono conoscenze o competenze specifiche per essere uno stolto, ma l'importante è avere la consapevolezza, interiore, di quello che si è in realtà…
Pare scontato, ma non lo è per tutti.

Per questa ragione, mi hanno lasciato perplesso le recenti dichiarazioni del noto giornalista Mario Sconcerti:
“Haaland ha una faccia da sindrome down, non è normalissima”
 
Che animo sensibile Sir Mario!

Detto questo…

Correvano gli anni novanta - per la precisione l’anno 1992 - e al festival di Sanremo si presenta, come concorrente, un cantautore romano con una ballata classica, dedicata a sua madre Annamaria, intitolata Portami a ballare. La canzone ha un discreto successo e, conseguentemente, proietta Luca Barbarossa nelle prime posizioni in classifica. Lo scrivente - allora tricologicamente sano e integrato nella comunità d’impesa – aveva, appena, quindici anni ed era innamorato pazzo di Benedetta, la sua dolcissima compagna di classe ai tempi delle scuole superiori. Un amore puro e, per la cronaca del tempo, mai corrisposto da parte della nobile fanciulla; nonostante quell'amore, come scrivevo, non sia stato mai corrisposto per me, oggi come ieri, è stato molto importante.
Anche perché, quell'anima pia, per cinque anni di seguito mi ha passato una serie indefinita di pizzini con i risultati dei compiti in classe di matematica…
Se non fosse stato per lei, io "fossi" più ignorante di quello che sono in realtà. Almeno, oggi, posso vantarmi di non esserlo, almeno sulla carta grazie al diploma di maturità in tasca. W l'Italia!

Cara Betty

Nonostante il tempo sia passato inesorabile, oggi, ti ricordo come se fosse ieri! Sento, forte, il profumo di lavanda sui tuoi vestiti. Ahhhh! Le tue dita affusolate e le pellicine da strappare, durante la lezione di italiano; le unghie senza smalto, leggermente, mangiucchiate sulle punte. Il mio Swatch colorato sul tuo polso affusolato. Ahhhh! La camera da letto, il tempio della Dea, nella quale mi facevi ripetizioni di matematica al sabato pomeriggio. Ahhhh! Il poster del tuo cantante, preferito, poco sopra la testata del letto; Ahhhh!

Cara Betty, oggi sono malato di nostalgia, riascolto nella mente mia le tue profetiche parole: “Sei un testone, la definizione di derivata, o derivata prima di una funzione in un punto, prevede di definire la derivata come limite del rapporto incrementale della funzione nel punto al tendere dell'incremento a zero”. Poi, semplicemente, mi sorridevi come, sempre, hai fatto con il sottoscritto: “Dai su, per oggi basta con la matematica! Ti faccio ascoltare, il mio cantante preferito, Luca Carboni!

Click! Lo stereo è acceso, il rumore del nastro che riavvolge la cassetta, un leggero fruscio dalle casse....shhhhhrrrrrrrr.....pochi secondi di silenzio (come era solito fare, nei suoi brani, il cantautore bolognese) e, oggi come ieri, TU.....

Non sei andata via, non sei andata via
Non è colpa mia, è che non va via
Non si può cancellare niente
Tutto viene registrato
Dalla mente, dalla mente mia
Dai cuori no, non si va più via
Sono scatole perfette
In cui ritrovi sempre tutto
Così ora tu non sei più mia
E' finita sì e sei andata via


Ho sempre pensato che - a torto o a ragione, fate voi perché per me è lo stesso - un cantautore vale molto di più di un uomo che calcia un pallone..... 

 
Click  

Arsenico17

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