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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

In nome del Padre, Davide Astori 💕


Davide Astori nasce il 7 Gennaio 1987 a San Giovanni Bianco, Comune italiano della provincia di Bergamo.
 
Per vocazione diventa un calciatore e di ruolo fa il difensore centrale. Forte fisicamente grazie a un fisico strappato al Reggimento Corazzieri, ben 1.88 m di altezza per un peso forma di 80 kg. Un fisico eccezionale per un calciatore, l’ideale per un cestista o un pallavolista. Di piede è mancino come, il più grande di tutti i tempi, un certo Diego Armando Maradona. Il ragazzo è dotato di una buona tecnica di base che gli consente di essere schierato in campo sia come difensore centrale in una difesa a quattro, sia come centrale di sinistra in una difesa a tre. Ma nello sport, come nella vita, la virtù non basta mai e nulla deve essere affidato al caso: “Perché se decidi di diventare qualcuno ci diventi. Nessuno ti regala niente. Te lo devi prendere con tutte le tue forze”.  

Anche perché la vita non può essere paragonata a un lungometraggio di Martin Scorsese, anche se talvolta ci va molto vicino. 

Davide è destinato a fare la dura gavetta dal settore giovanile fino a quello professionistico. C’est la vie. Prendere o lasciare. Quando parti dal basso, ogni giorno è una nuova opportunità per dimostrare il tuo talento al mondo e una volta raggiunto l’obiettivo, nessuno sarà così stupido da privartene senza una valida ragione al mondo.  

Davide inizia la carriera nella Primavera del Ponte San Pietro. Quelli sono gli anni più belli, i migliori anni della nostra vita. Nonostante i piccoli, ma grandi sacrifici di un piccolo, grande, uomo: “Avevo solo il calcio in mente. Quel campetto di periferia dove l’inverno non trovavi un filo d’erba nemmeno con una lente d’ingrandimento; tuttavia quel campetto, odiato e amato, era il nostro San Siro. Il pallone pesava più di dieci chili e d’inverno s’inzuppava d’acqua fino a diventare duro come un macigno, troppo pesante da spostare anche per il più forzuto dell’allegra compagnia. Il fango dentro le scarpette usurate e tra i tacchetti con i fili d’erba e, ahimè, nelle calze e, persino, fin dentro le mutande per la gioia di mamma.

“Davide prima di entrare in casa, togliti le scarpe, per favore!”.

Ora i palloni sono così leggeri, sembrano pieni d’aria e con un tiro vanno dritti in cielo, oltre le nuvole.

Alla fine di ogni allenamento c’era sempre l’ultimo tiro verso la porta. Poi tutti a casa, ma mai domi e stanchi. Pane e salame per merenda.

Davide questa sera vai a letto prima. Domani ti ricordi?  

Si, papà d’accordo

Hai anche la scuola oltre al calcio. Mi raccomando Davide, lo studio viene prima di tutto.

Ti voglio bene, papà.

Sfatiamo un altro luogo comune della vita, quello che tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare. Proverbio non applicabile per Davide, perché nella vita c’è sempre l’eccezione alla regola. E oggi non mi fate arrabbiare! Davide è un tipo tosto, nonostante quella faccia pulita da bravo ragazzo, al quale affideresti la tua morosa per la notte più lunga di tutte. Davide è determinato a diventare un calciatore professionista. Il ragazzo con tanti sogni nel cassetto non vuole diventare una semplice meteora o, peggio ancora, una sterile figurina di cartone da attaccare per una sola stagione nell’album dei calciatori Panini.

Nella vita nessuno ti regala niente. E’ la regola delle regole, la regola madre, soprattutto per chi si appresta a lasciare il comodo nido familiare. Difatti, dopo una lunga militanza nella Primavera nel Ponte San Pietro - squadra satellite del Milan - Davide va a spaccare la legna in serie C1, prima nel Pizzighettone e poi nella Cremonese. Nel 2008 l’esordio in Serie A con i colori rossoblù della gloriosa maglia del Cagliari; Quella mitica di Gigi Riva - Rombo di Tuono per tutti i cagliaritani - il più grande attaccante italiano di tutti i tempi.

Nella bellissima cornice sarda - come un gabbiano controvento - Davide ci resta per sei indimenticabili stagioni dal 2008 al 2014. Proprio tutti in Sardegna - all’orecchio si racconta anche l’Anonima Sequestri - vogliono un gran bene a quel ragazzo dalla faccia pulita.

Davide decide nuovamente di abbandonare il comodo nido familiare per volare sempre più alto, controvento. Ricordate? Perché ogni giorno è un’opportunità per dimostrare il tuo talento al mondo. 

Il 24 Luglio del 2014 nel pieno della sua maturità calcistica, Astori è chiamato a vestire i colori della magica maglia della Roma.

Musica per il violino scordato di Rudi Garcia che ha bisogno - come il cacio sui maccheroni - di un difensore esperto e affidabile come l’ex cagliaritano. Il tempo passa per tutti, ma spesso ti spiega: Dalla primavera del Ponte San Pietro, Astori si ritrova a contendere il posto da titolare a calciatori di livello internazionale come il marocchino Medhi Benatia e il brasiliano Leandro Castán. Alla fine del campionato, la Roma conquista il secondo posto in classifica - anche grazie alle ventinove presenze di Davide Astori - subito dopo la Juventus cannibale che, da allora, non si fermerà più nemmeno per pisciare. Purtroppo, il prestito oneroso di due milioni non si trasforma in una proposta di acquisto da parte dei giallorossi. Davide rientra subito alla base, nella sua amata Cagliari, ma ci resta soltanto per poche settimane. Il tempo necessario per pianificare un altro viaggio. Il gabbiano in volo sempre controvento. 

Il 4 Agosto 2015 è ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina nella quale diventa il capitano e, suo malgrado, un mito da rimpiangere per i tifosi gigliati e gli amanti del calcio vero, quello fatto di uomini e storie da raccontare.

"O capitano! mio capitano!

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;

la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato;

vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,

mentre gli occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;

ma o cuore! cuore! cuore!

o gocce rosse di sangue,

là sul ponte dove giace il mio Capitano,

caduto, gelido, morto".

Il 4 marzo 2018 il corpo caduto, gelido, morto di Astori viene ritrovato senza vita in un albergo di Udine che ospita la Fiorentina per la partita contro l'Udinese del 27º turno di Serie A; secondo i risultati dell'autopsia, il calciatore è deceduto per morte cardiaca improvvisa seguita a fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena silente.

Davide Astori ci lascia, in eredità, una valigia piena di ricordi e la consapevolezza che la vita è un dono prezioso, al contrario la morte un mistero di difficile comprensione.

Ma oggi, caro Davide, a distanza di anni dalla tua tragica morte, ci pare che ci sei perché se non possiamo amare così tanto e farci amare, a cosa serviremmo? 

Dedicato: alla piccola Vittoria


Arsenico17

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