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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Juve-Inter, Il pareggio non esiste. Un Derby d'Italia per svoltare la stagione


Sono trascorsi cinque mesi dall’ultimo Derby d’Italia. L’undici maggio fu l’Inter ad avere la meglio sulla Vecchia Signora, battuta ai supplementari per 2-4, in occasione della finale di Coppa Italia. Nel mezzo c’è stato il roboante calciomercato dei bianconeri, mentre Marotta ha optato per una politica più “conservativa”, scongiurando cessioni illustri e aumentando la profondità della rosa con colpi mirati. Gli avvii di stagione delle due storiche rivali sono stati all’insegna dell’incertezza, con più o meno aperte contestazioni nei confronti dei rispettivi allenatori e società. Se in casa Inter, merito soprattutto del passaggio agli ottavi, sembra tornato il sereno, lo stesso non si può dire per la Juventus, senza più Champions League e con una classifica poco incoraggiante in ottica scudetto.

Alla vigilia della partita, Inzaghi si ritrova con un gruppo in buone condizioni fisiche e recuperato anche sotto il profilo psicologico. I musi lunghi e i malumori interni allo spogliatoio sembrano infatti acqua passata, e poco importa se nell’ultima apparizione la squadra non abbia brillato per gioco e motivazione: il 2-0 rimediato contro il Bayer Monaco è arrivato a qualificazione già raggiunta, con una formazione ampiamente rimaneggiata, proprio in ottica Juve. Per completare il quadro, già di per sé incoraggiante, va segnalato il recupero di Marcelo Brozovic, che domani sarà in panchina a disposizione d'Inzaghi, il quale dovrebbe riproporre l’abito delle grandi occasioni: con Onana in porta; Skriniar e Bastoni braccetti, mentre per il ruolo di centrale sarebbe in corso un ballottaggio tra Acerbi e De Vrji; sulle fasce spazio a Dimarco e Dumfries; a centrocampo è previsto l’impiego di Calhanoglu in regia, con Mkhitaryan e Barella mezzali; in attacco il tandem Dzeko Lautaro. Per i nerazzurri, le uniche note negative riguardano l’assenza di D’Ambrosio (fermo fino a gennaio) e la ricaduta di Lukaku, ovvero il grande oggetto misterioso dell’ultima campagna acquisti.

Sotto la Mole si respira tutt’altra aria e il pessimismo sembra ormai essersi tramutato in una sconsolata rassegnazione. La Vecchia Signora non è mai decollata sul piano del gioco e delle idee, né ha mai potuto disporre di una rosa al completo. Di Pogba e Di Maria quasi non si parla più, segno che l’ambiente ha perso fiducia nella possibilità di riscattare una stagione considerata fallimentare sotto tutti gli aspetti, fatta eccezione per il lancio di alcuni giovani prospetti sui quali, forse, ricostruire un progetto dal DNA vincente. L’uscita dalla Champions League rappresenta un duro colpo per le ambizioni dei bianconeri, sia in termini di prestigio, sia in termini economici, specialmente a fronte degli investimenti fatti in questa estate.

L’infermeria della Continassa lavora da tempo a pieno regime e domani sera Allegri sarà costretto a scelte obbligate per comporre l’undici iniziale. Il tecnico livornese non disporrà di Kean, Aké, Mc Kennie, Paredes, De Sciglio, Illing Junior e ovviamente Pogba, il cui rientro è previsto a gennaio. Le note positive riguardano i recuperi di Bremer, Di Maria e del tanto atteso Chiesa, sceso in campo negli ultimi minuti contro il PSG. Con buona probabilità, la Juventus si presenterà in campo col 3-5-2 e una sola convinzione: la miglior difesa in Serie A, con soli 7 gol subiti in 12 apparizioni. La probabile formazione dovrebbe poggiare su un pacchetto composto da Szczesny tra i pali; Bremer, Bonucci e Danilo in difesa; Kostic e Cuadrado sulle fasce; Rabiot, Locatelli e uno tra Miretti e Fagioli a centrocampo; Milik e Vlahovic in attacco.

Come detto, Allegri disporrà di una freccia in più per il suo arco, quel tanto atteso Federico Chiesa, per il quale si prevede un impiego oculato al fine di evitare pericolose ricadute dopo il lungo periodo lontano dai campi. Il nazionale italiano potrebbe trovare spazio negli ultimi 15-20 minuti di gara, magari quando le sorti del match saranno ancora in bilico. Sono infatti molti, bookmakers compresi, a prevedere una sfida tesa, giocata sugli episodi, che potrebbe concludersi con un pareggio. Pareggio che non risolleverebbe le sorti della Juve né quelle dell’Inter, impegnata in una scalata della classifica al momento tutt’altro che proibitiva.

I meneghini sono infatti a sole tre lunghezze dall’Atalanta – seconda in classifica – e a due dal Milan. Una vittoria da parte dei bianconeri potrebbe invece rovesciare i rapporti di forza con l’Inter, proiettandoli a 25 punti e ancora, almeno virtualmente, in lotta per la testa della Serie A. Insomma, per trarre qualcosa di buono da questo Derby d’Italia entrambe le squadre sono chiamate a una vittoria. In questi casi il pareggio non esiste, né avrebbe una qualsivoglia utilità ai fini dell’economia generale della stagione.

Nicola Murrali

  

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