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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

#FinoAllaFine: Massimiliano Allegri è un allenatore "finito"?

 



La Juventus non vince ma convince nel corso dell’ultima notte di Champions contro un Psg già qualificato che però, nonostante la vittoria, non riesce comunque ad ottenere il primo posto nel girone ai danni di un famelico Benfica che distrugge, letteralmente, il Maccabi Haifa con il risultato tennistico di 1 – 6. Dicevamo di una sconfitta “indolore” che ha lasciato dei buoni segnali per la squadra bianconera al netto dei tantissimi infortunati e di quei giovani che si sono ben messi in mostra dando una certa continuità alla vittoria di Lecce, di solo qualche giorno prima, con un ottima prestazione. Una sconfitta che permette, comunque, alla Juventus di partecipare, semplicemente per differenza reti, a quella Europa League che dopo il percorso fallimentare in Champions League dovrà diventare, assolutamente, uno degli obiettivi da centrare nonostante le squadre di qualità e con un alto tasso di difficoltà non manchino per nulla. Arsenal, United, Siviglia rappresentano soltanto una minima parte delle squadre difficili da dover affrontare lungo il cammino della seconda competizione europea ma questa coppa deve essere vista come un opportunità da poter cogliere al volo in un stagione che rischia seriamente di lasciare l’amaro in bocca per tutti gli obiettivi che si erano prefissati e che difficilmente saranno raggiunti.

Starà dunque ad Allegri trovare il bandolo della matassa, tra infortuni e giovani da inserire gradualmente, per recuperare terreno in campionato, a partire già da una grande sfida come quella di Domenica con gli “odiati” rivali nerazzurri, e soprattutto dare la mentalità e la carica giusta per poter andare piú avanti possibile in Europa League cercando di vincerla. Ma a proposito di Massimiliano Allegri un dubbio comincia seriamente a sopraggiungere al netto di tutte le difficoltà incontrate fino adesso e questo non riguarda più l’essere o non essere l’uomo giusto per poter risollevare la Juventus perché qui, anche se l’attuale stagione ancora non è conclusa, il fallimento della sua gestione sembra oramai evidente e sotto gli occhi di tutti: Max Allegri è un allenatore finito? Mi spiego meglio con questo non voglio dire che non sia un grande allenatore perché i risultati raggiunti nella sua carriera non possono essere di certo frutto del caso o soltanto merito dei grandi giocatori che ha avuto la “fortuna” di poter allenare nel suo grande primo ciclo bianconero o come dicono i malpensanti solamente poiché la Juventus non aveva nessun rivale in campionato. In quegli anni ha sicuramente dimostrato di saperci mettere del suo negli accorgimenti tattici e soprattutto nella lettura delle partite sapendo anche aggiustare in corsa eventuali errori di formazione commessi. Sapeva essere poliedrico e adattare la squadra in base alle caratteristiche dell’avversario e ha proseguito, bene, con le sue idee e con il suo modo di imporsi il grande lavoro fatto precedentemente da Antonio Conte. Dunque che fine ha fatto quel Max Allegri? Esiste ancora qualcosa di quel allenatore oppure i due anni fuori dal calcio lo hanno condannato a un perenne stato di arretratezza tecnica tale da essere ormai troppo superato per questo calcio più “europeista”?Perché la sensazione aldilà di tutto è che Allegri non riesca minimamente a incidere in questa Juventus, a quasi due anni dal suo ritorno non ha portato nulla di diverso dai suoi predecessori ne da un punto di vista dei risultati, zero titoli, ne da un punto di vista soprattutto di un idea tattica e di gioco che in qualche modo potesse sopperire alle gravi lacune dell’attuale rosa bianconera. E nonostante l’avvio disastroso in questa stagione, culminato già dalla sonora eliminazione anticipata dalla Champions, non sembra riuscire a trovare delle soluzioni valide per invertire la rotta e cominciare a fare una serie di risultati di fila per risalire la china. Sinceramente sembra un allenatore sul viale del tramonto che rimane alla Juve soltanto perché “prigioniero” del suo ricco contratto, vincolato da un’amicizia stretta con Andrea Agnelli e che forse gli costerà il proseguo della sua carriera a grandi livelli oltre a non essere più lucido nelle dichiarazioni pubbliche che effettua durante le conferenze stampa accompagnate sempre da una grande “arroganza” e “permalosità”, segnali evidenti di un uomo in grande difficoltà e che non sa come uscire da questa situazione difficile. Dunque l’unica speranza, visto che presumibilmente resterà in sella fino al termine della stagione, e che faccia rivedere qualche “Allegrata” delle sue perché i tifosi lo meritano, la Juventus lo impone e l’orgoglio lo richiede.

#FinoAllaFine

Francesco Indelicato

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