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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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4-3-2-1 per tornare a essere MAGICA, con Zaniolo interno sinistro
Due pareggi, due sconfitte e una vittoria è il magro bottino della Roma nelle ultime cinque giornate di campionato. La squadra di Mourinho è settima in classifica, ormai, fuori dai giochi scudetto a 14 punti dal super Napoli di Spalletti. Con questo ruolino di marcia diventa difficile, anche, la qualificazione alla prossima Champions League. Meglio essere chiari dall’inizio. Chi lo avrebbe mai detto, soprattutto, dopo il super acquisto di Dybala in estate?
Andiamo a
vedere un po' di statistiche dei giallorossi: 18 goal fatti, per intenderci,
soltanto uno in meno rispetto alla Salernitana (19) dodicesima in
classifica. L’attacco, in questo momento, non sta girando a dovere. E' un dato di fatto oggettivo.
Se il
campionato si giocasse soltanto in trasferta, la Roma sarebbe seconda, a 17
punti, dietro il Napoli a 19 punti.
Contrariamente,
tra le mura amiche, la Roma ha una tabella di marcia da squadra che lotta per
la salvezza: 3 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte. Soltanto 10 punti fatti
contro i 22 del Napoli e gli stessi punti di un modesto Spezia.
Eppure, anni
fa, l’Olimpico era un fortino difficilmente espugnabile anche dal nemico più
agguerrito.
Poca
capacità nel finalizzare le tante occasioni da goal, nonostante il gioco passivo,
e molti errori individuali sono i principali punti di debolezza della
squadra capitolina.
Come mai
questa differenza di performance tra le partite in casa e quelle in trasferta?
Questo
dipende, tanto, dalla mentalità ultradifensivista data da Mourinho alla sua compagine.
Mi rendo conto di essere ripetitivo, ma è il focus del discorso. Quando la Roma
deve fare la partita, entra in grande difficoltà soprattutto a causa di avversari con
pressing alto e dotati di grande feroce agonistica; La Roma tende ad attaccare
principalmente centralmente, saltando sistematicamente il centrocampo con lanci
lunghi dalla difesa verso l’attacco. Questa tattica la rende parecchio prevedibile
e quindi vulnerabile.
Detto questo,
la Roma è così mediocre come sostengono in molti (compreso il suo allenatore)?
La risposta
è secca. No! Sono assolutamente convinto, la Roma è una squadra incompiuta con
un allenatore demodé - carriera in parabola
discendente quella del tecnico lusitano - che non è in grado di valorizzare, a
dovere, la rosa giallorossa. Inoltre, storicamente, la Roma ha sempre fatto del
bel gioco la sua arma migliore. Ad esempio, mi viene in mente, la Roma di
Spalletti quella con Totti e Perrotta; Roma che non vinse tanto, ma apprezzata per un gioco propositivo.
Andiamo al centrocampo.
A modesto parere dello scrivente, Brian Cristante può fare benissimo le
due fasi di gioco e quindi lo vedrei bene come mediano basso, assegnandogli le
chiavi del centrocampo giallorosso. In alternativa c’è Matic, l’usato sicuro ma
di assoluto affidamento ed esperienza.
Gli interni
di centrocampo devono avere gamba e buone capacità fisiche in modo da dare
ritmo all’azione e riconquistare palla in fase di non possesso. In questo ruolo
vedrei bene, come interno sinistro, Nicolò Zaniolo e come destro, Mady Camara.
Quello dell’italiano è il nome a sorpresa - molti dei lettori mi daranno per
pazzo o, peggio ancora per incompetente - ma sono convinto che il ragazzo sia in grado
di ricoprire il ruolo di interno sinistro, anzi lo vedrebbe primeggiare a
livello mondiale.
Arsenico17
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