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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Karsdorp non si presenta agli allenamenti, aveva ragione Mourinho!

Rottura totale, Karsdorp non risponde alla convocazione della Roma per la ripresa degli allenamenti. Adesso l’olandese è ufficiosamente sul mercato - in odore di multa che sa di beffa tremenda per il ragazzo, considerando come sono andate le cose - sperando in una soluzione vantaggiosa per il club capitolino e il calciatore olandese. Per lui si parla di un primo sondaggio della Juventus di Allegri - niente di concreto - che sulla fascia destra ha la coperta, molto, corta con il trentaquattrenne Cuadrado a tirare la carretta - praticamente da solo - da ormai più di un lustro. Se fossi in Tiago Pinto, per limitare i danni, penserei a uno scambio alla pari con De Sciglio. Ci guadagnerebbero entrambi i club, a mio modesto parere. Mourinho avrebbe, finalmente, un terzino destro di ruolo per portare la difesa a quattro, al contrario Allegri avrebbe l’esterno destro che si gioca il posto con il colombiano Cuadrado. Insomma, tutti felici e contenti. Le due squadre, poi, ormai sono di pari livello e calcisticamente non ci perderebbe nessuno.  

Diciamo la verità, quella di Karsdorp è una vicenda nata e gestita male da tutti gli stakeholder, indipendentemente dal pensiero contrapposto delle due fazioni pro e contro il tecnico di Setúbal.

Certamente, Mourinho poteva lavare i panni sporchi in casa propria - lo spogliatoio - per salvare il salvabile. Ma il danno è stato fatto e, purtroppo, non è possibile tornare indietro per rimediare al misfatto.   

Da un punto di vista economico il bene “calciatore” è deprezzato con un danno, notevole, per la società targata USA; difficilmente Thiago Pinto riuscirà a dettare le sue condizioni di vendita a un possibile acquirente.

Da un punto di vista umano, l’uomo Karsdorp è stato messo in grande difficoltà soprattutto in un ambiente, caldo e difficile, come quello romano.

Da voci di spogliatoio, il rapporto tra Mourinho e l’olandese era, già, inclinato da tempo, comunque, prima di Sassuolo-Roma. Alla fine del derby perso malamente contro la Lazio - Karsdorp dopo la sostituzione si diresse polemicamente verso lo spogliatoio per poi ripensarci, ma ormai il dado era stato tratto - c’è stato nello spogliatoio un diverbio, molto acceso, tra il calciatore e l’allenatore. Si dice che i due sarebbero arrivati, addirittura, alle mani. Episodio che lo Special One si è legato al dito.

Poi è successo il patatrac con le dichiarazioni di Mourinho post match contro il Sassuolo, con i fatti che tutti conoscono, ormai, a menadito.

Di recente, in Portogallo, Mourinho ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento che va ad arricchire il suo personale palmares, il premio alla carriera ai Thinking Football Summit Awards in Portogallo. Al contrario, Karsdorp ha dato ragione all’allenatore portoghese passando dalla ragione al torto - Mou l’aveva rimproverato per la poca professionalità - non presentandosi agli allenamenti. Ricordiamo sempre, senza ipocrisia e peli sulla lingua - come ha precisato Mourinho in un secondo momento di rara onestà intellettuale nel mondo del calcio - che abbiamo a che fare con dei ragazzi “privilegiati” con un conto in banca a sei zeri.

Se ragionassimo senza ipocrisia - perché si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi Gesù nel tempio (citazione) - nella dichiarazione post Sassuolo di Mourinho c’è un fondo di verità. Nella vita reale - quella di tutti i giorni dove si fa fatica ad arrivare a fine mese con uno stipendio medio di 1500 euro (quando ti va bene) - non ti puoi, proprio, permetterete di non presentarti sul posto di lavoro perché hai avuto una discussione - benché accesa e piuttosto sgradevole dove molto probabilmente avevi pure ragione - col tuo capo o datore di lavoro.

Non presentandosi alla ripresa degli allenamenti, così come riportato dalla carta stampata, Karsdorp ha mancato di rispetto, in primis, alla sua società che comunque gli corrisponde un lauto stipendio a fine mese, molto sopra la media di milioni di lavoratori. In secundis ai suoi tifosi, i quali lo hanno sempre sostenuto anche dopo prestazioni molto deludenti. Parliamo di Karsdorp, non di Cafu.

Una società e un ambiente che, in un recente passato, lo hanno aspettato durante i vari e numerosi infortuni.

Se fosse stato un vero professionista, il ragazzo avrebbe dimostrato sul campo il suo vero valore al suo allenatore. Il rettangolo verde di gioco, l’unico luogo nel calcio dove un uomo può dimostrare di essere un vero calciatore. Invece, no. Ha preferito restare nella sua casa comoda.

Alla fine, Mourinho, ha avuto ragione nonostante il chiacchierio dei soliti ipocriti che non sono mai abbastanza per essere mandati, tutti, a quel Paese. De resto, cari moralisti, non si vince, così tanto, nella vita se non hai dentro qualcosa di "speciale" che ti rende “unico” e inimitabile al mondo. Insomma, uno Special One.  

Per questo io sto con Mourinho, tutto il resto è la “fuffa” dei perdenti. 

Arsenico17

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