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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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Karsdorp non si presenta agli allenamenti, aveva ragione Mourinho!
Rottura
totale, Karsdorp non risponde alla convocazione della Roma per la
ripresa degli allenamenti. Adesso l’olandese è ufficiosamente sul mercato - in
odore di multa che sa di beffa tremenda per il ragazzo, considerando come sono
andate le cose - sperando in una soluzione vantaggiosa per il club capitolino e
il calciatore olandese. Per lui si parla di un primo sondaggio della Juventus
di Allegri - niente di concreto - che sulla fascia destra ha la coperta, molto,
corta con il trentaquattrenne Cuadrado a tirare la carretta - praticamente da
solo - da ormai più di un lustro. Se fossi in Tiago Pinto, per limitare
i danni, penserei a uno scambio alla pari con De Sciglio. Ci
guadagnerebbero entrambi i club, a mio modesto parere. Mourinho avrebbe,
finalmente, un terzino destro di ruolo per portare la difesa a quattro, al
contrario Allegri avrebbe l’esterno destro che si gioca il posto con il
colombiano Cuadrado. Insomma, tutti felici e contenti. Le due squadre, poi,
ormai sono di pari livello e calcisticamente non ci perderebbe nessuno.
Diciamo la
verità, quella di Karsdorp è una vicenda nata e gestita male da tutti
gli stakeholder, indipendentemente dal pensiero contrapposto delle due fazioni
pro e contro il tecnico di Setúbal.
Certamente, Mourinho
poteva lavare i panni sporchi in casa propria - lo spogliatoio - per
salvare il salvabile. Ma il danno è stato fatto e, purtroppo, non è possibile
tornare indietro per rimediare al misfatto.
Da un punto
di vista economico il bene “calciatore” è deprezzato con un danno, notevole,
per la società targata USA; difficilmente Thiago Pinto riuscirà a dettare le
sue condizioni di vendita a un possibile acquirente.
Da un punto
di vista umano, l’uomo Karsdorp è stato messo in grande difficoltà
soprattutto in un ambiente, caldo e difficile, come quello romano.
Da voci di
spogliatoio, il rapporto tra Mourinho e l’olandese era, già, inclinato da tempo,
comunque, prima di Sassuolo-Roma. Alla fine del derby perso malamente contro la
Lazio - Karsdorp dopo la sostituzione si diresse polemicamente verso lo
spogliatoio per poi ripensarci, ma ormai il dado era stato tratto - c’è
stato nello spogliatoio un diverbio, molto acceso, tra il calciatore e
l’allenatore. Si dice che i due sarebbero arrivati, addirittura, alle mani.
Episodio che lo Special One si è legato al dito.
Poi è
successo il patatrac con le dichiarazioni di Mourinho post match contro il
Sassuolo, con i fatti che tutti conoscono, ormai, a menadito.
Di recente,
in Portogallo, Mourinho ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento che va ad
arricchire il suo personale palmares, il premio alla carriera ai Thinking
Football Summit Awards in Portogallo. Al contrario, Karsdorp ha dato
ragione all’allenatore portoghese passando dalla ragione al torto - Mou l’aveva
rimproverato per la poca professionalità - non presentandosi agli allenamenti. Ricordiamo
sempre, senza ipocrisia e peli sulla lingua - come ha precisato Mourinho in un secondo
momento di rara onestà intellettuale nel mondo del calcio - che abbiamo a che
fare con dei ragazzi “privilegiati” con un conto in banca a sei zeri.
Se ragionassimo
senza ipocrisia - perché si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi Gesù
nel tempio (citazione) - nella dichiarazione post Sassuolo di Mourinho c’è un fondo
di verità. Nella vita reale - quella di tutti i giorni dove si fa fatica ad
arrivare a fine mese con uno stipendio medio di 1500 euro (quando ti va bene) -
non ti puoi, proprio, permetterete di non presentarti sul posto di lavoro
perché hai avuto una discussione -
benché accesa e piuttosto sgradevole dove molto probabilmente avevi pure
ragione - col tuo capo o datore di lavoro.
Non
presentandosi alla ripresa degli allenamenti, così come riportato dalla carta
stampata, Karsdorp ha mancato di rispetto, in primis, alla sua società
che comunque gli corrisponde un lauto stipendio a fine mese, molto sopra la
media di milioni di lavoratori. In secundis ai suoi tifosi, i quali lo hanno sempre
sostenuto anche dopo prestazioni molto deludenti. Parliamo di Karsdorp, non
di Cafu.
Una società
e un ambiente che, in un recente passato, lo hanno aspettato durante i vari e
numerosi infortuni.
Se fosse
stato un vero professionista, il ragazzo avrebbe dimostrato sul campo il suo vero
valore al suo allenatore. Il rettangolo verde di gioco, l’unico luogo nel calcio dove un
uomo può dimostrare di essere un vero calciatore. Invece, no. Ha preferito restare
nella sua casa comoda.
Alla fine,
Mourinho, ha avuto ragione nonostante il chiacchierio dei soliti ipocriti che
non sono mai abbastanza per essere mandati, tutti, a quel Paese. De resto, cari
moralisti, non si vince, così tanto, nella vita se non hai dentro qualcosa di "speciale" che
ti rende “unico” e inimitabile al mondo. Insomma, uno Special One.
Per questo
io sto con Mourinho, tutto il resto è la “fuffa” dei perdenti.
Arsenico17
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