Nel big match di stasera si affronteranno rispettivamente la prima difesa della Serie A e il terzo migliore attacco. Il “primato” juventino è passato un po’ in sordina, mentre il ritorno di Max Allegri a Torino è stato connotato da animate critiche per un gioco ancora latitante, ma attenzione a dare per spacciata la Vecchia Signora. Come amava ripetere il buon Zeman, probabilmente il tecnico più offensivista mai approdato in Italia: “Nel calcio vince chi fa un gol in più.” Eppure, la storia del nostro campionato c’insegna che a trionfare sono state, quasi sempre e con rare eccezioni, le squadre in grado d’incassare meno reti. Allegri non ha costruito la propria carriera sulla base di principi tattici stravaganti o innovativi, tantomeno può essere considerato un “conservatore”, un catenacciaro della prima ora. La sua proverbiale attenzione per la fase difensiva parte dall’idea che lo spettacolo vada in parte sacrificato in funzione del risultato. Due filosofie agli antipodi, che non possono trovare alcun compromesso. Allegri si basa su un'idea di calcio diametralmente opposta al credo zemaniano, pur tutta via poggiando sullo stesso basico concetto: con un gol in più si vince.
Per gli zemaniani, la prima arma è l’attacco, mentre gli allegriani (qualora ve ne fossero, chiedo venia) partono dall’assunto dell’equilibrio, che non significa giocare in difesa. Nella sua prima esperienza alla Juventus, il tecnico livornese è stato sì reso celebre dal suo “corto muso”, ma ha altresì saputo far funzionare la squadra, fornendo prestazioni solide sotto tutti gli aspetti e regalando, di tanto in tanto, un calcio apprezzabile anche dal punto di vista estetico.
Col suo ritorno alla Juve e un mercato incentrato su profili di alto spessore tecnico, il 4-3-3 sembrava la veste tattica più adeguata per la Vecchia Signora. Infortuni eccellenti e difficoltà nel trovare un amalgama di squadra, hanno portato in soffitta le idee iniziali e decretato il ritorno all’antico, ovvero al 3-5-2 mascherato, un modulo di base attorno al quale sviluppare le varianti tattiche a seconda delle fasi di gioco. Ad oggi, Allegri è riuscito a registrare la difesa coinvolgendo la totalità degli uomini nella fase di transizione negativa, un atteggiamento riscontrabile in poche squadre della massima serie. È infatti evidente come persino compagini di medio-bassa classifica cerchino di sviluppare un gioco più offensivo, basato soprattutto sull’intensità del pressing alto. Atteggiamento che alla lunga può costare caro, specialmente nelle fasi finali della partita, quando vengono meno energie fisiche e mentali.
È piuttosto evidente come Allegri non abbia affinità alcuna col gegenpressing, ma si basi piuttosto sulla solidità tra i reparti e la qualità dei suoi interpreti per sfruttare gli spazi in ripartenza, senza forzare sull’intensità, specialmente nelle fasi iniziali della stagione, quando la condizione fisica e l’affiatamento della squadra non sono ancora su livelli accettabili. Al pressing asfissiante Allegri predilige la ricerca dell’equilibrio e il palleggio basso per costringere gli avversari alla pressione, obbligandoli a lasciare le marcature di competenza e aprire sbocchi per l’attacco. Spazi non sempre aggrediti in modo corretto, segno tangibile del fatto che gli interpreti devono ancora metabolizzare i movimenti in fase di transizione positiva.
Sarà senza dubbio un ragionamento impopolare, ma la crescita dei bianconeri passerà attraverso l’incremento della condizione e del ritmo partita. Le basi sono solide e, come notato anche da Inzaghi in conferenza stampa, la Juve dispone di una profondità di rosa unica in Serie A. Molto dipenderà dal recupero di giocatori chiave, in modo particolare Chiesa, ovvero l’uomo in grado di compiere strappi importanti e garantire dinamismo e fantasia dalla trequarti in su. Con buona pace per Pogba e Di Maria, sarà proprio l’ex Viola l’elemento in grado di risollevare le sorti del Conte Max, ovvero quel giocatore che più di altri possiede le caratteristiche tecniche e fisiche più adatte all’attuale sistema di gioco.
Nicola Murrali
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