
A sole due giornate dalla lunga sosta per i mondiali, il Napoli si ritrova ben saldo al primo posto con 35 punti, a sei misure dal Milan, secondo con 29 punti. La marcia trionfale della Banda Spalletti sembra poter proseguire non soltanto in Serie A. La prova di forza fornita ai gironi di Champions ha infatti messo in luce le qualità dei partenopei anche a livello europeo: primi del Girone A, a pari punti col Liverpool, ma con una differenza reti maggiore. Per gli ottavi ci sarà tempo, eppure, l’aver pescato l’Eintrachtn ai sorteggi fa ben sperare per il proseguo nella competizione.
Questa sera alle 18:00 gli azzurri ospiteranno l’Empoli al Maradona, sabato, sempre in casa, se la vedranno contro un Udinese in affano. Due partite abbordabili, da giocare con la massima concentrazione per cementare quanto di straordinario è stato fatto sino ad ora. Dalle contestazioni estive si è passati all’incredulità per le prime performance, poi, col trascorrere delle settimane, anche i più scettici hanno sepolto l’ascia di guerra contro De Laurentis lasciandosi trasportare da un sogno chiamato Scudetto.
11 vittorie e 2 pareggi costituiscono un invidiabile ruolino di marcia a cui nessuno, per il momento, appare in grado di rispondere. Il Milan scudettato rimane l’antagonista più plausibile, tuttavia, l’impatto dei rossoneri sul campionato è stato ridimensionato da due sconfitte, di cui una proprio contro gli azzurri. Sebbene sia ancora presto per sbilanciarsi in pronostici e sentenze, il vero antagonista del Napoli è lo stesso Napoli. Sarà in grado di reggere l’aria rarefatta della vetta? In questo momento sembrerebbe di sì. Lo dicono il campo e le statistiche: 32 reti segnate, 27 delle quali su assist, segno evidente che abbiamo a che fare con una squadra votata al fraseggio e alla collaborazione, capace di costruire opportunità in modo corale.
A indicare che qualcosa è cambiato, anche sul piano della concentrazione, abbiamo poi un dato inconfutabile: la grande verve realizzativa negli ultimi scampoli di gara. Sono appunto 9 le reti complessive segnate in campionato dal 75’ al 90’, 0 quelle subite nello stesso arco temporale. Ciò sta a significare due cose: 1) l’ottima condizione fisica consente agli uomini di Spalletti di sopraffare l’avversario quando quest’ultimo si espone per recuperare il risultato; 2) il livello d’applicazione alla tattica denota una grande unità di intenti, segno della presa del tecnico sui giocatori.
Con 10 gol subiti, i campani sono la terza miglior difesa, dopo Juventus (7) e Lazio (8), nonché primi per differenza reti, con un attivo di 22 marcature. La solidità difensiva indica un percorso di grande maturazione e va a colmare una delle principali lacune viste nelle precedenti stagioni. E dire che con l’addio di Koulibaly la retroguardia sembrava essersi indebolita in modo irreparabile, sembrava infatti improbabile che i vari Kim e Ostigard potessero raccogliere una simile eredità. Invece è accaduto. Merito del grande mercato di Giuntoli, rapido quanto lucido nell’andare a sostituire “pezzo per pezzo” tutti i tasselli mancanti.
La solidità in fase difensiva si traduce alla perfezione nelle prestazioni di Kim Min-Jae: nessun errore decisivo nell’arco delle 13 gare; 14 intercetti; 28 palle rubate; 65 duelli vinti; 23 tackle tentati. Il sudcoreano ha fatto sentire la sua qualità anche sotto porta, con la realizzazione di 2 reti. Ma il dato forse più interessante, riguarda una caratteristica sino ad ora poco riconosciuta al numero 3, ovvero un grande coinvolgimento nella circolazione del pallone, con una media di 84.3 tocchi per partita. Statistica che diventa più chiara osservando l’heatmap del difensore, la quale rivela una naturale predisposizione al dinamismo e alla copertura degli spazi tra l’area piccola e la metà campo, adattandosi a giocare sia sul centrosinistra che sul centrodestra.
Fondamentale per le sorti del Napoli anche il riscatto di Anguissa, che da mezzala destra sta garantendo grande equilibrio a centrocampo, consentendo a Zielinski una maggiore libertà in attacco e coadiuvando Lobotka nei compiti di contenimento e regia bassa. La catena destra del Napoli, composta solitamente da Di Lorenzo, Anguissa e Politano ha il suo punto di forza nella solidità, mentre quella sinistra (Mario Rui; Zielinski; Kvaratskhelia) è maggiormente votata alla fase offensiva. L’impatto del georgiano sul campionato si è fatto sentire con 6 reti e 5 assist, superando così uno dei migliori esterni sinistri d’attacco della categoria: Rafael Leao, fermo a 5 reti e 4 assistenze.
Rispetto al passato recente, i partenopei hanno inoltre potenziato le soluzioni in attacco. Grazie agli acquisti di Raspadori e Simeone, Spalletti ha sia l’opportunità di preservare l’integrità fisica di Osimhen, sia di scegliere il giocatore più adatto in base alle caratteristiche dell’avversario. Una varietà di reparto non riscontrabile in nessun’altra compagine.
Se il mercato invernale riuscirà a colmare le poche lacune di questa squadra (penso a un terzino destro in grado di far rifiatare Di Lorenzo e un vice Anguissa), probabilmente non ci saranno rivali in grado di tenere testa alla capolista. Aspetto che sicuramente sarà al vaglio di Giuntoli, che dopo il mercato estivo si ritrova tra le mani un bilancio in crescendo e l’opportunità di fare uno o due colpi mirati per gennaio, magari pescando tra prestiti e giocatori da rilanciare.
Nicola Murrali
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