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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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Putesse Essere Allero
Fatta
questa piccola e doverosa premessa, la sensazione da osservatori esterni è che questo
Napoli abbia acquisito la consapevolezza, passo dopo passo, dell'essere
diventato una grande squadra. Per questo motivo noi di SpaceserieA sin
dal momento in cui a Napoli c’era aria di contestazione attorno ad Aurelio De
Laurentiis, c’eravamo esposti sui partenopei, andando controcorrente verso chi denigrava
il mercato fatto da Cristiano Giuntoli sia in entrata, Simeone e Raspadori
su tutti, che soprattutto in uscita, con le partenze dei giocatori storici più rappresentativi
ma non finisce qui perché in un certo senso, anche il lavoro svolto da Luciano Spalletti
è stato al centro dei dibattiti tra chi puntava il dito verso l’allenatore
toscano reo, secondo parte della tifoseria e di alcuni organi della carta
stampata, di aver perso l’occasione di vincere lo scudetto vista l’incertezza vissuta
nello scorso campionato e chi invece, in pochissimi per la verità, lo elogiavano
per l’aver comunque portato il Napoli in Champions League, un risultato per
niente affatto scontato come si è cercato di farlo passare. Dicevamo di una consapevolezza acquisita
nel tempo, a suon di prestazioni, che non si limita soltanto ai risultati ottenuti
sul campo ma tutto è anche il frutto di una grande preparazione atletica fatta
sulle gambe dei giocatori da parte dello staff tecnico partenopeo oltre che di un
lavoro straordinariamente certosino operato sulla “testa” da parte di Luciano Spalletti
che sta avendo il merito di saper “isolare” benissimo i suoi uomini da
qualsiasi possibile distrazione esterna. Anche l’anno scorso erano partiti con risultati simili,
dieci vittorie di fila in campionato, però si è capito sin da subito quest’anno
che ci fosse qualcosa di diverso nell’atteggiamento della squadra ma
soprattutto nella voglia di vincere e stupire come non si era potuto ammirare pienamente
nell’ultima parte della scorsa stagione. Un
Napoli che anche privo degli uomini di maggior talento, come Kvara e Osimhen, ha
dimostrato comunque solidità, compattezza e appunto consapevolezza dei propri
mezzi senza mai dubitare di ogni singolo componente della rosa, eccetto il
solo Diego Demme, andando anche oltre le più rosee aspettative contro avversari
di un certo peso specifico. Gli uomini
di Spalletti oggi sono superiori, soprattutto in Italia, a tutti, sotto ogni
punto di vista: fisico, tecnico ma
principalmente mentale. Ad impressionare, non sono solo gli altissimi ritmi
da rullo compressore con il quale il Napoli ha sovrastato gli avversari ma
anche la sua incredibile capacità di adattamento in base all’andamento di ogni
singola partita superando le, minime, difficoltà presentatasi in quelle rare
occasioni. I partenopei hanno dimostrato che possono vincere in trasferta segnando sei gol
e strapazzando i quattro volte campione d’Europa dell’Ajax oppure nello stesso tempo
che possono trionfare anche non senza difficoltà e con il minimo sforzo in gare sporche come quelle
di Roma, Bergamo e Milano.
Dunque il concetto di estetica non si può più soltanto legare, come dicono i soloni del calcio, al bel giuoco, inteso dunque come pressing alto, dribbling perfetti, goleade e passaggi a corto raggio. Quella del Napoli è una bellezza quasi artistica che però sa perfettamente quando deve trasformarsi in efficacia adatta a vincere le partite. E se è vero il detto che il miglior attacco è sempre la miglior difesa, Spalletti ha saputo infondere ai suoi ragazzi anche la sacra arte del difendere bene e con ordine, il Napoli infatti, a dispetto dell’ultima gara con l’Udinese, ha dimostrato di aver imparato alla perfezione anche questo meccanismo. Si esaltano giustamente le doti offensive di Osimhen e compagni ma si sa perfettamente, che i trofei quasi mai si vincono solo con i migliori attacchi. Per questo motivo le dure trasferte di (Milano, Roma e Bergamo) hanno messo in evidenza come lo spirito e il carattere del Napoli siano cambiati molto per via di una voglia di vincere e andare oltre l’ostacolo che forse erano mancate nelle annate precedenti. Oggi il Napoli è convinto di poter trionfare, raggiungendo i propri obiettivi a qualsiasi costo e con ogni mezzo possibile. Indipendentemente da chi scende in campo, infatti se qualche titolare non è in grado di giocare, il possibile sostituto non fa notare la differenza basta vedere come ad esempio Elmas o Raspadori o Simeone abbiano fatto vincere le partite al Napoli giocando con una ferocia e una grinta incredibili, dimostrando che tutti sono utili e più che mai al centro del progetto. Un meccanismo di una precisione pazzesca, che funziona alla perfezione, perché se è normale che ad occupare le “prime pagine”, si fa per dire, dei giornali siano Osimhen, e kvaratskhelia oltre a quell’incredibile calciatore che si è scoperto essere Lobotka, non si può non mettere in evidenza come il centrocampo del Napoli abbia letteralmente un “mostro” mangia avversari come: Zambo Anguissa. Il camerunense, è l’indispensabile motore instancabile del centrocampo partenopeo ed è l'esempio lampante di come con un ottimo scouting si possa fare un grande mercato anche senza spendere cifre folli per nomi altisonanti, grazie alle qualità di un ds come Cristiano Giuntoli. È un giocatore fondamentale, praticamente, lo si trova dappertutto, eppure sembra non sentire mai nemmeno la fatica, come se fosse fatto di adamantio, lo stesso materiale del Wolwerine di X-man, che lo rigenera di energie dopo ogni fatica, chi lo avrebbe mai detto? Adesso tutti sperano che la flessione del Napoli, dopo la lunghissima pausa mondiale, sia dietro l’angolo ma ci sarebbe anche la concreta possibilità che possa rimanere soltanto una fievole speranza per le inseguitrici in quanto, si dovrebbe cominciare a realizzare che questa ipotesi potrebbe pure non arrivare mai visto la potenza atletica e mentale con il quale i giocatori di Luciano Spalletti sono armati fino ai denti. E' per questo motivo che ogni tifoso napoletano, come direbbe il grande Pino Daniele “potesse essere allero” fregandosene di tutti e tutto per godersi ogni singolo momento di questo Napoli che forse è la cosa più bella mai vista dopo il grande e unico Diego Armando Maradona.
#Napuleé
Indelicato
Francesco
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