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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Lui è Cristiano Ronaldo e voi chi siete?


949 presenze 701 gol e 223 assist in tutte le competizioni per club, 196 presenze e 118 gol con la maglia del Portogallo, cinque volte pallone d’oro, dieci volte nominato giocatore dell’anno, 19 volte capocannoniere in tutte le competizioni giocate e  31 trofei vinti in carriera. Basterebbero questi numeri impressionanti per definire Cristiano Ronaldo uno dei più grandi giocatori che il calcio abbia mai potuto ammirare nel corso della sua lunghissima storia. Eppure, dopo la clamorosa eliminazione del suo Portogallo contro l’incredibile favola Marocco, fermato solo dalla Francia campione del Mondo, e le note vicissitudini che lo hanno portato al burrascoso divorzio, in corso d'opera, con il Manchester United,  c’è chi lo ha messo in dubbio. Una sparuta minoranza in verità soprattutto di antijuventini italioti chissà perché, tempestandolo di critiche e di insulti, accusandolo di essere soltanto un presuntuoso egoista alla ricerca della gloria personale e solo per questo non può essere definito uno dei giocatori più forti della storia. Non c’è spazio nemmeno per le lacrime, vere o presunte tali, per un grandissimo campione che sa perfettamente di aver giocato il suo ultimo mondiale chiudendo la sua storia con la nazionale, forse per sempre, come peggio non poteva e cioè senza aver trascinato il suo paese a vincere la sua prima coppa del mondo da protagonista sul campo. Le sue lacrime certificano la fine di un sogno per un campione vincitore di tutto e frantumatore di record su record, mentre lasciava Manchester dopo un’avventura disastrosa forse pensava che la sua Nazionale sarebbe stata l'isola felice in cui potersi rifugiare per ritornare ad essere quel raggio di luce splendente che per un ventennio ha incantato il Mondo, ma è evidente che anche li è stata una profonda delusione. Se allo United non è riuscito a guadagnarsi il rispetto con la fame del campione che lo ha sempre contraddistinto, anche in assenza delle giocate e dei gol, in Portogallo nessuno lo ha mai messo in discussione essendo quasi una vera e propria divinità vivente. Tra aeroporti e statue varie, a lui dedicate, Cristiano con il Portogallo ha segnato 118 gol, più di chiunque altro con la propria Nazionale, e dall’esordio nel lontano 2004 la sua leadership sulla squadra non era mai stata messa in dubbio almeno fino ad oggi dove il Portogallo ha dimostrato di saper vincere anche senza di lui in campo. Noi siamo sempre stati abituati a vederlo forte, bello, vincente a ogni costo, così perfetto da sembrare quasi inscalfibile: l'esempio lampante di come il talento si può unire anche ad un metodo di perfezione negli allenamenti costernato da grande dedizione ma soprattutto enorme professionalità. Però il tempo passa per tutti l’età che sopravanza probabilmente avrà scalfito la figura di quel superuomo capace di tutto con un pallone tra i piedi ma di sicuro non ha intaccato il suo orgoglio e nemmeno il suo ego quello è impossibile  per un grande campione come lui. Mai come adesso però il futuro di Cristiano Ronaldo appare, per la prima volta,  un’incognita, perché dopo aver accettato le lusinghe arabe dell'Al Nasr, “sparirá” dal “calcio che conta”, affrontando un "accompagnamento" al ritiro coperto dai dobloni degli emiri, circa 70 milioni l'anno fino al 2025, nonostante lui abbia smentito dicendo di trovarsi in un campionato di "livello" rispetto a quello che viene detto in giro. In ogni caso nessuno potrà cancellare al sua gloriosa storia infatti , rimarrà per sempre un uomo e un atleta che ha dato tantissimo ad uno sport come il calcio e che in cambio l’ha reso un'iconica leggenda di cui si parlerà anche negli anni a venire. Per tutti quelli che si chiedono il motivo per cui abbia divorziato con il Manchester United e il perché sia stato escluso in match importanti nell'ultimo mondiale, secondo il mio punto di vista, Cristiano non riesce ad accettare il crudele destino dell’età che avanza e questo lo ha portato a fare delle scelte probabilmente sbagliate perché è dura da ammettere quando ti senti ancora il numero uno ma il fisico non ti permette di fare le cose come vorresti che fossero, come quando eri più giovane. Per questo  prima sarà onesto con se stesso accettando il suo destino e prima potrà riuscire a conviverci chiudendo in bellezza la sua immensa carriera cercando di “ripulire” la sua immagine dopo le ultime infelici avventure sia a Manchester che soprattutto con la sua Nazionale. Detto questo io non smetterò mai di ringraziare Ronaldo per aver indossato la maglia della Juventus, non mi pentirò mai di averlo visto giocare per la mia squadra, tutto il resto sono chiacchere che porta via il vento e discorsi che francamente dovrebbero importare poco o nulla al tifoso di calcio. Ciò che non condivido sono le eccessive critiche rivolte alla carriera di un giocatore come Cristiano  Ronaldo perché bisognerebbe essere onesti intellettualmente e farsi un paio di domande di difficilissima risposta: quanti giocatori al mondo alla sua età potranno dire un domani di aver giocato un mondiale? Quanti giocatori all’etá di 35 anni avrebbero lasciato il più grande club al mondo come il Real Madrid per mettersi in gioco in una squadra come la Juventus e fare più di cento gol in meno di tre anni? Quanti giocatori al mondo potranno dire di aver vinto cinque palloni d’oro? Quanti giocatori al mondo vinceranno quello che ha vinto lui in vent’anni di carriera sempre da protagonista? Vi rispondo io soltanto uno e cioè colui che ha vinto un mondiale  a 35 anni ed è di origine argentina…. Mbappè… se son rose fioriranno.. Quindi non importa se giocherà in un campionato non più competitivo, non importa se è egoista o no, non importa se lo odiate o lo amate perché come direbbe lui: “Yo estoy Aqui”. 

Ciccio


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