I quarti di finali hanno decretato le prime due
semifinaliste del Mondiale, l’Argentina
di Messi e la Croazia di Modric. Due
grandi calciatori - capitani, mio capitano - un centrocampista e un attaccante, due
miti assoluti, entrambi palloni d’oro, che hanno fatto la storia del calcio europeo
e mondiale.
Entrambe le compagini, unite da un filo sottile che non si è spaccato
per loro fortuna, vittoriose dopo la lotteria spietata dei calci di rigore,
rispettivamente, contro l’Olanda di Louis van Gaal e il Brasile di Leonardo
Bacchi.
Come un fulmine a ciel sereno è stata la sconfitta immeritata del Brasile di Neymar che in questo Mondiale non ballerà più, sul verde rettangolo di gioco, a colpi di samba per la sua amata Nazione. Ma sono sicuro che il brasiliano ritroverà, molto presto, il ritmo brasileiro nella sua vita calcistica e privata. La musica scorre nelle sue vene, da sempre. Eppure, quante critiche hanno ricevuto i brasiliani, semplicemente, per il loro modo di stare al mondo? E’ la nuova tendenza della democrazia europea, intollerante al contraddittorio, borghesi con la puzza sotto il naso e il culo comodo sotto un cuscino di filato cotone misto acrilico made in China, quella che ci vorrebbe tutti uguali come pezzi di metallo usciti da una catena di montaggio in una qualsiasi fabbrica europea sperduta in chissà quale campagna di provincia. Difetti di produzione, tristi, malaticci e ipocondriaci, sotto il cielo di un’unica Nazione. Devoti a un solo DIO, quello della terra, il più miserabile, invidioso e vendicativo, come la vera natura perversa di taluni uomini.
Per il più grande calciatore della storia del Brasile,
il calcio è pura musica, danza e armonia. E non c’è nulla di più allegro della
sfera che rimbalza. Allora perché no? Danza, amico brasiliano, fino a notte
inoltrata, come un uccello migratore, aspettando il sorgere di tuo fratello e
sorella sole, la musica non è ancora finita, appagato da ogni singola marcatura
realizzata nella tua vita. Contrariamente a tutti gli Europei tristi, sempre, a
chiedersi il perché o il come, però, senza mai capire un cazzo sul vero senso della vita. Danza, amico mio, fratello brasiliano, e non guardarti indietro a chiederti
chi sei.
Il Brasile lascia in anticipo il mondiale,
nonostante i pronostici fossero tutti favorevoli ai verdeoro, ma vince lo
stesso - anzi stravince - perchè questa grande Nazione, con la casacca dorata e baciata dai primi
raggi caldi di sole, ci dona la sua grande filosofia di vita per l’ennesima
volta durante un Mondiale. Finisce un ciclo, ahimè, come ne finiscono tanti
nella vita di un uomo, ma all’orizzonte c’è una nuova alba per il Brasile e il
suo popolo, più luminosa e splendente della precedente. E per ritornare a danzare
al prossimo mondiale, perché
il calcio
è musica, danza e armonia per il popolo baciato dal sole, il Brasile sogna un
altro grande visionario del mondo del pallone, Guardiola.
Il trentenne Neymar avrà un’altra occasione, dal capitano
spagnolo di mille traversate, per entrare nell’Olimpo del calcio brasiliano con i
più grandi calciatori del passato? Pelè, Ronaldo, Garrincha, Zico, Romario, Ronaldinho,
Jairzinho, Cafù, Socrates e Rivaldo. 10 grandi calciatori brasiliani come il numero
di maglia indossato da Neymar da Silva Santos Júnior, noto come Neymar o Neymar
Jr.,
Perché no?
Forza Neymar, Forza Brasile e arrivederci al prossimo Mondiale, per un’altra lezione di vita al ritmo, rigorosamente, di samba brasiliano.
Arsenico17
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