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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Dallo 0️⃣ assoluto dei bianconeri ai 1️⃣0️⃣ punti dal primo posto i numeri di Napoli - Juventus


Zero come i punti conquistati dalla Juventus contro il Napoli. Doveva essere il match in grado di riaprire il campionato, la partita della vita, la svolta di una stagione tribolata e invece è stata una debacle clamorosa come non se ne vedevano da tantissimi anni. La Juve se ne va da Napoli con zero punti conquistati, poche certezze, uno scudetto ormai lontanissimo, ma soprattutto con quella consapevolezza che questa squadra, evidentemente, meglio di così non potrà mai fare, nell’arco di questa stagione, con gli evidenti grandi limiti di rosa e del suo allenatore. Umiliati!

Uno come il gol fatto da Di Maria. Il gol della “bandiera” lo segna proprio Di Maria, certificando il fatto che in partite così importanti, certi giocatori, anche se avanti con l’età, possono dare ancora un ottimo contributo, grazie alla loro classe e alla loro enorme esperienza sulle spalle ma evidentemente contro questo Napoli un unico lampo di “luce” nel blackout bianconero non poteva di certo bastare.

Due alla partita di Bremer. È stato l’acquisto più costoso di questa campagna acquisti, chiamato per sostituire l’olandese De Ligt nel frattempo accasatosi al Bayern Monaco, il brasiliano si è reso protagonista di una prestazione a dir poco “vergognosa”, come il resto dei suoi compagni d’altronde. È stato di gran lunga il peggiore in campo: lento, impacciato, sbaglia tutti gli anticipi e anche i passaggi più semplici, regalando di fatto due gol a suoi avversari. Il giocatore non si discute ma certamente non è così che si diventa dei leader alla Juventus e questo è bene che cominci a metterselo in testa nel più breve tempo possibile.

Tre come le sconfitte complessive della Juventus in questo campionato. Milan, Monza e Napoli, cosa avranno in comune? L’umiliazione e il carattere della Juventus pari a zero. In queste tre sconfitte, maturate finora in campionato, la Juventus ha dimostrato che basta davvero un minimo per perdere anche quelle poche certezze acquisite nel filotto delle otto vittorie consecutive. Sconfitte come quella del "Maradona" devono fare riflettere tutti: dall’allenatore, ai giocatori fino alla società, forse la vera colpevole di tutto quello che la Juventus sta mostrando oggi sia in campionato che soprattutto in Europa con il “declassamento” in Europa League.

Quattro alle scelte di Massimiliano Allegri. Ci ha sempre abituato con qualche “allegrata” dell’ultimo momento in grado di risolvere le partite anche quando ormai sembra che non ci siano speranze ma questa volta ha sbagliato completamente le scelte dalla prima all’ultima, perdendo nettamente il confronto con il collega Luciano Spalletti. Il Napoli è stato devastante ma la Juventus non ha fatto nulla per rendergli la vita più difficile anche a causa di un modulo, il 3-5-1-1, che ha favorito la grande mole di gioco offensivo creata dai partenopei: micidiali nel controllo della palla e mai veramente in difficoltà. Nessuno può certamente insegnare nulla al tecnico livornese però alle volte dovrebbe semplicemente capire che non sempre la difesa è il miglior attacco ed evidentemente la partita degli azzurri in Champions League contro il Liverpool, vinta per 4 a 1, gli sarà sfuggita… Bocciato.

Cinque come la “manita” rifilata dal Napoli alla Juventus. Non subiva gol da ben otto partite di fila con circa 736 minuti di imbattibilità in campionato e il pesante risultato maturato al “Maradona”, certifica i grandi meriti del Napoli soprattutto in zona offensiva perché segnare ben cinque gol in una sola partita a questa Juventus non era comunque per nulla semplice visto che i bianconeri venivano da otto vittorie consecutive con zero gol al passivo.

Sei alla prestazione di Di Maria. L’unico a salvarsi dalla clamorosa debacle di Napoli è sicuramente l’ex stella del PSG, Angel Di Maria. Prima “spaventa” i partenopei con un tiro dalla distanza che scheggia la traversa e poi segna il gol che riapre i giochi allo scadere del primo tempo. Cerca di farsi notare con giocate sopraffine anche nel resto della partita ma non viene per nulla sorretto dai suoi compagni di squadra, nel frattempo rimasti negli spogliatoi. Promosso con riserva!

Sette come i gol di Kvaratskhelia in questo campionato. Il georgiano è una forza della natura, il terzetto difensivo bianconero prova a fermarlo in tutti i modi possibili ma non c’è stato nulla da fare. Corsa, dribbling, forza fisica incredibile e anche grande senso del gol, semplicemente un giocatore straordinario. Ritrova la rete dopo diverse partite di stop, anche per noie muscolari, e fornisce due assist al bacio contribuendo enormemente al largo risultato di 5 a 1 per la sua squadra. Se gli “alieni” esistono, a Napoli ne hanno certamente uno: inumano!

Otto al Napoli e a Luciano Spalletti. Luciano Spalletti è il vero “oro” di Napoli? Decisamente sì, sta facendo un lavoro “clamoroso” quando la scorsa estate c’era anche chi chiedeva la sua testa in favore di “Vincenzo Italiano”: chissà adesso dove si saranno nascosti i suoi detrattori? Detto questo voti altissimi per lui e per il suo Napoli: lui lo sa bene ancora non è finita. Basta davvero poco nel calcio per gettare tutto alle ortiche in men che non si dica, però il tecnico toscano, questa volta, sembra aver imparato bene la lezione mantenendo costantemente alta la concentrazione dei suoi giocatori.

Nove come il numero di maglia di Victor Osimhen. È il capocannoniere del campionato con dodici reti complessive. Un giocatore devastante, immarcabile, fisicamente mostruoso, ha mandato letteralmente in “bambola” la retroguardia bianconera e in particolar modo Bremer, letteralmente “tramortito” dal gigante nigeriano. Con questo Osimhen il Napoli può davvero arrivare fino in fondo e non solo in campionato…

Dieci come i punti di distacco dalla vetta della classifica. Appena due settimane fa con il tonfo dei partenopei a San Siro contro l’Inter, la Juventus si era “riavvicinata” guadagnando tre punti preziosi sul Napoli, portandosi a sette punti di distacco dalla vetta. Dopo questa sonora sconfitta, i partenopei si riportano a dieci punti di distanza ponendo, forse, definitivamente fine alle timide chance scudetto che rimanevano alla Juventus dopo quasi quattro anni di digiuno forzato.

FinoallaFine

Ciccio

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