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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Roma-Bologna 1-0. AAA Cercasi disperatamente il gioco.

Dopo il mondiale in Qatar - vinto meritatamente dall’Argentina del Dio Messi ai danni della favorita Francia - alla prima del nuovo anno, appesantiti da un abbuffata di lenticchie col cotechino, la Roma si presenta all’Olimpico così come l’aveva lasciato: squadra senza un’idea di gioco. L’unico aspetto positivo è il risultato raggiunto con un corto muso, inguardabile, da fare invidia al suo più convinto estimatore, Massimiliano Allegri. C’è poco da essere orgogliosi - anzi - per la qualità del gioco proposto. La Roma non è la Juventus, per ambire a un trofeo deve fare di più. Molto di più. Per fortuna, alla fine, la Roma vincerà con una sola rete grazie a un rigore di Pellegrini contro un propositivo e “guerriero” Bologna; il ricordo della morte prematura e ingiusta di Mihajlović è ancora vivo nei nostri cuori, così come la commozione per un uomo che ha fatto la recente storia del calcio.

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Troppo ampio il divario tra le due compagini per immaginare un epilogo diverso del match, la vittoria della Roma era nell’aria. Bastava seguire l'odore del tartufo, il possibile aggancio in classifica ai laziali. Daje Roma!   

I giallorossi si portano al sesto posto, a -11 dalla prima in classifica e a -3 dall’ultimo posto valido per la qualificazione alla prossima Champions League. Valla a buttare in questi tempi inflazionati. Per cui il bicchiere è certamente mezzo pieno, ma non è abbastanza per il palato fine dei calorosi e affettuosi tifosi della Magica. Sold Out anche questa volta all’Olimpico. Chapeau! Certamente la Roma meriterebbe il titolo come la miglior tifoseria italiana della stagione in corso, ma anche quello da oggi ai prossimi trent'anni. Non c’è trippa pe’ gatti!

Il modulo utilizzato da Mourinho è il 3-4-1-2 lasciando deluso in partenza chi - povero Cristo - si aspettava, al nuovo anno, una difesa a 4. Aspetta e spera che con Mourinho non si avvererà mai. Per lui, il 4 è il numero del Diavolo. 

In porta l’esperto Rui Patricio. E chi lo ammazza quello. Mancini, Smalling e Ibanez i tre centrali di difesa. L'inglese è il migliore. Çelik ed El Shaarawy come centrocampisti esterni, col turco più portato al gioco difensivo e l’italiano a quello offensivo. Alla fine, purtroppo, la calza resterà sempre corta per entrambi; Calciatori modesti che non sono da Roma. Cristante e, la sorpresa, Tahirovic mediani di centrocampo a mordere sulle caviglie degli avversari. Ieri era la giornata ideale per il sushi. Non conformità palese per Pinto; Nella zona nevralgica del campo le possibili scelte sono modeste per lo Special One. Reparto che andrebbe rafforzato con uno/due innesti di qualità. Pellegrini accendere la luce sulla trequarti, ma a corrente alternata per tutta la gara. Dybala e Zaniolo in attacco sono un mix esplosivo di tecnica e forza fisica - detonato dai modesti difensori del Bologna - ma chi la butterà dentro senza una punta centrale di ruolo? L’ex Dzeko è più di un rimpianto per i giallorossi; Ieri sera, contro il Napoli capolista, il cigno di Sarajevo ha purgato il suo ex allenatore Luciano Spalletti. L'ex allenatore della Roma non ha gradito. Spiaze!

Alla fine dei novanta minuti nessuno dei due attaccanti romanisti inciderà, ma almeno l’argentino si procura un rigore che sa di dolcissima vittoria. Gnam! Gnam!

La scelta di lasciare Abraham T. in panchina è molto discutibile, ma l’allenatore portoghese ha il vantaggio di valutare i calciatori, anche, durante gli allenamenti. Lo Special One avrà avuto i suoi buoni motivi. Cazzi suoi! Per cui apro e chiudo la parentesi sull’inglese, ma la mia perplessità resta, eccome. Possesso di palla imbarazzante a favore degli uomini di Motta T., 61,4% contro il 38,6% dei giallorossi. Delle altre statistiche poco importa, una rondine (i tiri totali nello specchio della porta) non fa Primavera. La Roma giocava tra le mura amiche dinnanzi a oltre 60.000 spettatori. Una cornice stupenda che meriterebbe un quadro di pregio con una firma eccellente.  

Dove può arrivare questa Roma? Con questo gioco da nessuna parte, al massimo fino a Ostia Lido. AAA Cercasi disperatamente il gioco. Arriverà? Chiedete allo Special One e lui che tira le fila del suo giocattolo. Ce la farà? A questo punto, sono solo cazzi suoi.

Arsenico17 

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