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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

E' giusto che la Sampdoria fallisca per 40 milioni?

E’ ufficiale la Sampdoria è in serie B, nonostante ci siano ancora quattro partire da giocare dalla fine del campionato, condannata anche dall’aritmetica. 3 vittorie, 8 pareggi e 23 sconfitte è il magro bottino in 34 giornate per gli uomini di Dejan Stanković. A complicare la vita al popolo blucerchiato non c’è soltanto il fardello della retrocessione, ma anche lo spettro del fallimento. 

Servono, circa, una quarantina di milioni di euro per sistemare i conti in rosso della Sampdoria, entro e non oltre il 20 Giugno (il termine ultimo per l’iscrizione al campionato), ma la situazione appare piuttosto complicata perché di mezzo c’è Ferrero - il proprietario - che non ne vuole proprio sapere di farsi da parte. Per adesso acquirenti seri non ce ne sono nella Regione delle 5 terre, almeno questo filtra dalla stampa nazionale e dai diretti interessanti. Il Presidente della Sampdoria, Marco Lanna, appare piuttosto demoralizzato e affranto per il risultato di campo - la retrocessione - ma altrettanto preoccupato per il futuro della Sampdoria tanto da affermare senza mezzi termini: “Adesso, però, con le nostre forze non riusciamo più ad andare avanti”. Parole sincere di un uomo realmente preoccupato per la sorte di una società così importante come la Sampdoria. Del resto, Marco Lanna è stato un ex calciatore della Doria e conosce benissimo l’importanza di indossare la maglia blucerchiata.  

Il ruolo del CdA della società ligure ormai è marginale, portato ai minimi termini. La Sampdoria è moribonda in attesa di essere guarita da possibili acquirenti o lasciata fallire, staccando la spina che la tiene ancora attaccata alla macchina del calcio che conta, tra l’indifferenza generale del mondo del pallone e della politica.
Eppure, se ci pensate, stiamo parlando di una società nella quale hanno giocato il fior fiore di campioni della Serie A: Vialli, Mancini, Cerezo, Vierchowod, Montella, Cassano, Pagliuca, Lombardo, Seedorf, Gullit, Platt e Mihajlović. Società antica nata nel 1946 con quasi ottant’anni di storia calcistica alle spalle e un palmares di tutto rispetto: Coppa Italia: 4 (1984-1985, 1987-1988, 1988-1989, 1993-1994), Supercoppa italiana: 1 (1991), Coppa delle Coppe: 1 (1989-1990)
La mitica Samp dei gemelli del goal, Mancini e Vialli, vincitrice di uno storico Campionato italiano contro tutti i pronostici (1990-1991). 
 

Quella generazione di fenomeni che arrivò fino alla finale della Coppa Campioni poi, purtroppo, persa ai tempi supplementari a causa di una punizione, fin troppo severa, di Koeman.
E’ giusto lasciare che un club così importante fallisca per una quarantina di milioni? Alla rete l’ardua sentenza. 
 

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