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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Empoli-Juventus 4-1. IN(giustizia) è stata fatta!?


Fino alla fine la sentenza della Corte di appello è arrivata come un gatto in tangenziale: La Juventus è stata penalizzata di 10 punti e scivola giù nel baratro fino all’inferno: 7° posto in classifica dietro la Roma che è con la testa alla finale di Europa League.
Se avesse vinto, oggi, contro l’Empoli, la Juventus avrebbe avuto ancora qualche chances di qualificarsi in Champions o in Europa League con ancora 9 punti, a disposizione, a tre giornate dal termine. Ma il risultato, allo Stadio Carlo Castellani, è stato sfavorevole per gli uomini di Allegri; accentuando ancora di più - qualora ce ne fosse stato bisogno in una stagione a dir poco tribolata - il senso di una disfatta epocale per i bianconeri, paragonabile soltanto a quella di Calciopoli. L’Empoli ha vinto, a mani basse, su una bestia ferita e tramortita dai colpi mortali inferti dalla giustizia sportiva. Alla fine dei novanta minuti di gioco il risultato è di 4-1 con i goal di Caputo (18’ e 47’), Luperto (21’) e Piccoli (90’ +1). Il goal della magra consolazione è di Federico Chiesa al 85’. Alla trentaseiesima giornata di campionato si è spenta ogni velleità europea per la Juve. Il morale della ciurma bianconera è sotto i piedi, ma il capitano (Max Allegri) - come dichiarato poche ore prima di Empoli Juventus - non abbandonerà la nave per buona pace dei suoi tanti detrattori (in realtà milioni).  
La spina è stata staccata nella stanza dei bottoni della politica del calcio. Ora la Juventus è una Vecchia Signora moribonda sul punto di cadere nell’oblio e nello sconforto più totale. Alzarsi sarà molto complicato, vista l’età e le ferite profonde inferte sul suo corpo e nello spirito della Juventus.   

Empoli Juventus è una partita condizionata pesantemente dall’esito della sentenza della Corte di appello. E' stata messa una catena troppo pesante alle gambe dei calciatori bianconeri. Il calcio, oggi, ha perso perché abbiamo avuto la dimostrazione pratica che è possibile condizionare dall’esterno - poche ore prima dal fischio di gioco - l’esito di una partita di calcio e tutto ciò che ne consegue. Condizionamento avvenuto - purtroppo - poche ore prima del match. Lo ripeto a scanso di equivoci, ma sono indignato da tanta "afflittività" gratuita. Sarebbe stato opportuno utilizzare tempi e metodi diversi, degni di un Paese "civile" come l’Italia. Invece, la giustizia sportiva ha infierito pesantemente sulla Juventus dimostrando il peggio di sé stessa. Spesso, ahimè, si dimentica che calciatori e tifosi non hanno nessuna colpa e andrebbero maggiormente tutelati, ma soprattutto rispettati in quanto portatori d’interesse.

Verdetto che apre una serie di considerazioni - molto negative - sulla regolarità del campionato italiano.

Sul fronte mercato – molto probabilmente – alcuni big della rosa verranno sacrificati. Uno di questi è Dusan Vlahovic corteggiato da diversi top club europei tra cui il Chelsea.

Per la Juventus stagione da dimenticare, peggio non poteva finire ma citando una vecchia frase di un film famoso - il Corvo - mi sento di rassicurare tutti i tifosi della Vecchia Signora: “A Torino  - sponda bianconera - non può piovere per sempre”. 


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