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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Marotta la chiave del successo nerazzurro grazie alla Juventus?

L’Inter ieri sera ha conquistato l’accesso alla finale di Champions League dopo tredici anni di astinenza, grazie a delle ottime prestazioni, soprattutto contro i cugini rossoneri, fatte di grinta, forza e grande freschezza atletica. Una finale dicevamo frutto di una rifondazione iniziata con l’era Spalletti, passando per Antonio Conte, con la vittoria dello scudetto, fino a giungere a oggi e al criticatissimo Simone Inzaghi su cui nemmeno il più ottimista avrebbe puntato un centesimo per un ipotetico accesso alla finale di Champions.

Tuttavia anche se ancora ovviamente la finale dovrà essere giocata e soprattutto vinta, la chiave degli importanti risultati raggiunti dall’Inter in questi ultimi anni sembrano puntare tutti in unica direzione: Giuseppe Marotta

Da quando il manager varesino nel 2018 lascia la Juventus per vestire i panni dell’Inter, i nerazzurri si sono sempre di più avvicinati ai rivali bianconeri fino ad interromperne un dominio che durava da quasi un decennio. Un vantaggio della Juventus nei confronti delle  rivali italiane che sembrava insormontabile per tutti, un clamoroso “autogol” che ha spalancato le porte per la fine di un lungo ciclo che quasi nessuno credeva potesse finire, coincidenze? 

Nel calcio nulla accade per caso. Nessuno sa di fatto con certezza cosa o chi nel 2018 abbia fatto si che Marotta lasciasse la Juventus per i nerazzurri: tra chi dice che sia stato per l’acquisto onerosissimo del supercampione Cristiano Ronaldo, c’è chi dice perché  abbia litigato con il suo braccio destro di una vita Fabio Paratici, tra l’altro suo successore, tra chi dice che semplicemente aveva voglia di cambiare aria e che avesse già da tempo un accordo con l’Inter. Fatto sta che la scelta dell’ex presidente bianconero, Andrea Agnelli sul farlo andare via a cuor leggero non si rileverà per nulla azzeccata e oggi la Juventus si trova a dover fronteggiare una profonda crisi societaria, oltre che di risultati, dopo aver permesso al suo miglior manager di passare ai principali rivali. Molti tifosi bianconeri additano alla sua perdita la causa degli insuccessi degli ultimi anni e onestamente resta davvero difficile dargli torto poiché resta comunque uno dei migliori manager d’Italia dopo che ha conquistato, nell’ultimo decennio, 8 scudetti, tre finali di Champions e una finale di Europa League.

Beppe Marotta è un personaggio che divide il mondo social. C'è chi lo ama e chi lo odia. 
Del resto, il drammaturgo e poeta inglese, William Shakespeare diceva: "Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore… se mi odi, sarò sempre nella tua mente".
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