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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Grande Inter, ma alla fine la vince il City per un pelo!


Il Manchester City è campione d’Europa, in finale batte l’Internazionale di Milano per 1-0 con un goal al 68’ di Rodri. Ma il risultato è bugiardo perché l’Inter avrebbe meritato, almeno in due occasioni, il pareggio per giocarsi la finale della Champions League durante i tempi supplementari. Dimarco e Lukaku falliscono clamorosamente il pari con due occasioni di testa sotto porta, ma il calcio è anche questo. Spesso le partite si decidono per episodi fortunosi. Dalla poltrona sono tutti buoni a segnare, ma sul rettangolo verde di gioco molteplici sono i fattori da prendere in considerazione.
Nulla da recriminare all’Inter di Simone Inzaghi, soltanto l’onore della armi, i nerazzurri hanno disputato un match di grande livello dando molto filo da torcere agli uomini di Guardiola. Gli inglesi sono una corrazzata sotto tutti i punti di vista. I due club non possono essere paragonati per potenza di fuoco del City. Prima del match, i nerazzurri venivano dati nettamente sfavoriti, ma la differenza col City non si è vista. Match molto equilibrato. Se avesse vinto l’Inter, nessuno avrebbe potuto recriminare nulla.
Prima della finale, nonostante il pronostico a sfavore, i tifosi dell’Inter ci credevano nell’impresa ardua di portare nel capoluogo milanese la Coppa dalle grandi orecchie, affollando festosamente strade e piazze di Milano:
Ma alla fine dei novanta minuti, al triplice fischio di Marciniak, a vincere di misura è il Manchester City di Pep Guardiola, portando a casa Champions League e Treble. Dopo 12 anni - centinaia di milioni di euro bruciati dal club inglese - l’allenatore spagnolo riesce "finalmente" a rivincere la Champions League dopo quella col Barcellona di Messi.
Per la prima volta nella sua storia, Il City conquista la prima Champions League e ha un sapore dolcissimo. Alla fine, anche, meritata perché il percorso degli uomini di Guardiola è stato entusiasmante dall’inizio alla fine, battendo due corrazzate come Bayer Monaco e Real Madrid ai quarti di finale e alle semifinale. Delude nel match più importante della stagione il norvegese Haaland in finale, accostato in passato a due mostri sacri come Ronaldo e Messi. Il forte attaccante norvegese è stato praticamente annullato da una prestazione maiuscola di Acerbi.
Con la finale di Champions League persa dall’Inter è triplete - nel senso negativo del termine - per le squadre italiane. Roma, Fiorentina e Inter sono andate vicinissime all’impresa di portare a casa un trofeo europeo, ma non ci sono riuscite per un pelo. Questo risultato è comunque un punto di partenza o di arrivo per il calcio italiano?
Per l’Inter di Simone Inzaghi, resta la grande consapevolezza di aver disputato una grande Champions League. I tifosi nerazzurri devono essere contenenti e orgogliosi della loro squadra del cuore, purtroppo, nel calcio non è una questione soltanto di merito, ma a volte ci vuole anche tanta fortuna. Buona sorte che ieri sera non ha girato a favore dell’Inter di Simone Inzaghi.
 

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