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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Così non si può andare avanti Stefano!

Quando nello sport come nella vita comune il gruppo con cui lavori, è che soprattutto come tuo ruolo devi gestire, non si riconosce più nelle tue idee significa che qualcosa si è rotto definitivamente. 

Settimana scorsa il grido d'allarme di Calabria il capitano (non uno che passava per caso a Milanello).

"Se vogliamo andare avanti in questo girone dobbiamo crederci più di tutti, chi non ci crede è meglio che stia a casa", parlando dopo la sconfitta (per non dire asfaltata) col Psg. 

Ieri le plateali reazioni in campo ai cambi voluti da Pioli di Leao (Perché? Perché? Perché?) ma soprattutto di Giroud che reagiva in maniera scomposta per un gentleman come lui aggiungendo nel dopo partita nelle interviste un gravissimo secondo me... Ad un   certo punto non sapevamo più se difendere o attaccare...

La prima reazione che viene in mente dopo una dichiarazione così e' che la barca Milan navighi senza più nessuno al timone in preda ad un'anarchia totale dove i protagonisti in campo non avendo più direttive in cui credere o uno schema da seguire se la giocano a sprazzi ognuno per i fatti suoi sperando di risolvere ognuno con le proprie individualità le partita. Ma con 11 giocatori che giocano ognuno per conto loro non si va da nessuna parte.

Chi legge dirà... Ma cosa è successo e come risolvere ora?

Cosa è successo è presto detto. Fino alla scorso anno Pioli si occupava esclusivamente del campo e di tutto il resto si occupava il Triumvirato Maldini Massara Ibrahimovic. Quest'anno dopo la cacciata di Maldini (ma dei macroscopici errori di Cardinale parleremo in un altro articolo) Pioli si e' trovato a fianco Furlani un manager anche bravo ma non capace e neanche adatto per quel ruolo e Moncada ottimo scout nel trovare e scovare giocatori ma incapace per suo ruolo a gestire uno spogliatoio. E Pioli e' andato in totale confusione nel dover gestire campo e fuori campo.

E adesso direte voi? La cosa più semplice e ovvia sarebbe ringraziare Pioli e fargli fare le valigie ma per la scarsezza di alternative sul mercato (Conte scordatevelo per tanti motivi primo lo stipendio) è soprattutto per un contratto da 4 milioni di euro da poco rinnovato non accadrà.

E allora l'unica soluzione e' dare una spalla a Stefano su cui appoggiarsi... 

E quella spalla si chiama Zlatan Ibrahimovic che venga come super manager con funzione di compatta spogliatoio ma anche di far rinsavire Pioli su certe scelte tattiche che ci stanno portando al livello che eravamo dopo lo storico 5 a 0 con l'Atalanta.

Ma si faccia in fretta a chiudere i portelloni perchè la barca Milan sta già imbarcando troppa acqua.

Milanista non allineato

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