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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Cristiano Zanetti, cederlo è stato l'errore più grande di Franco Sensi?

L’ultimo scudetto della Roma risale al 17 giugno 2001. Sono passati più di 22 anni da allora, forse, troppo per una piazza, così importante e appassionata, come quella capitolina. Era la super Roma di Fabio Capello, quella costruita da Franco Sensi con tanti sacrifici economici. 
 
Stagione 2000-2001
 

Per vincere lo scudetto, l’ex e compianto Presidente giallorosso aveva portato a Roma calciatori fortissimi del calibro di Samuel, Emerson e Batistuta; andando a rinforzare tutti i reparti della squadra capitolina.

La vecchia guardia era costituita da campioni, più o meno affermati, come Francesco Totti, Cafu, Candela, Delvecchio, Montella e Aldair. Inoltre, c’erano buonissimi calciatori come Tommasi, Di Francesco, Nakata, Zago e Zebina. 

Tra i nomi poco ricordati di quella squadra formidabile, pero, ce n’era uno poco pubblicizzato, ma assolutamente fondamentale per la vittoria dello scudetto della Roma. Calciatore che, nello scacchiere di Don Fabio, andò a sostituire Emerson che ebbe un terribile infortunio (rottura dei legamenti del ginocchio sinistro); infortunio che tenne lontano il Puma per sei lunghissimi mesi.

Non la tiro per le lunghe e vorrei ricordare di quella Roma fortissima, Cristiano Zanetti. Classe 1977, centrocampista centrale o mediano, dotato di grande temperamento, spirito da guerriero, buona tecnica di base e un eccellente visione di gioco. L’unica pecca? Calciatore soggetto a qualche infortunio di troppo, spesso lontano dai campi di gioco per periodi prolungati. 

Nella Roma ha giocato soltanto due stagioni 1999-2000 e 2000-2001. In totale 45 saranno le presenze.

Nell’estate 2001 l’Inter di Massimo Moratti, con allenatore Héctor Cúper, lo riporta a Milano per una cifra vicino ai 22 miliardi di lire.

Col senno di poi, fu un grandissimo errore per i giallorossi. Franco Sensi lo lasciò andare via da Roma con un po’ di superficialità. Convinto di poterlo sostituire facilmente. La storia della Roma, a distanza di 20 anni, ci dice che è stato un grande un errore sotto tutti i punti di vista.

Cristiano Zanetti è stato un calciatore troppo sottovalutato dai tifosi e addetti ai lavori? 
 
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