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Simone Inzaghi e l'esilio dorato: "tra applausi, silenzi e ingratitudine"!

  Simone Inzaghi, nel silenzio più totale dopo quattro anni intensi, ha lasciato l’Inter. Lo ha fatto pochi giorni dopo una clamorosa e inspiegabile sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, come se la sua squadra non fosse mai realmente scesa in campo. E questo, dopo aver eliminato in semifinale uno dei Barcellona più forti degli ultimi dieci anni, con una prestazione tatticamente perfetta e con quel pizzico di coraggio e fortuna che nel calcio non guastano mai. Il crollo finale, soprattutto in campionato e inspiegabilmente nella partita più importante dell’anno, è stato fatale, ma anche profondamente amaro. Eppure, i Mass media e parte della tifoseria non hanno avuto nessun dubbo: da allenatore in ascesa del calcio europeo a tecnico sopravvalutato e fortunato, il passaggio è stato fulmineo. Inzaghi è stato screditato in fretta e con superficialità, come spesso accade nel nostro Paese quando qualcuno decide di intraprendere strade diverse e quando non ...

Che voto dareste alla stagione della Juventus?




Si chiude con una vittoria in casa contro il Monza la stagione della Juventus, una partita che alla fine del risultato finale non contava più nulla ma che ha comunque lasciato emozioni soprattutto per l’addio di un “vecchio” baluardo come Alex Sandro che lascia la Juventus dopo quasi un decennio e tanti trofei. Una stagione complicata, lunga, estenuante per certi versi “liberatoria” dopo il clamoroso tracollo avvenuto dopo la partita in casa contro l’Empoli di, oramai, quasi tre mesi fa. Una stagione che lascia tanto amaro in bocca per una lotta scudetto che poteva essere quantomeno combattuta e che invece ha fatto emergere tutte la fragilità di un gruppo oramai sfaldato e forse nemmeno troppo convinto delle idee del loro “vecchio” allenatore. Una stagione che si congeda nel peggior modo possibile tra la Juventus e Massimiliano Allegri, a cui nessuno avrebbe creduto ad un epilogo così drastico dopo tre anni passati tra smentite di rito, processi extra campo e cambi dirigenziali. Una stagione che nonostante i tanti aspetti negativi ci consegna comunque un trofeo come la Coppa Italia, dopo quasi quattro anni di assenza, contro un Atalanta che dopo una settimana diventerà campione d’Europa, “strapazzando” lo “stratosferico” Bayer Leverkusen. Una stagione che ci ha fatto conoscere dall’interno chi è Cristiano Giuntoli ovvero un uomo che lavora in silenzio e che le chiacchere le lascia portare via al vento con conseguenze ben peggiori a chi invece le chiacchere le contrappone ai fatti. Una stagione che non può essere considerata positiva in assoluto per una squadra come la Juventus che lotta per vincere tutte le competizioni a cui partecipa ma che ci consegna comunque, per l’anno prossimo, una qualificazione in Champions League dopo che gli era stata, ingiustamente, tolta l’anno scorso. Insomma una stagione appena sufficiente in cui non è stato tutto da buttare ma che alla fine dei giochi ha lasciato intravedere il tanto lavoro di cui necessita la squadra attraverso una nuova filosofia di “gioco” che la modernità dei tempi gli impone di fare. Dunque adesso bisogna cancellare il passato e concentrarsi solo sul futuro e sulla nuova Juventus che sta per nascere, non c’è tempo di piangere sul latte versato  e soprattutto il tifo deve tornare ad essere unito come lo era un tempo, perché e solo sostenendo la squadra tutti insieme che possiamo tornare ad essere finalmente la Juventus.

Fino alla Fine

Ciccio

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