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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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MOTTAOUT - TUDORIN: la scommessa che cambia il destino bianconero
La Juventus agli juventini, è un mantra, che in queste ultime turbolente settimane, si sta ripetendo continuamente tra i tifosi bianconeri di tutta Italia. La Juventinitá non è una cosa che puoi comprare al supermercato, non è una cosa che puoi infondere senza esserci stato mai dentro, non è soprattutto una cosa che puoi insegnare agli altri se non l’hai vissuta intensamente sulla tua pelle. Parliamoci chiaro come ama ripetere spesse volte Alex Del Piero, uno che la Juve c’è l’ha tatuata sulla pelle, “la Juventus non è una squadra come le altre” perché qui non esiste “l’importante è partecipare” ma “vincere è l’unica cosa che conta “, elementi che negli ultimi anni, chiaramente, sono stati persi tra gestioni folli e allenatori integralisti.
UN ESONERO INEVITABILE
La storia con Thiago motta è finita come peggio non poteva, tra il silenzio di quasi tutta la rosa bianconera tranne Bremer e Mbangula che lo hanno salutato tramite social. Alla fine è lui l’unico, momentaneamente, a pagare per tutti nonostante i fatali errori compiuti da Giuntoli sul mercato e a questo punto anche sulla scelta dello stesso tecnico Italo brasiliano. Un esonero, più che giusto e forse arrivato con un pizzico di ritardo viste le figuracce rimediate, prima di Atalanta e Fiorentina, tra l’eliminazione contro il Psv in Champions League e la clamorosa debacle subita in casa contro l’Empoli in Coppa Italia. Un allenatore che ha fatto “guerra” con tutti soprattutto con i leader storici della Juventus costretti, in fretta e furia, a fare le valigie ma anche con alcuni dei più importanti calciatori della rosa attuale, sfaldando di fatto un gruppo e uno spogliatoio già fragile di per se. Un atteggiamento quello di Motta autolesionista ma soprattutto troppo “integralista” che alla fine lo hanno portato ad un triste epilogo, preferendo rimanere fermo sulle sue idee e sui suoi “esperimenti tattici”, piuttosto che cambiare atteggiamento per il bene suo ma soprattutto della squadra. Un esonero meritato che lo faranno passare come il peggior allenatore della storia bianconera a dimostrazione del fatto che la Juventinitá è un elemento essenziale per far parte del mondo Juventus e che soprattutto non può di certo essere ricercata tra chi, seppur brevemente, aveva alle spalle un passato a strisce nerazzurre.
LA SCELTA DI TUDOR
La scelta di Igor Tudor come nuovo allenatore della Juventus, a questo punto della stagione, è assolutamente giusta e forse anche fin troppo logica. Era l’unico che in questo momento, conoscendo la Juve sia da calciatore che da vice allenatore di Pirlo nel 2021, poteva prendersi questa super “patata bollente” fino al termine della stagione, senza troppe pretese ne particolari garanzie sul suo futuro. Un atto di coraggio ma soprattutto di fede verso quei colori che gli hanno permesso, in carriera, di vivere dei momenti magici, in sette anni da calciatore, come per esempio quella notte di Champions in cui fece esultare milioni di tifosi juventini con quello splendido gol qualificazione , all’ultimo secondo, siglato contro il Deportivo La Corunha. Igor è un uomo tosto, un allenatore pratico che sa far giocare bene le sue squadre, ha davanti a se un compito davvero difficile in così poco tempo a disposizione ma l’importante fin da adesso è recuperare le motivazioni e le energie necessarie, dai calciatori per spingerli a dare il massimo in queste ultime nove partite affinché si raggiunga quel quarto posto in Champions, necessario per la Juventus affinchè possa continuare a fare investimenti importanti per tornare nei posti che le competono. Forse, Tudor, non era la prima scelta di Giuntoli per il post Motta, a questo punto con le mani legate da Elkann, ma sicuramente il tecnico croato va già ringraziato per aver accettato in “bianco” un avventura che gli potrebbe dare grandi soddisfazioni come allo stesso tempo potrebbe logorare la sua bellissima immagine riflessa, nei panni del calciatore, tra i tantissimi tifosi bianconeri. Un onore e un destino che Igor saprà affrontare al meglio, ne sono sicuro, la Juventus agli Juventini e lui, bianconero, lo è davvero. In bocca al lupo Igor!
Fino alla Fine.
Ciccio
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