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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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La vergogna è servità: Giuntoli al centro del disastro Juventus!
Quello che è successo a Parma è l'ennesima
vergogna di una stagione che, ormai, ha raggiunto vette imbarazzanti. Non è una
semplice sconfitta: è un'umiliazione bruciante che pesa come un macigno sulla recente storia della Juventus. Una
prestazione senza dignità, senza grinta, senza carattere, ma soprattutto senza
“palle” se vogliamo dire le cose come stanno sul serio. Una resa
incondizionata, che certifica soltanto una realtà, funesta, fatta di scelte
sbagliate, irresponsabili e
incomprensibili da parte di chi sta più in “alto” e immediatamente dopo a chi
ha la “delega” di operare sul mercato e
sulla scelta della guida tecnica.
Non da meno sono i calciatori, ingrati e svogliati, non degni di indossare
questa gloriosa maglia. Hanno: soldi, visibilità, successo… E come ripagano
tutto? Con figuracce come quella di Parma, senza cuore, senza anima, senza
alcuna voglia di lottare. Sono dei mercenari, gente che passeggia sul campo senza
capire cosa significhi rappresentare un club come la Juve. E ora, anche
l’obiettivo minimo della stagione, la qualificazione alla Champions League, è
praricamente svanito e solo un vero “miracolo” porterebbe al quarto posto. Una
stagione persa, un anno buttato che rischia di finire come peggio non poteva.
Ma i giocatori non sono gli unici colpevoli. La responsabilità parte da molto
più in alto, e il primo a dover rispondere di questo grosso fallimento è chiaramente
il Direttore Generale, Cristiano Giuntoli. Arrivato come il “salvatore”,
defintito Come “il nuovo Moggi”, con la promessa di rinnovare la squadra e
riportarla ai vertici, in tempo brevi, Giuntoli ha fallito clamorosamente. Il
mercato? Un disastro, l’allenatore? Completamente inadeguato. La rosa è
fragile, senza anima e senza qualità ma soprattutto senza calciatori di esperienza
che sappiano prendere in mano la squadra nei momenti difficili. I giocatori
acquistati sono mediocri, privi di leadership e incapaci di reggere la
pressione di un club che deve sempre lottare per vincere. Dove sono i rinforzi
che avrebbero dovuto dare slancio alla squadra? Dove sono i fuoriclasse che
Giuntoli avrebbe dovuto portare a Torino? Il fallimento è palese, e la
responsabilità è sua. Il progetto di rifondazione è un totale fallimento,
perché non si può costruire niente su fondamenta traballanti. E ora, con una
qualificazione alla Champions che ormai è solo un miraggio, la domanda è: cosa
ha fatto realmente per cambiare la rotta?
Ma c’è di più. Non possiamo nemmeno dimenticare l’assurda scelta di puntare su
Thiago Motta, una scommessa scellerata fin dal principio. Un allenatore che, al
massimo, aveva fatto solo qualche buona stagione in Serie A con squadre di
modeste ambizioni, ma che, a Torino, ha dimostrato di non avere la stoffa per
allenare un club di quella portata vista la poca esperienza e la mancanza di
tatto nella gestione di alcune dinamiche del club. La Juventus ha puntato tutto
su di lui, senza alcuna garanzia che fosse l'uomo giusto per quel ruolo. Una
decisione che ha messo il futuro della squadra nelle mani di un tecnico che non
era in grado di gestire una rosa così complessa. E intanto, sono stati buttati
via 200 milioni di euro, investiti male, tra ingaggi, acquisti e riscatti. La
Juventus è stata smantellata da una gestione che non ha visto il futuro, ma ha
semplicemente tentato di sopravvivere, mentre i soldi venivano spesi senza una
visione chiara di quello che poi si è riflesso sul campo. Giuntoli e la dirigenza devono affrontare la realtà. Non possiamo più
nasconderci dietro scuse o illusioni: la Juventus è una squadra allo sbando,
priva di personalità, priva di spirito di sacrificio, priva di qualsiasi voglia
di lottare per quel che è stato il suo obiettivo storico: vincere.
Adesso, è inutile continuare a prendersela con Tudor, che è arrivato a stagione
in corso, con un gruppo distrutto e senza la possibilità di lavorare a lungo
termine. Lui è solo l’ultimo anello di una catena di errori che parte dalla
scelta di Motta e arriva al disastro totale in cui ci troviamo oggi.
La Juventus ha bisogno di una rivoluzione totale, di un ritorno a quella
mentalità vincente che ha sempre contraddistinto la squadra. Non è più tempo di
sperimentare, di scommettere su progetti che non sono mai decollati. Chi non è
all’altezza, chi non ha il coraggio e l’orgoglio di indossare questa maglia,
vada via. Il fallimento di questa stagione è una vergogna che non può essere
ignorata. E chi ha preso queste decisioni deve prendersi la responsabilità di
quanto accaduto. La Juventus merita di più. La sua gente merita di più.
Fate piazza pulita. Ricostruite. Ma fatelo con serietà, con persone che abbiano
davvero voglia di restituire a questa maglia il rispetto che merita. La
Juventus non è solo una squadra di calcio, è un simbolo, una leggenda. E chi
non è pronto a difenderla, chi non vuole riportarla ai vertici si faccia un bel
bagno di umiltà e abbia il coraggio di fare un passo indietro, lasciando il
posto a persone competenti e che hanno realmente a cuore il destino della Juventus.
Fino alla Fine!
Ciccio
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