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“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. [Zdnek Zeman]
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Solo un "Miracolo" può salvare questa Juventus!!
Doveva essere la “partita” della svolta,
del carattere, del riscatto, della fame, della voglia di conquistare a tutti i
costi quel posto Champions per salvare almeno la faccia. E invece è stato
l’ennesimo, deludente, apatico e irriverente pareggio. Bologna – Juventus, termina
1-1, con i calciatori bianconeri che confermano, ancora una volta, tutti i
limiti di una squadra che non ha gioco, personalità ma soprattutto un’identità
ben definita.
Nel primo tempo, come al solito, qualcosa si è anche visto. Qualche buon
fraseggio, un pizzico di pressing, addirittura un gol, fortunoso, ma pur sempre
un gol. Ma poi, come molto spesso è accaduto in questa stagione, il blackout.
Nella ripresa la Juventus si è letteralmente accontentata del minimo sindacale,
rinunciando a vincere una partita che, con un pizzico di coraggio, si doveva
portare a casa per mettere in cassaforte un posto nella prossima Champions
League.
Ma il coraggio e il carattere non fanno più parte di questa società ormai da
anni. Quello che si vede in campo è un gruppo spento, senza mordente, incapace
di reagire alle prime difficoltà. I giocatori sembrano svuotati, senza una
guida chiara sia fuori che soprattutto in mezzo al campo con un tasso tecnico a
dir poco aberrante. L’effetto Tudor, che all’inizio aveva illuso con qualche
scossa, sta già per svanire, nonostante
qualche piccolo miglioramento nelle prime uscite. E le scelte dell’allenatore
croato cominciano anche a far discutere: in una squadra decimata dalle assenze,
lasciare in panchina due dei pochi che hanno qualità individuali, come Mbangula
e Conceição, è semplicemente incomprensibile, anche se chiaramente Tudor, rimane
sempre l’ultimo ad avere colpe di questa annata super travagliata.
A tutto questo si sommano le evidenti lacune di mercato. Le colpe di Giuntoli sono
sotto gli occhi di tutti: Veiga sbaglia malamente in occasione del gol subito,
confermando di non essere ancora pronto per certi palcoscenici. Ma è l’errore
di Costa, pagato ben 15 milioni di euro, a far infuriare i tifosi: solo davanti
al portiere, getta al vento la palla del 2-1 con una freddezza da brividi… ma
non in senso positivo.
La classifica è molto traballante. La corsa Champions rimane apertissima certo ma
la Juventus sembra, l’unica tra le altre squadre del gruppetto, a non avere gli
”attributi” necessari per raggiungere il traguardo finale. Non basta più il
blasone, non bastano più i nomi. Serve una scossa vera. E servirà in fretta.
Perché la Juve vista a Bologna non è solo scarsa. È una squadra rassegnata,
priva di idee, mal costruita e mal gestita. Una Juventus che, oggi, non ha più
niente da dire a questo campionato e che rischia seriamente di compromettere
ancor di più il suo futuro, qualora non riuscisse a raggiungere il quarto posto.
Una società che ormai da 5 anni a questa parte è solo sinonimo di disorganizzazione
e mancata programmazione. L’unica cosa che ci si può augurare da tifoso e che
le altre facciano peggio e che con un pizzico di fortuna si riescano a conquistare
almeno 7 punti nelle ultime 3 giornate, per sperare nel “miracolo”, poiché solo
su quello ci si può aggrappare.
Fino alla fine
Ciccio
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